Organizzare un matrimonio costa, è un assioma universale. Se non altro perché (di norma) comporta una festa con alcune decine, se non centinaia, di persone. Vi risparmio poi le considerazioni socio-culturali molto italiane in base alle quali si consideri questi eventi delle ‘esibizioni’ del prestigio e del valore della famiglia in cui avvengono. Il fatto inconfutabile è che spesso i matrimoni costano talmente tanto che la gente si indebita per organizzarli o peggio decide di soprassedere perché non se li può permettere.
In questi anni di lavoro mi è capitato spesso di parlare di giusto prezzo, qui e con i miei clienti, e ho più volte affermato che non servano necessariamente tanti soldi per sposarsi. Sono arrivata anche al punto di gettare qualche ombra sulle politiche di prezzo di certi esercizi, perché diciamocelo, se vai a mangiare in un ristorante e spendi 30 euro, sentirti chiedere 50 o 60 euro per lo stesso menu e lo stesso numero di persone solo perché hai nominato la parola ‘matrimonio’ fa un po’ effetto. Però devo ammettere di aver sempre trattato l’argomento con superficialità, facendo l’errore di non spiegare come in realtà i matrimoni richiedano di per sé delle attenzioni particolari che giustificano anche sostanziali differenze di prezzo. Lasciate che oggi corregga il mio errore e vi spieghi meglio la cosa, spero che ne beneficerete tutti.
Tanto per cominciare è ovvio che ci sono anche esercizi e fornitori che si approfittano dell’investimento emotivo e delle tradizioni per spremervi come limoni, è inutile negarcelo, la scorrettezza esiste. Ma il campanello d’allarme che deve allertarvi a queste ‘fregature’ non deve essere il prezzo stesso, quanto l’attegiamento e la descrizione del servizio che corrisponde a quel prezzo. Ci sono cinque fattori importanti infatti che incidono sull’aumentato prezzo, per spiegarveli prenderò il caso tipico di un ristorante:
1. un matrimonio richiede un servizio su misura
Quando mangiate in un ristorante, allestimento e servizio rispondono a delle logiche standardizzate proprie del ristorante, perfettamente oliate da anni di attività. Il personale è abituato a quel tipo di orari, ritmi, abitudini che ruotano intorno a preparazione, allestimento, servizio. Gli avventori accettano le regole e le abitudini di questo servizio, senza aspettarsi attenzioni particolari. Se invece il ristorante è prenotato per un matrimonio l’intera gestione del servizio sarà diversa e su misura della richiesta della committenza. Un menù speciale, un allestimento da orchestrare insieme a un fornitore esterno con cui non si è mai lavorato, un turno diverso del gruppo di camerieri, l’aspettativa di un servizio impeccabile, sempre sorridente e che soddisfa ogni richiesta. Va da sé che questa differenza ha un costo. Si noti che i ristoranti di un certo livello, che già applicano queste regole al loro servizio, hanno menù nuziali allo stesso identico prezzo dei menù degustazione del servizio corrente.
2. il cliente di un matrimonio è un mostro con 100 teste
Laddove gli accordi di un ristorante con, diciamo, 10 tavolate di commensali, sono fatti privatamente con ciascun gruppo, che quindi prende decisioni abbastanza omogenee, quando una coppia prenota un matrimonio il fornitore dovrà poi avere a che fare con tutti gli invitati, con le loro richieste e le loro esigenze specifiche. È come se si duplicasse la trattativa, in certi casi. Anche perché gli invitati a un matrimonio si aspettano quel servizio su misura di cui parlavo prima, e un’attenzione quasi personale alle proprie esigenze. Voi potete decidere di fregarvene, ma il ristoratore sa che dovrà comunque gestire quel genere di richieste e ne tiene conto nello stabilire la quotazione del vostre servizio, perché la sua performance con gli invitati inciderà sulla sua reputazione persino di più di quella nei vostri confronti (dell’assurdità per cui gli sposi italiani non usino lo strumento del feedback negativo nei confronti dei fornitori ho già detto spesso).
3. a un matrimonio tutto succede contemporaneamente
Voi arrivate a cena alle 20, qualcuno alle 20:30, qualcuno alle 21. In cucina ci sono cuochi che preparano piatti diversi in piccole, controllabili quantità, a seconda del tuo tempo d’arrivo. A un matrimonio devono uscire dalla cucina 100/200 primi piatti in cottura perfetta e arrivare caldi sul tavolo dei commensali. Contemporaneamente. Questo significa un rapporto di camerieri al massimo 1:9 (uno ogni nove ospiti), 1:14 se cercate di risparmiare. Non certo 1:20 come di solito funziona in un ristorante in regime di servizio normale. Il personale in più si paga, ebbene sì, e spesso viene ingaggiato per l’occasione da agenzie specializzate, quindi ha bisogno di essere brevemente formato sul funzionamento del locale e della cucina, oltre che briefato (passatemi il termine orribile) sull’evento. Insomma, la contemporaneità (unità all’impeccabilità che ci si aspetta) richiede risorse diverse.
4. ci vogliono mesi per organizzare un matrimonio
Se ci pensate quando organizzate una cena per 100 persone, tipo per un’associazione di cui fate parte, prendete un appuntamento un mese prima, definite un menù e finisce lì. Se invece state organizzando il vostro matrimonio cominciate un anno prima chiedendo due o tre preventivi, volete (legittimamente) degustare, cambiate idea sul menù, richiamate varie volte per verificare che vada tutto bene, chiedete aiuto per l’allestimento, l’ultimo mese richiamate dieci volte per variazioni nelle conferme… Insomma, solo il tempo da dedicarvi è dieci volte di più di quello che ci vorrebbe per una cena aziendale qualsiasi. Non mi pare strano che il prezzo finale ne risenta.
5. gli sposi sono merce avariata
Non vi arrabbiate, è una traduzione letterale del termine damaged goods che si applica in inglese alle persone che hanno subito traumi e ne hanno ricavato uno stato di fragilità psicologica. Potete essere gli sposi più cool e rilassati del mondo, ma in media sarete comunque più stressati ed emotivamente coinvolti di quanto non sareste organizzando la famosa cena aziendale. Va da sé che chi tratta voi in questo periodo dovrà mettere in conto una gestione più paziente e disponibile di quella richiesta dal cliente medio. Non solo più tempo, ma anche una disponibilità, una flessibilità e una comprensione maggiori. È naturale secondo me che questo servizio abbia un costo.
Insomma, per farla breve, non sempre i costi alti associati all’organizzazione di un matrimonio sono sintomo di una scorrettezza commerciale di settore. Tenete conto dei cinque fattori più sopra quando prendete accordi coi fornitori e valutate i loro preventivi, e sono certa che riuscirete a trarre il massimo dall’investimento che farete!
Mi permetto di commentare per prima, visto che l’argomento mi sta molto a cuore.
Ineccepibile la premessa che ci sono fornitori scorretti e fornitori più corretti.
Però….
1. un matrimonio richiede un servizio su misura
E’ vero, ma è vero che è così anche nella ristorazione quotidiana. Non è che se vado a mangiare una domenica al ristorante accetto di buon grado un servizio non impeccabile o sgarbato. E se ho delle richieste specifiche le faccio, sia che il prezzo sia 30€ sia che ne siano 120€. Inoltre i “menù speciali” vengono spesso proposti dai stessi ristoratori, che forniscono una rosa di portate tra le quali scegliere. Di certo ci saranno sposi che vogliono il “tutto pesce” da un ristorante “specialità carne” ma credo siano quei casi particolari di cui non si può fare casistica.
2. il cliente di un matrimonio è un mostro con 100 teste
Se un ristorante ha 100 posti a sedere dovrà quotidianamente essere attento a 100 esigenze diverse, sempre, non solo per i matrimoni. E la reputazione si costruisce ogni giorno, non solo nelle occasioni speciali. Come prima, non è che se ti pago meno, allora puoi fregartene di me cliente.
3. a un matrimonio tutto succede contemporaneamente
Questo è forse l’unico fattore discriminante che posso accettare, effettivamente c’è non solo bisogno di più personale, ma che faccia anche turni più lunghi. E questo si deve pagare
4. ci vogliono mesi per organizzare un matrimonio
Il tempo si paga, ma fa parte del lavoro. Insomma, le prove di solito sono gratis solo per la coppia di sposi, le telefonate e la disponibilità sono variabili di coppia in coppia. Io ad esempio quando mi sono sposata sono andata a fare una sola prova, poi un mese prima per concordare il menù, poi la sera prima a portare tableau e bomboniere. Stop. Allora sai cosa? Se sei onesto fai uno sconto a chi rompe meno l’anima!
5. gli sposi sono merce avariata
Idem come sopra: la disponibilità e una comprensione maggiori sono il minimo che mi aspetto da un commerciante qualsiasi. Anche le commesse passano giornate a ripiegare maglie che nessuno ha comprato, ma non per questo sono autorizzate a fanculizzare le clienti, se i prezzi sono bassi, o ad alzare i prezzi per compensare la disponibilità.
Una piccola nota aggiuntiva. Qui hai parlato solo dei ristoranti, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi delle parrucchiere, delle truccatrici, dei fioristi, dei fotografi e delle bomboniere, ecc. Perchè secondo me in tutte le categorie c’è uno sproposito tra il servizio svolto e le cifre chieste, spesso non giustificate da un lavoro maggiore o migliore.
Guarda Sandra, secondo me ci sono due livelli: il primo è proprio la premessa da stamparsi a fuoco in mente, che non esiste una generalizzazione possibile. Se si approccia un fornitore con il pregiudizio che sicuramente (o molto probabilmente) ci chiederà troppo/uno sproposito/una cifra ingiustificata solo perché è un matrimonio, difficilmente si avrà poi la lucidità di analizzare la sua offerta anche con la consapevolezza che lui/lei è un professionista che fa quel lavoro da anni e lo conosce e noi non necessariamente ne sappiamo altrettanto. Lo specifico perché spesso sento fare affermazioni del tipo: “per questa cosa non ha senso spendere più di xx”, da persone che dei costi produttivi di quella cosa non sanno molto. Un conto è dire “posso spendere xx” e cercare un fornitore che lavori a quel prezzo, altro è pretendere di dettare il prezzo a prescindere da ciò che ci sta dietro il lavoro.
Il secondo livello è che tra scadente/sgarbato/fanculizzante e eccellente (ciò che di solito si richiede a un matrimonio – e sottolineo ‘di solito’ perché anche qui non ci sono generalizzazioni) ci sono infinite sfumature. Non è vero che quando vai a mangiare alla domenica ti aspetti lo stesso servizio che ti aspetteresti al tuo matrimonio (e se anche fosse così, sarebbe perché hai aspettative più ragionevoli e basse per il matrimonio), ti aspetti educazione, servizio curato, ma se ti dicono che è finito il tuo piatto preferito anche se è a menù non ti arrabbi. Se ti fanno aspettare 5 minuti per sederti al tavolo, magari offrendoti intanto uno spumante al bancone, non te la prendi. Se entri in un negozio per ritirare un capo che era in arrivo quel giorno e non lo trovi, accetti di buon grado le scuse cortesi della commessa, non pretendi che te lo facciano arrivare come concordato (come sarebbe comprensibile a un matrimonio). Ci sono oggettivamente aspettative diverse in ballo tra la quotidianità e il giorno del proprio matrimonio, sono aspettative giustificate ma che richiedono uno sforzo diverso nel dietro le quinte. Sforzo che si traduce per il 90% in maggior personale impegnato.
Insomma, no, da addetto ai lavori che incontra ogni settimana fornitori, che lavora con sposi in gamba (non isterici o maleducati) e che vede cosa ci sta dietro il lavoro a un matrimonio, non sono d’accordo che “in tutte le categorie ci sia uno sproposito tra servizio svolto e cifre richieste”. Ci sono alcuni fornitori scorretti, che chiedono cifre spropositate senza motivo. Poi ci sono fornitori d’eccellenza, che offrono una qualità tale (di materiali e servizio – e ti ricordo che il servizio è anche il frutto di anni di formazione ed esperienza) che giustifica cifre che a te o me possono apparire incredibili ed esagerate, ma che sono adeguate all’offerta.
In mezzo c’è una stragrande maggioranza di persone che lavorano onestamente e che richiedono un prezzo adeguato per il proprio impegno.