Sabato prossimo, per una congiunzione astrale che ha dell’incredibile (ovvero mi sono battuta con le unghie e coi denti affinché si verificasse), la consueta riunione famigliare a Milano per festeggiare otto compleanni coincide con l’edizione 2015 di The Love Affair. Considerato che venerdì scorso sono stata, dopo anni di defezioni, a farmi un giro alla fiera dei matrimoni locale, la situazione complessiva si presta ad uno dei miei famosi post sulle fiere (potete leggere gli altri qui e qui).
Spoiler: non amo le fiere di settore
Tanto per cominciare la mia opinione sulle fiere di settore è, nel settore, tanto nota che quando venerdì ho finito di abbracciare Maurizio [n.d.F. il fotografo del mio matrimonio] lui si è profuso in scuse per essersi fatto trovare lì: “lo so che dici sempre di non andare alle fiere” ha detto con la sua adorabile faccia contrita. Ora, a parte che secondo me le categorie di fotografi e agenzie di viaggio sono quelle che hanno maggior beneficio da una presenza in fiera, è pur vero che sono a dir poco scettica sull’utilità di queste manifestazioni per gli sposi.
Il ritornello probabilmente l’avete già sentito anche da qualche collega: queste fiere sono tutte uguali, sono caravanserragli senza coordinamento, le idee presentate sono tra le più trite e non-originali in circolazione, ogni fornitore sembra vendersi per 10 diverse categorie merceologiche che si fondono l’una con l’altra senza soluzione di continuità, le luci sono orribili, l’aria greve di profumi improbabili… e via così. Il punto è che spesso chi fa il mio mestiere ed ha una forte presenza online è abituato a una “normalità” che ha ben poco di consueto nel panorama italiano. Noi siamo quelli che alla mattina a colazione sfogliano Pinterest, che invece che aprire la vetrina su Matrimonio.com entrano a far parte del Little Black Book di Style Me Pretty, che se vedono una gabbietta lilla o un cuore di bambù intrecciato dipinto di bianco svengono dall’orrore. Nella migliore delle ipotesi viviamo in una bolla come quella di cui parla spesso Enrica, nella peggiore siamo un pochino (ma solo un pochino) esigenti.
Ecco, agli occhi di questa wedding planner un po’ esigente confesso che l’ultima edizione di Modena Sì Sposa è stata una piacevole sorpresa. Spazi abbastanza ampi da concedere un passaggio agevole, un allestimento arioso, ma soprattutto stand di catering e location allestiti con idee davvero interessanti. Certo, alcune erano più aspirazionali che realistiche. E sono abbastanza certa che se una sposa chiedesse di replicare anche una delle più realistiche incontrerebbe il consueto muro di gomma di “è meglio no”, “sai, non verrebbe capita”, “non è una cosa che si possa fare VERAMENTE”. Però lo sforzo creativo era evidente. E ammirevole, considerata la piazza. Insomma, dal punto di vista di un fornitore era una fiera divertente e interessante da visitare.
Neanche gli sposi amano le fiere
Poi domenica a pranzo ho incontrato una coppia di miei sposi che avevano visitato la fiera sabato. Il loro punto di vista? Schifati e molto seccati. Perché se sei una coppia e arrivi in una normale fiera degli sposi i fornitori “ti placcano e poi ti accerchiano e ti si gettano addosso come lupi” (cit. da uno sposo). Ci sono mani che cercano ad ogni costo di ficcarti in tasca volantini, braccia che ti strattonano, bocche che ti parlano a due centimetri dalla faccia “ce l’avete la location? ce l’avete il fotografo? ma siete sicuri? e se il fotografo si fa male?”. Ai miei due clienti non è rimasto alcun ricordo delle belle idee messe in mostra, perché sono stati costretti a muoversi continuamente per non essere accerchiati da qualche fornitore.
Ora, dal mio punto di vista la fiera perfetta dovrebbe riuscire a tenere in equilibrio le esigenze dei fornitori (fare ricerca, trovare ispirazioni, incontrare colleghi e nuovi clienti) e quelle degli sposi (trovare ispirazioni e conoscere in modo tranquillo e immediato un certo numero di potenziali fornitori), ed è in questo che The Love Affair resta un evento unico in Italia. Perché ormai la sperimentazione negli allestimenti (seppure senza il coordinamento creativo esercitato da Cristina e Sofia) la trovate anche in alcune fiere locali, quello che non ci trovate però è la serenità di un salotto in cui potete accostarvi ai fornitori, esaminare il loro campionario, fare domande, senza paura di venire assediati o forzati a un acquisto. L’anno scorso una delle mie spose 2015 ha conosciuto a The Love Affair due dei fornitori del suo matrimonio, proprio grazie a questa atmosfera e al contesto, e l’esperienza è stata talmente piacevole che quest’anno a matrimonio fatto mi ha chiesto di rivederci lì, anche per poter ringraziare con calma questi fornitori.
Non solo The Love Affair è differente, ma per me è diventato un appuntamento fisso e irrinunciabile, e uno di quelli per cui voglio pagare il biglietto intero (perché voi umani non avete neanche IDEA di quanto costi mettere sù una roba così! Se l’aveste il biglietto lo vorreste pagare DUE VOLTE!). Ci sono quattro modi in cui soddisfa questa wedding planner esigente:
- ci incontro un sacco di colleghi/fornitori amici (chiedete a Ilaria, che l’anno scorso mi “accusava” di conoscere tutti), e anche qualcuno con cui amica non sono ma che ammiro tanto, ed è un’ottima occasione per abbracciarsi/farsi uno spritz/farsi foto ricordo/rubare qualche idea (à la Austin Kleon, quindi no, non credo proprio ci sia alcunchè di male);
- ci faccio foto con cui campo su Instagram per due mesi (garantito che non sono l’unica), se a differenze dell’anno scorso smetterò di parlare per 10 secondi e scatterò invece qualche foto;
- ci sto bene, nel senso proprio che il mio spirito anti-conformista ci si sente molto a proprio agio, anche se come ogni anno gli allestimenti proposti comprensibilmente ruotano intorno ai trend del momento (quest’anno organico-botanico – fatto -, boho-chic – fatto – e nordico-geometrico – lo faccio nel 2016). Perché ogni fornitore si sbatte un casino per metterci del suo e personalizzare ogni spunto proprio come farebbe per una coppia di sposi e questo è lo spirito che preferisco;
- è sempre in posti pazzeschi che ti fanno sentire super-cool per osmosi. Quest’anno si tratta delle Officine del Volo, un posto dove si allestiscono matrimoni dai primi anni 2000, che ci crediate o no.
Se siete alle prese con l’organizzazione e vi manca ancora qualche fornitore o anche solo il bandolo della matassa décor delle vostre nozze, VI PREGO non perdetevi questa occasione di fare il pieno di creatività e idee e atmosfera. Venite a Milano. Se passate sabato verso sera io sarò quella coi capelli corti ingrigiti che parla sempre e abbraccia gente a destra e manca. Salutatemi, prometto di non mettervi in mano volantini e/o biglietti da visita!
[le foto nel post sono tutte state scattate da Elisabetta Marzetti al workshop organizzato da Cristina e dal team The Love Affair la primavera scorsa. I fiori sono di Sofia e di The Blue Carrot]
A me pero’ il bambu’ intrecciato dipinto di bianco e le gabbiette (non lilla) piacciono – e non sono la sola! Per il resto concordo.
Ma infatti tutti i gusti sono validi, però chi come me lavora tanto sul web quelle cose le vede ormai da 7 anni buoni, e quindi non ne può più! 😉 Come diceva qualcuno “too much of a good thing is a bad thing”, per non parlare del fatto che le fiere di solito sono uno spazio di innovazione.
noi andiamo domenica, peccato non incontrarti!
con la mente già al prossimo anno, sperando di riuscire a esporre 🙂
Ma sì, dai avremo sicuramente altre occasioni! 🙂 Poi domenica ci sono un sacco di cose belle da fare!
non ho avuto il piacere di conoscerti, ma trovo il tuo post illuminante. brava e … grazie!
Grazie a te! Purtroppo a TLA mi trasformo in una versione molto peggiore di me stessa, quindi vi ho interrotto tipo tre volte senza mai presentarmi 🙁 Ma mi è piaciuto tantissimo quello che avete realizzato <3