Il titolo provocatorio (e un po’ veemente) di questo post potrebbe spiazzarvi… e persino deludervi. Già vi vedo, spose di maggio, tutte contente per il vostro matrimonio tutto lilla… e io qui a smontarvi.
Per spiegarmi devo fare un passo indietro.
Tutti pensano che il mestiere di organizzare gli eventi sia intrinsecamente creativo. Dalle organizzatrici di eventi privati poi ci si aspetta che vivano in un mondo di palloncini, nastri e splendide carte fatte a mano. Per non parlare dell’immaginario collettivo sulle organizzatrici di matrimoni.
La realtà dura e pura è che la creatività è coinvolta appena nel 5-10% di questa professione. Il resto è logistica, organizzazione, gestione dei conflitti, analisi e risoluzione dei problemi, negoziazione di condizioni contrattuali favorevoli per gli sposi, calcolo millimetrico di costi e forniture, confronto certosino delle materie prime. Insomma, c’è ben poco da stare con la testa tra le nuvole e le mani immerse in nuvole di tulle. Io lo adoro. Trovo entusiasmante mettere in pratica le idee e i progetti che mi ispirano i sogni dei miei clienti, e apprezzo ancora di più la breve fase creativa perché so che poi la vedrò concretizzarsi nel loro momento speciale.
Ma c’è ben poca soddisfazione nel declinare all’infinito lo stesso tema, solo perché è di moda e tutti lo vogliono.
Prima di tutto trovo che questo impoverisca il mio lavoro. Uno dei vantaggi dell’assumere un wedding planner è quello di avere a disposizione un professionista che conosce il mercato ed è in grado di creare un evento unico ritagliato sulle esigenze del cliente. Se l’evento si ripete sempre uguale un wedding planner dovrebbe ridurre il proprio cachet alla sola gestione logistica, cosa che non tutti hanno la correttezza di fare… in questo caso è evidente che gli sposi stanno spendendo più di quanto ci guadagnino.
In secondo luogo, la mia etica professionale mi impone di aiutare i miei clienti a superare le pressioni sociali che cercano di spingerli a uniformarsi per permettere loro di trovare lo spunto che fa veramente per loro. Provate a vederla così: se entraste in un atelier di abiti da sposa cercando un abito aderente perché così e la moda (anche se non vi sta bene) e la proprietaria vi mostrasse un abito meno di moda ma che vi sta stupendamente… non sareste più contente? Quando mi accingo a creare un matrimonio io penso sempre ai miei clienti tra 10 anni, e voglio che possano essere sempre sicuri di avere avuto un matrimonio solo loro.
Non fraintendetemi, da brava wedding planner, anche se mi chiedeste “voglio che tutto sia come al matrimonio di mia cugina” io cercherò sempre di elaborare quell’evento e farvelo assomigliare un po’, modificando qualche dettaglio, aggiungendone altri, ritagliandovelo addosso come un vestito usato da rimodellare. Ma potendo scegliere, lo vorreste?
Per questo vi lancio un messaggio:
boicottate il lilla
O almeno non scegliete il total look lilla.

© Martha Stewart Weddings
Puntate su combinazioni insolite: lilla e verde acido, lilla a pois bianchi, strisce lilla e giallo limone, lilla e rosso (come nella tavolozza proposta da Martha Stewart Weddings nella foto)… ce ne sono a decine.
Parlatene con il vostro fidanzato. Fatelo rilassare e ditegli che il suo parere importa e che non deve dirvi sempre di sì solo perché siete stressata dai preparativi. Forse scoprirete che lui odia il lilla. E magari vi renderete conto che l’azzurro polvere potrebbe piacere a tutti e due e rendere unico il vostro matrimonio anche per chi quest’anno ne vedrà altri tre.
Immaginatevi tra vent’anni, quando vostra figlia vi chiederà di sfogliare l’album del matrimonio, e attraverso i suoi occhi vi renderete conto che quella che sembrava l’unica idea possibile allora, adesso non sembra esattamente il massimo (per darvi un’idea di cosa intendo, se avete vissuto negli anni ’80, scriverò una sola parola: permanente).
Questo ovviamente a meno che il lilla non sia il vostro colore preferito da quando avevate 5 anni… Anche se, a pensarci bene, non è detto che i gusti debbano rimanere immobili!
Questo post ovviamente è scritto da una persona che ha una macchina viola con un disco orario lilla, ma questa è un’altra storia.
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