Oggi devo passare tutto il giorno fuori ufficio e fuori lavoro quindi ne sto approfittando per fare tutte quelle cose che di solito rimando: aggiornamento, ricerca, burocrazia e navigazione nel web-mare del mondo matrimoni/eventi. Grazie a Dio esistono le chiavette per la navigazione e i portatili!
In questo post Silvia spiega alcuni concetti semplici e trasparenti riguardo al metodo che entrambe utilizziamo per essere retribuite.
Intanto c’è una premessa fondamentale, che ho già citato spesso: un consulente professionista che vi assiste nell’organizzazione di un evento non è gratis. E non può esserlo. In quanto azienda (o libero professionista) deve potersi sostenere. Per cui quando intervistate un wedding planner che vi dice “io non ti costo nulla”, diffidate. Quello che intende è “il mio cachet non compare sulla fattura”. Molto più probabilmente questo consulente si sosterrà percependo una percentuale dai fornitori che vi propone (che quindi dovranno farvi un prezzo superiore a quello che otterreste come clienti diretti) o mettendo un ricarico sui materiali che utilizza per la realizzazione del matrimonio. Il risultato di questo sistema di definizione prezzi (molto in voga in Italia) è duplice: da un lato voi anche solo inconsciamente penserete che il lavoro del consulente è un di più senza reale valore (qualcosa che potreste fare anche voi a costo zero), dall’altro non avrete sotto controllo i prezzi del vostro matrimonio e quindi non potrete decidere dove operare tagli per rientrare nel vostro budget.
Postulato questo, come definisce i prezzi fatamadrina?
I costi vivi per progettare e coordinare un matrimonio sono in parte fissi (sostenere la struttura, le utenze, le trasferte in macchina, il consumo vivo di materiali da ufficio, il tempo profuso che non può essere dedicato ad altri incarichi) e in parte variabili (più il matrimonio è complicato, lontano e “in grande”, più lo sforzo per tenere le fila di ogni dettaglio sarà ampio). Per questo esiste un minimo di compenso (per i matrimoni meno complessi) che viene richiesto, e sotto il quale non si può scendere senza compromettere la qualità del lavoro. Questa quota è ovviamente aumentata nel caso di matrimoni più complessi e viene sempre quantificata anche in percentuale al budget totale del matrimonio. In ogni caso stiamo parlando di un minimo che vi costa poche centinaia di euro e di una percentuale che non supera il 15% del budget totale (a fronte di un mercato degli eventi che di solito lavora con percentuali dai fornitori che arrivano al 20%).
Il tutto ovviamente è incluso nel vostro budget.
Facciamo un esempio pratico.
Sposi A hanno un budget di 9.000 euro per un matrimonio con 90 invitati. Se non esistono complicazioni (matrimoni in altre regioni o paesi, location impervie e lontane dal luogo della cerimonia, ecc) il mio compenso sarà una cifra fissa inferiore al 10% del budget complessivo. Il che significa che oltre il 90% del budget sarà a disposizione per tutti gli altri fornitori e materiali.
Sposi B hanno un budget di 20.000 euro per un matrimonio con 150 invitati. A seconda della complicazione dell’evento il mio compenso sarà una cifra variabile compresa tra il 10 e il 15% del budget complessivo, definita preventivamente al momento della firma della lettera di incarico.
In ogni caso prima di firmare la lettera d’incarico saprete esattamente quanto vi costerò e potrete quindi operare una scelta consapevole.
Perché ho deciso di lavorare in questo modo?
I motivi sono tanti e li ripeto spesso. Alcuni sono quelli che ho già espresso più in alto. In particolare credo sia giusto che gli sposi decidano in piena consapevolezza di affidarsi a un consulente perché si fidano della sua esperienza e delle sue conoscenze, e non perché costa poco o nulla. La fiducia è la premessa imprescindibile per permettermi di realizzare al meglio i desideri dei miei clienti.
Inoltre avere un costo esplicito e dichiarato mi regala la libertà di scegliere ogni volta i fornitori più adatti a prescindere dagli accordi che riesco a creare con loro. Conoscere bene un fornitore o averci lavorato in precedenza è un valore aggiunto solo nella misura in cui quello è il fornitore migliore per l’evento del cliente. Viceversa il vincolo di accordi commerciali limita di molto l’accuratezza del mio servizio, soprattutto in un mercato con un’offerta così variegata e in continua evoluzione. Per questo non dovete preoccuparvi se vi porto a visitare una location in cui non ho ancora lavorato. Prima di tutto lo farò solo dopo avere intervistato a lungo il fornitore, verificato ogni dettaglio dello spazio e della sua offerta, avere fatto ricerche con precedenti clienti e così via. In secondo luogo sappiate che se lo sto facendo è perché ritengo che questo spazio sia la soluzione più adatta alle vostre esigenze in base alla mia esperienza e alle mie conoscenze.
Infine un piccolo consiglio a chi teme che il costo del wedding planner sia una cifra che si può tranquillamente risparmiare… fate un calcolo delle ore che passereste a fare ricerche, telefonate, giri in macchina e attribuitegli un valore in base alla vostra retribuzione lorda oraria, aggiungete i costi vivi della benzina, delle telefonate, della navigazione internet e poi il costo “emotivo” dello stress, dei bisticci, della stanchezza, delle occasioni di svago mancate per stare dietro a tutto… e adesso valutate il preventivo del vostro wedding planner in competizione con il vostro cachet virtuale… scommetto che il consulente non vi sembrerà più così caro, ma, al contrario, straordinariamente economico!
Molto chiaro ed esauriente. C’è sempre un alone di mistero su questo aspetto e non ne capisco il motivo. Premesso che anche io mi sono chiesta per quale motivo una wedding planner dovesse lavorare gratis. Siamo ancora al punto che alcuni lavori vengono presi in considerazioni più di altri solo perchè in apparenza sembrano uno spasso? Una wedding planner mette comunque a disposizione le sue idee, il suo tempo, la sua esperienza. E poi sono d’accordo con te e con le altre anche sul fatto che se alcune trasmissioni hanno, per certi versi aiutato questa professione per altre hanno dato l’idea che una consulenza di questo tipo sia davvero alla portata di poche coppie.
Grazie del commento e del contributo. Il problema del prezzo (o meglio del valore) è ancora uno degli ostacoli più impervi alla diffusione di questo lavoro in Italia… a volte vorrei che fossimo in un po’ di più a sostenere la trasparenza e la ricerca di un modo corretto di lavorare 🙂
questo post era quello che cercavo da tempo!!
GRAZIE
Jessica