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Meet Marta (Studio A+Q), photographer

14 Gennaio 2013 by Barbara 8 commenti

Hello lovelies,

prima di tutto, wow! Lasciate che vi ringrazi per la straordinaria risposta che avete dato qui sul blog e sulla pagina Facebook al mio post di venerdì sulle diete prematrimoniali! Sono felicissima che le mie parole abbiano trovato un’assonanza in tante di voi, ma lo sarò ancora di più se mi prometterete di stare dalla parte delle vostre amiche future spose, facendo loro leggere il post e incoraggiandole ad essere sé stesse senza pretendere di assomigliare a qualche inarrivabile e assurdo modello di magrezza. Aiutatele a trovare il coraggio di tenere testa a fornitori (e purtroppo anche colleghi) che faranno leva sulla loro vulnerabilità cercando di cambiarle. Se è sbagliato che lo faccia un fidanzato, è demenziale che ci provi un fornitore pagato per aiutare gli sposi a essere più sereni!

Parlando di fornitori, oggi ospito Marta, la metà in gonnella dell’entusiasmante fotografico Studio A+Q. Ho girato a Marta (che risponde però anche per conto di Alessio, suo marito e socio in affari) alcune domande che come al solito aiutassero i futuri sposi a comprendere meglio il coinvolgimento di questo tipo di fornitori nella costruzione del matrimonio. Spero che questo sguardo dietro le quinte possa aiutarvi anche nella scelta del vostro fotografo (o della vostra fotografa)!

© Studio A+Q

© Studio A+Q

1. Come raccontereste in due frasi Studio A+Q a chi non vi conosce?
Studio A+Q è uno studio di artigianato fotografico, un progetto nato dalla volontà di offrire servizi progettati e realizzati con cura, meticolosità e dedizione. Nella vita siamo marito e moglie, diversissimi e complementari.

2. Come vi siete formati come fotografi? Quale elemento del vostro percorso credete sia stato più importante nel farvi diventare quello che siete ora?
Alessio è il “formato” dei due fotograficamente, ha seguito corsi, workshop, sessioni e ha lavorato come assistente per anni. Io sono tecnicamente totalmente autodidatta, o perlomeno Alessio-didatta, e per questo faccio la “spalla”, la mia formazione è stata umanistica, ho lavorato, e continuo a collaborare, con diverse case editrici e le mie esperienze lavorative in questo campo sono state la base “teorica” di Studio A+Q, perché per un fotografo è fondamentale saper fare belle foto…ma non basta. Io sono sempre alla ricerca di ispirazioni e in perenne osservazione di ciò che succede “in giro”, Ale poi lo mette in pratica.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

3. Occuparvi di matrimoni: una vocazione o una necessità?
Una vocazione, entrambi amiamo lavorare in questo campo. Forse come tanti è iniziato tutto dal nostro matrimonio, che abbiamo preparato totalmente da soli (ma tornando indietro, wedding planner tutta la vita!), divertendoci un mondo, ma incontrando enormi difficoltà a trovare un fotografo che fosse sulla nostra lunghezza d’onda (sono passati quasi cinque anni, ora ne avrei almeno 3 tra cui non saprei scegliere!). Quello che amiamo di più nel lavorare ai matrimoni è sentire la fiducia che gli sposi ripongono in noi, non solo come fornitori, ma nell’affidarsi a noi per conservare i ricordi del loro giorno più bello. Una sensazione ansiogena e gratificante allo stesso tempo. Poi io mi commuovo sempre, mi commuovono gli sguardi, mi commuove pensare di riuscire a immortalare la sintonia, l’amore di quel giorno, mi commuove pensare che attraverso il mio obiettivo diventeranno ricordi da custodire per sempre.  E amo quando succede, anche dopo 12 ore di servizio, alle 3 di notte, quando tutte le foto sono scaricate (e backuppate) che l’ultimo pensiero della sera sia per loro, e mi addormento distrutta, ma col sorriso.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

4. Come definireste il vostro stile?
Intimo. Il complimento che più ci fa piacere è quando qualcuno ci dice che è rimasto colpito dalla dolcezza delle nostre foto. Perché vuol dire che la tecnica (la macchina, l’ottica, le luci) ha incontrato lo spirito con cui scattiamo.
Ci sono alcune foto spettacolari di nostri colleghi che mi lasciano a bocca aperta quando le vedo, sia tecnicamente sia emotivamente, foto che però noi non scatteremmo mai. Per un fotografo è più importante avere il proprio stile, piuttosto che saper scattare come fa qualcun altro (o come è “di moda”) senza però avere una voce. Noi scattiamo solo le foto che “vediamo”.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

5. Quali consigli dareste agli sposi per esaminare il portfolio di un fotografo? Ci sono elementi tecnici (in positivo o in negativo) che possono essere valutati anche da un occhio “inesperto”?
Mentre cercavamo il nostro fotografo, da sposi, abbiamo fatto davvero indigestione di album/portfolio, ma mi rendo conto che allora ero totalmente sprovvista di elementi di valutazione. Ora, dopo anni di esperienza e migliaia e migliaia di foto di matrimonio scattate e viste, direi che mi sento in grado di poter fare da tutor! Se dovessi consigliare un’amica nella scelta (perché ha deciso di concedere a me e ad Ale una sera di festa, e di sposarsi in febbraio), le direi:

1. Prima di tutto impegnati a cercare tra i portfolio che esamini foto di matrimoni simili al tuo come stile>. Se il matrimonio è davvero in febbraio di sera in una cripta, non ha senso guardare solo foto di matrimoni in luglio celebrati di mattina su un prato, e sognare di avere foto così. In ogni caso c’è almeno una cosa da cambiare: o galleria fotografica, o data e stile del matrimonio;
2. Non lasciarti influenzare dalla bellezza degli sposi che vedi, perché la foto di una persona bella non è necessariamente una bella foto. Non so se sembra scontato o meno, ma so che non è sempre facile separare le cose. Per scegliere un fotografo davvero bravo bisogna imparare a guardare le foto al netto degli allestimenti e dell’estetica del matrimonio in generale. Perché, se di quelle foto ti hanno incantata la location wow, la sposa modella di Victoria’s Secret e lo sposo Abercrombie e non ti sei accorta che il fotografo ha problemi con il fuoco o con le inquadrature, purtroppo al tuo matrimonio quelle saranno le uniche cose in comune che avrete: le inquadrature cannate e la messa a fuoco “creativa” (ovviamente niente toglie che possiate sposare un uomo Abercrombie o una modella di Victoria’s Secret!);
3. Analizza lo stile narrativo del fotografo e decidi quello che vorresti per il tuo matrimonio. Vuoi un fotografo che si concentri nel raccontare la giornata con tanti dettagli, che racconti con la sua voce le tue nozze? O ne vuoi uno che segua solo voi sposi e si concentri magari soprattutto sui ritratti? Prima di iniziare a sfogliare mille mila gallery (che confondono tanto le idee), la cosa più importante è capire qual è il tuo desiderio e chiediti “Come voglio che venga raccontato il mio matrimonio?”. Poi cerca un fotografo che faccia quel tipo di lavoro, se quello che ti piace ha un portfolio pieno solo di ritratti degli sposi e tu invece vuoi tanti dettagli o scatti non in posa, forse stai pretendendo da lui/lei qualcosa che non sa o non ama fare.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

6. Secondo voi qual è il modo migliore per trovare un fotografo: fiere, web (portali di settore o blog o siti?) o passaparola?
Web e passaparola. Siamo due amanti della rete, e crediamo fortemente nella potenza della condivisione, in rete puoi trovare tutte le informazioni che vuoi su un fotografo: portfolio, pareri dei clienti e dalla sua attività social puoi capire tanto. Puoi farti un’idea del professionista già prima di incontrarlo e per questo è essenziale avere una reputazione online professionale, che rispecchi l’attività e lo spirito della società. I nostri sposi arrivano da noi al 40% con il passaparola di altri clienti o da colleghi o da eventi specifici (non siamo da mega-fiere), e al 60% da internet, dai social network (Facebook e Instagram in primis) e dai wedding blog (italiani e stranieri), invece la percentuale di sposi che ci ha trovato tramite i grandi portali di matrimonio “classici” è molto più vicina allo zero che all’1.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

7. Cosa è giusto aspettarsi da un primo appuntamento e quali domande dovrebbero fare gli sposi prima di prendere decisioni?
Secondo me gli sposi dovrebbero chiedere a un fotografo tutto quello che gli passa per la testa subito, dovrebbero togliersi tutti i dubbi (sì, chiedeteci pure “Ma farete qualche foto ai nostri genitori?” o “Ci saranno delle foto di me che arrivo all’altare?”), nessuna domanda è inutile se riesce a fugare un dubbio che avete. È vero che un professionista ha una certa capacità di lettura nei desideri dei futuri sposi, ma perché non stare sereni e chiedere tutto? Non ci è mai capitato, e non succederà mai, di pensare che una domanda di un futuro sposo o sposa sia sciocca, perché questo è il nostro lavoro e siamo noi a dover spiegare le cose come stanno. Io per esempio adoro il mio meccanico e il suo “customer service”. Una volta sono andata da lui (a piedi) dicendo di avere la batteria a terra, a lui sono bastate un paio di domande per capire che mi era finita la benzina. Mai mi ha trattato da ignorante o da “ma come fai a non sapere certe cose?” (pur avendone tutto il diritto in effetti). E io torno da lui, perché so che è un professionista serio, onesto, e posso contare su di lui per risolvere situazioni in cui brancolo completamente nel buio. Insomma non abbiate paura di chiedere qualsiasi cosa al fotografo quando lo incontrate, ma soprattutto osservate come si pone nei vostri confronti. Anche umanamente. Sarà con voi tutto il giorno del vostro matrimonio. Avrete voglia di averlo accanto?

© Studio A+Q

© Studio A+Q

8. Quante ore di post produzione ci sono in media per andare dal materiale grezzo (n. scatti in media) al materiale finito (foto eventualmente post-prodotte, tagliate, selezionate, preparate per l’album)? Ovviamente nel vostro modo di lavorare.
La domanda più difficile di tutte, e il nostro punto debole. Non abbiamo mai quantificato in termini temporali il nostro flusso di lavoro, che ovviamente cambia in alta e bassa stagione. Direi che in generale, se idealmente ci potessimo occupare solo di quello e non avessimo altri lavori in mezzo, dalla massa informe di file RAW [il formato RAW – letteralmente ‘grezzo’ – è l’equivalente digitale dei negativi dei vecchi rullini analogici, n.d.f.] scaricati la sera del matrimonio alla gallery + dvd + impaginazione dell’album finiti e pronti da consegnare ci sarebbe bisogno di tre settimane, lavorando tutti i giorni solo a quel matrimonio (le foto sono lavorate tutte una per una, non c’è alternativa per noi). Nella realtà, mettendoci i weekend di trasferte, i lavori infrasettimanali e le altre incombenze da ufficio (mail, posta, e tutte le commissioni), il tempo necessario per una consegna è dalle 6 alle 8 settimane per avere un lavoro perfetto. Anzi no, in generale per avere un lavoro. Mai consegneremmo un lavoro meno che perfetto.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

9. Album con foto incollate o foto libro? Secondo voi quali sono i pro e i contro?
Quello che sto per dire va totalmente contro i miei interessi, ma per me come l’album classico con le stampe non ce n’è! Senza nulla togliere ai foto libri che possono essere davvero magnifici e qualitativamente eccellenti (e molto più veloci da preparare per il fotografo!), io amo troppo l’album con le foto incollate, sanno di mia nonna, di album di famiglia, di ricordi.

10. Cosa vuol dire quando si legge Fine Art, relativamente a stampe e album?
Vuol dire una stampa artigianale, e non automatizzata (inserisco penna usb, dopo 2 minuti escono le stampe in automatico dalla mega-stampante). Sono stampe in cui la tipologia di carta, i profili colori, la calibrazione e la resa sono curate minuziosamente. Una foto fine art non risponde alla sola esigenza di avere un’immagine digitale stampata, ma è una stampa esteticamente e qualitativamente curata di quell’immagine digitale.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

11. Wedding planner. Quali sono nella vostra esperienza gli aspetti positivi di lavorare a un matrimonio quando c’è una wedding planner nel team, e quali le eventuali controindicazioni? In che modo un wedding planner può essere utile? O è del tutto ininfluente perché il rapporto col fotografo è più diretto?
Ok, niente piaggerie: la/il wedding planner per noi può essere il miglior e il peggior compagno di viaggio. Ovviamente dipende dal professionista con cui stiamo lavorando, anzi… prima di tutto se si tratta di un professionista o no. Abbiamo lavorato con wedding planner che vorrei avere con me tutti i giorni da quanto è stato piacevole lavorare insieme. Anche se i fornitori vengono scelti dagli sposi in autonomia, se c’è una/un wedding planner è a lei/lui a cui tutti faranno riferimento. E se quel riferimento brancola nel buio o, orrore, quel riferimento è isterico/ansioso/ansiogeno tutti gli ingranaggi scricchiolano e il matrimonio si farà comunque, ma con un’impennata di vendite di Maalox. Quindi, ricapitolando, adoriamo lavorare con le wedding planner perché ci sollevano da molti compiti che non ci spettano (ma che ci vengono attribuiti perché siamo gli unici fornitori che passano l’intera giornata con gli sposi, e quindi i più “informati sui fatti”), perché rassicurano gli sposi prima del grande giorno, perché dettano un’agenda nel giorno del matrimonio, insomma è un piacere lavorare con dei professionisti che conoscono e rispettano il lavoro di tutti i fornitori, ed è un piacere… anche se ci fanno rimpiangere di non aver cercato una WP per il nostro matrimonio!

Allora, che ve ne pare? Avete trovato utili e interessanti le risposte di Marta? Io molto, e ne ho tratto conferme del mio modo di scegliere i fotografi per gli sposi, ma anche nuovi spunti.

Siete curiosi di sapere come faccio di solito? Eccovi serviti! Seleziono una piccola rosa di potenziali fornitori, scegliendoli con uno stile complementare a quello dei futuri sposi e della festa che sto organizzando per loro, e con un listino compatibile al budget dell’evento, poi compilo una brevissima scheda (che riscrivo ogni volta per adattarla alla coppia) in cui descrivo ciascun fornitore coi suoi punti di forza, la fascia di prezzo in cui si colloca, e alcuni link a portfolii e/o foto disponibili online. Con queste informazioni i miei clienti vanno da soli a un primo appuntamento con ciascun fornitore. Li mando soli proprio affinché possano capire fin da subito se c’è feeling col fornitore, senza che il primo impatto sia influenzato dalla mia presenza. Una volta che gli sposi hanno avuto modo di conoscere bene ciascun fotografo, visionare portfolii e fare ogni genere di domande, di solito vanno a colpo sicuro con una decisione e a quel punto io riprendo le redini del rapporto di coordinamento.

Et voilà! Domande?

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: fornitori, foto di matrimonio, fotografia, Studio A+Q

Pillola di fatamadrina 5 – ogni cosa al suo posto (e un posto per ogni cosa)

11 Novembre 2011 by Barbara Lascia un commento

Avere una mente organizzata non è priorità esclusiva dei wedding planner, per cui sono sicura che molti di voi mi capiranno quando leggeranno questa pillola.

Sapete cosa vuol dire l’adagio del titolo, no? Che l’ordine (e, alcuni sostengono, la bellezza) nasce laddove ogni elemento ha una sua posizione specifica e dedicata, ritagliata su misura. Per me vale lo stesso per le persone, che stanno bene e a loro agio in ciò che è a loro congeniale. E in quelle condizioni danno il meglio di sé.

Applicate questa massima a voi stessi, cercando di ricreare un evento che vi metta a vostro agio, ma anche ai vostri fornitori, affidandovi a quelli che dimostrano di essere specializzati nell’incarico che affidate loro. Insomma, non chiedete a un catering di occuparsi dell’allestimento, o a un allestitore di farvi da coordinatore, ma lasciate che diano il meglio di sé in ciò che è loro più congeniale. Siate certi che il risultato sarà il migliore possibile!

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, fornitori, matrimonio

Wedding planner: un servizio, non un lusso

27 Luglio 2011 by Barbara 17 commenti

Oggi, mentre mi regalavo i miei 10 minuti di navigazione (ci vuole un isolamento digitale, per concludere certi progetti, ho scoperto), sono incappata in questo bellissimo post di una collega statunitense: What exactly DOES a wedding planner do? [che cosa fa una wedding planner in pratica?!]

Ve ne riporto alcune parti, parafrasandole liberamente, perché riprendono un mio intervento sull’argomento. Mi era capitato che in rete, in uno spazio comune, una donna (sicuramente ben intenzionata) argomentasse che i wedding planner sono snob esosi e presuntuosi, che svolgono un mestiere inutile imponendo eventi dispendiosi e di pessimo gusto agli sposi. La sua argomentazione era che chiunque può organizzarsi un matrimonio migliore da sé. La mia era che io, come molti colleghi, svolgiamo un servizio non indispensabile ma utile. Non per tutti ma per coloro che lo desiderano. Sostenevo inoltre che ci sono persone che a volte si fanno la tinta in casa (io, per dirne una), persone che si depilano con cerette a freddo domestiche (sempre io, quando non ho tempo di prendere appuntamento), ma che nessuno si sogna di dire che parrucchieri ed estetisti sono parassiti inutili (tanto meno io, che sarei persa senza Rosario e Betty!). Lei ribatteva che il paragone non reggesse.

Be’, con piacere leggo Ang Jandak proporre un ragionamento simile. Ang ci spiega che un wedding planner:

– produce un servizio, che gli sposi potrebbero certamente produrre da sé, come possono cambiarsi l’olio della macchina e ripararsi un rubinetto. Però, assumendo un wedding planner, si pagano il beneficio di avere qualcun altro che se ne occupi;
– è neutrale, non ha legami di parentela o amicizia con i parenti e gli amici degli sposi, quindi può permettersi di farsi portavoce di scelte impopolari, e gli sposi possono usarla proprio come parafulmini (quante volte, ai miei sposi, suggerisco di dare la colpa a me, per esclusioni o strane scelte di fornitori!) liberandosi di sensi di colpa e pressioni parentali;
– mantiene le distanze e ha una visione d’insieme che le permette di dare il giusto peso a ogni dettaglio, gestendo ogni elemento in base a criteri rigorosi di priorità e importanza;
– non è un ospite, quindi non è presente per godersi la festa, ma per far sì che questa funzioni!
– è l’intermediario degli sposi, il cuscinetto che filtra i piccoli drammi (per i quali altrimenti si richiederebbe l’intervento degli sposi) e li risolve prima che chiunque se ne accorga;
– organizza altri matrimoni oltre al vostro. Questo significa che se anche un fornitore qualsiasi può pensare di provare a fregarvi (perché tanto non vi sposerete una seconda volta), difficilmente lo farà in presenza di un wedding planner che potrebbe portargli altri clienti… o più nessuno;
– lavora nel migliore interesse degli sposi, perché è da loro che è pagata, sta sul collo ai fornitori perché diano il meglio di sé, risolve i problemi prima quasi che appaiano, vi aiuta a ottenere il massimo dalle vostre risorse, perché la vostra soddisfazione è la sua missione.

In breve: avete bisogno di una wedding planner a tutti i costi? No, ovviamente, ma potreste desiderare di assumerne una.

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, domande, fornitori, priorità, risparmio, wedding planner

Pollice verso, pollice sù – Christmas Edition

20 Dicembre 2010 by Barbara 7 commenti

È la settimana di Natale e io sto organizzando tutto perché presto questo spazio sia pronto ad ospitare la sua prima guest blogger…

Nel frattempo l’occhio viene rapito dalle creazioni meravigliose che menti ispirate da tutto il mondo riescono a produrre in questo periodo… dal party natalizio assolutamente adorabile organizzato da Be Inspired PR…

california christmas table

© Hostess with the Mostess

… al numero di dicembre di NonPareil Magazine, che presenta una serie di matrimoni ispirati ai principali blog di settore d’oltreoceano…

non pareil magazine

… dalle idee per pacchi speciali raccolte su Giverslog…

giverslog

© Giverslog

… alle creazioni di Olivia Kanaley per Victoria Magazine.

Victoria Magazine

© Victoria Magazine

Per chiudere l’anno in bellezza mancava solo un’edizione speciale del pollice verso/pollice sù di fatamadrina, no?!

Ed eccolo qui, allora.

Pollice sù

Tre cose mi hanno fatto completamente e irrimediabilmente innamorare, quest’anno. Tre cose legate tra loro da un comune denominatore che un giorno vi spiegherò meglio. E tre cose che hanno il potere di farmi sorridere anche nei momenti più bui… è presto detto:

1. i video di Shark Pig

The Antonias from Shark Pig on Vimeo.

2. le compilation di Flashdance, e la filosofia del “dj umano”, come ama definirsi Michael, che vorrei sposassero tutti i dj italiani:

I AM NOT going to tell corny jokes on the mic (non farò battute trite al microfono)
I AM NOT going to play trance at your wedding! (non manderò musica trance al tuo matrimonio)
I AM NOT going to play desperate, crappy disco to try to “Please everyone” (non metterò schifosa musica da discoteca solo per “accontentare tutti”)
I AM NOT GOING TO PLAY DESPERATE CRAPPY ANYTHING! (non metterò NIENTE di schifoso)
I AM NOT going to be an ego driven “artist” and only play what “I” want to hear (non sarò un “artista” egomaniaco e non suonerò solo quello che voglio sentire)
I AM NOT going to be a shitty wedding DJ! (non sarò un osceno dj da matrimonio)
I AM NOT going to play thug hip hop at your dinner (unless of course…) (non manderò hip hop pesa alla cena… a meno che ovviamente…)
I AM NOT going to play ipods/cds (non farò musica con ipod o cd)
I AM gonna play VINYL (remember that format?) (metterò su dei dischi… ricordi quel formato?)
I AM going to play the perfect music for the mood of the people in attendance (metterò la musica più adatta allo stato d’animo di chi partecipa)
I AM going to be able to read the crowd and build the energy accordingly (sarò in grado di interpretare il pubblico e caricarlo di energia di conseguenza)
I AM going to seemlessly blend from dinner to dance party (sarò in grado di passare senza soluzione di continuità dalla cena alla festa)
I AM going to make you dance your ass off (vi farò ballare fino allo sfinimento)
I AM going to make you laugh (vi farò ridere)
I AM going to make you cry (vi farò piangere)
I AM going to make your friends jealous (farò in modo che i vostri amici siano invidiosi)
I AM going to create lifelong memories… (creerò ricordi che dureranno tutta la vita)

the flashdance

© The Flashdance

3. gli eventi di bash, please (ovvero l’agenzia nata dall’unione delle forze di Bash Eco Events e Yes, Please)

ph. Raya Carlisle via Style Me Pretty

ph. Raya Carlisle via Style Me Pretty

Pollice verso

Le cose che invece non ho sopportato, nel 2010, includono:

1. i blog che non sanno cosa vogliono fare da grande… si vestono da blog di settore, e poi passano interi post a fare i diari personali. Il tocco personale ci vuole certamente, per appassionare i lettori e fare capire che dietro le mani che scrivono c’è un cuore che batte di passione e voglia di comunicare (piuttosto che una segretaria pagata a cottimo per tenere in piedi una piattaforma, per dire…). Ma se poi il post non mi dice qualcosa di oggettivamente interessante (consiglio, idea, ispirazione)… be’, che senso ha?!

2. tutti quelli che svalutano questo mestiere bello ma difficile, promuovendolo a tappeto e solo con lo scopo di arricchirsi, come se fosse un passatempo simpatico per casalinghe e studentesse (come recita il testo di un corso per wedding planner proposto da un ente locale del nord Italia), insomma, è sottinteso, come se si trattasse di un’attività che chiunque possa intraprendere con facilità estrema e senza reale esperienza;

3. le fiere di settore in Italia, ingessate, o peggio mescolate a quelle dell’arredamento e/o dell’artigianato… ma come a caso, senza un vero filo conduttore stilistico, con i fornitori ammassati senza una logica, gli stand tristi e poco curati, i tovagliati di fiandra di vent’anni fa, le partecipazioni in carta ocra e corsivo inglese, le hostess con l’aria un po’ scocciata… e poi le polemiche sui giornali locali perché la gente non va più alle fiere.

Ed è anche per questo che i miei propositi per l’anno nuovo includono:

1. far crescere questo blog, ospitando guest blogger brave ma che magari non hanno ancora uno spazio di espressione loro, e che abbiano voglia di aderire al progetto di creare uno spazio utile, informale, schietto e se possibile originale. Collegandolo meglio con la sua controparte in inglese (scommetto che nessuna di voi ci ha fatto caso, eh?!) di modo che anche chi non parla italiano possa seguire gli stessi contenuti senza dover impazzire a scrollare il testo alla ricerca della traduzione! Promuovendo le partnership con altri blog di settore che abbiano spirito affine.

2. sviluppare un progetto di informazione relativo al mestiere di organizzazione matrimoni che sia il più possibile trasparente, sincero e disinteressato (insomma, non ho voglia di fare business alle spalle delle aspirazioni di nessuno!).

3. creare un evento unico nel nord Italia che affronti il tema dell’organizzazione eventi privati in modo veramente diverso e originale e italianamente… rad!

E con questo vi saluto!

Categoria: ispirazione per matrimoni Tag: blog, fatamadrina, fiere, fornitori, Natale

Guru o non guru?!

7 Dicembre 2010 by Barbara 3 commenti

Questo post è nato un lunedì di qualche settimana fa, dopo aver incastrato per benino tanti task (e averli portati a termine) e con alle spalle una chiacchierata piacevolissima quanto inaspettata con uno spirito affine al bar… poi però si sono accavallati gli impegni, la to-do list ha preso quella strana piega che prende sempre più spesso (allungarsi, invece che accorciarsi, col tempo)… e in mezzo c’è stato anche il corso promessisposi per cui il post è rimasto fermo.

E per fortuna, alla fine, così ho avuto anche il tempo di sbirciare alcune puntate di Wedding Planners su Real Time e raccogliere nuovo materiale!

Perché il tema del post è… i fornitori guru!

Ok, partiamo dalle definizioni. Che cosa intendo per “fornitori guru”? Diciamo che penso a tutti quei fornitori che diventano punti di riferimento per la categoria merceologica/di servizio di cui si occupano. Quelli che vengono intervistati regolarmente dai giornali (un’intervista una tantum come quella che mi ha fatto la redazione di Casa Facile a Ottobre 2010 non fa testo, sigh), di cui si chiede sempre l’opinione e poi la si riporta come se fosse LA LEGGE.

© Amy Atlas

© Amy Atlas

Insomma, a tutti starà venendo già in mente più di un nome… e non solo tra i wedding planner rinomati, infatti ci sono fornitori guru tra i fioristi (flower designer, scusate), tra le società di catering e tra i sarti di abiti da sposa. Ci sono fornitori guru a livello nazionale e a livello locale (avete presente quel catering che si chiama mentre ancora il fidanzato vi tiene la mano con l’anello di fidanzamento appena infilato, per essere sicure che abbiano la data libera?!).

Ma soprattutto ci sono i fornitori guru che hanno un buon carattere e quelli che, francamente, si comportano come prime donne. Ed è di questo che vorrei parlare oggi. Lo vorrei fare per aiutare chi sta scegliendo i propri fornitori in questo momento e, di fronte alla vastità di offerta disponibile sul mercato, si chiede se non valga la pena spendere un po’ di più per accaparrarsi un fornitore rinomato e trend setter invece che un semplice artigiano come gli altri. L’opinione di fatamadrina? Dipende.

Prima di tutto, resto dell’idea che il rapporto umano che si riesce a instaurare con un fornitore sia sempre l’elemento fondamentale per determinare la buona riuscita del rapporto di lavoro.

Quindi prima ancora di chiedervi quanto è importante il fornitore che state incontrando, prima di contare le foto di celebrity che ha appese nel suo studio, prima persino di valutare lo spessore del suo portfolio, osservate attentamente la relazione che riesce a creare con voi. Quanto vi ascolta. Come vi ascolta. Non permettete a nessuno di farvi sentire come se steste elemosinando un favore, chiedendo una consulenza. Siete clienti paganti e come tali dovete sempre essere trattati.

© Martha Stewart

© Martha Stewart

Ma c’è di più. Siete esseri umani alle prese con un evento importantissimo della vostra vita personale, un evento che coinvolge tutto il vostro essere, la vostra personalità e la vostra sfera affettiva. Insomma, siete voi la prima donna (o le prime donne… a seconda dell’ego del partner!) dell’occasione e nessuno deve permettersi di togliervi da questa posizione centrale. Non sostengo che dobbiate essere trattati come bambini viziati a cui tutto è concesso a priori, né che tutto il mondo si debba piegare ai vostri desideri incondizionati. Ma sicuramente i vostri sentimenti dovranno essere i primi ad essere presi in considerazione e i vostri desideri i primi ad essere ascoltati. Anche se non sono “alla moda”. Così, se tutte le riviste dicono che il rosa è il colore del 2011 (mmm, io la penso altrimenti, ma lasciamo perdere!) ma voi odiate il rosa, non dovreste avere neanche una sfumatura di quel colore coinvolta nel vostro matrimonio.

Non siete scolari discoli a scuola di bon ton, pertanto accettate i consigli espressi con cortesia e argomentazioni sensate ma rifiutatevi di piegare le vostre legittime aspirazioni e desideri ai dettami del “così non si fa”. Un buon fornitore sa che ogni evento a cui mette la firma andrà a formare un tassello del suo biglietto da visita più importante, pertanto è evidente che cercherà di evitare ogni cattivo gusto, ogni sbavatura e ogni gaffe. Ma se neppure lui (o lei) è in grado di spiegarvi perché vi sta dissuadendo da una certa decisione, o di fornirvi un’alternativa che rispetti la vostra personalità, allora diffidate dalla sua consulenza. Nella migliore delle ipotesi è basata su una certa arroganza di stile, nella peggiore è un servizio standard che prescinde dal cliente che ha di fronte.

Insomma, se volete il mio consiglio, io non sceglierei mai un fornitore solo perché è un guru. Piuttosto lo sceglierei, nonostante sia un guru, se lo trovassi rispondente alle caratteristiche di affidabilità, esperienza e disponibilità che mi aspetto da un fornitore.

PICCOLA NOTA PER ASPIRANTI WP

Alcuni anni fa, collaborando con una squadra di wedding planner molto affermata di Milano, che organizzava un matrimonio in una location spettacolare (e costosissima), ho assistito a un dialogo con gli sposi al limite del surreale. I fornitori dovevano spiegare agli sposi l’importanza del noleggio di una tensostruttura per rendere possibile l’evento (per dire quanto era rilevante, in seguito la location stessa ha reso obbligatorio questo accessorio per chiunque voglia prenotarla). Gli sposi, pur molto affluenti, nicchiavano di fronte all’investimento a 3 zeri per una serata d’estate. Invece che argomentare serenamente ma fermamente la loro insistenza (magari con qualche storia del terrore fin troppo reale, di feste rovinate dal maltemo, o con un banale confronto dei prezzi tra spesa previdente e spese per un recupero in extremis, come faccio io di solito in questi casi), i fornitori hanno alzato la voce, hanno accusato gli sposi di voler sabotare il loro stesso matrimonio, di voler fare risparmi da pezzenti e via con queste amenità. Con mio grande sconcerto gli sposi hanno piegato la testa alla lavata di capo e chiesto scusa. Il loro matrimonio è poi venuto benissimo, stilosissimo, rispondente ai loro desideri. Ma a me è rimasta da quel giorno la convinzione che un rapporto di lavoro del genere fosse sbagliato e potenzialmente minasse il mercato per tutti gli altri fornitori. Perché senza dialogo costruttivo coi nostri clienti non siamo nessuno. E la moda di oggi è spesso il fuori moda di domani, per cui meglio essere artigiani onesti e capaci che lavorano il giusto con costanza, piuttosto che fuochi di paglia che poi si ritrovano a litigare sul marchio che avevano creato, no?

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, fornitori, guru, wedding planner

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Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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