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La guida definitiva agli abiti da sposa (secondo fatamadrina)

9 Settembre 2010 by Barbara 9 commenti

Eccoci qui, infine, il tanto agognato post sugli abiti da sposa!

Lo scopo è creare una specie di guida compatta a che cos’è e come si sceglie un abito da sposa. Non troverete (o quasi) le classiche indicazioni da riviste di settore, tipo quale stile sta bene a chi, e quali siano i colori migliori per far risaltare la carnagione, e così via. Proprio no! Piuttosto, come al solito, cercherò di darvi qualche dritta da “addetta ai lavori”, una specie di decalogo da studiare prima di cominciare a girare gli atelier per essere pronte a tutto… ma soprattutto a innamorarvi di lui, “IL vestito”.

Cominciamo dai fondamentali:

1. il vestito da sposa non si sceglie, è LUI che sceglie voi, non pensate che si tratti di un’esagerazione perché l’esperienza mi ha insegnato che questa è la verità per eccellenza in materia. Per quanto possiate avere una preferenza per una linea o per qualche dettaglio, in definitiva niente vi convincerà come il modo in cui un particolare vestito, nel complesso, si adatta alla vostra immagine. E questo è imprevedibile. Proprio per questo motivo non fissatevi in anticipo di dover girare dieci negozi o viceversa acquistare l’abito per forza in un dato negozio, foss’anche l’atelier Spose di Giò a Monza! Finireste per farvi distrarre dall’unica cosa che conta: il messaggio viscerale che vi manderà il vostro stomaco quando vi guarderete nello specchio.

© Spose di Giò

© Spose di Giò

2. Non si dovrebbe mai scegliere un vestito sulla carta, senza averlo provato. Questo, per lo stesso motivo già espresso, cioè che non è possibile visualizzare la sensazione che un abito vi darà una volta indossato. Per questa ragione è vivamente sconsigliato ricorrere ad una sarta a cui far realizzare un modello a partire da un disegno o una foto. Al massimo potete portarle un abito (da sera o meno) che avete già indossato e che vi ha fatto innamorare, e che volete semplicemente realizzare in un colore diverso o con qualche dettaglio in più o in meno. Su questo aspetto fidatevi, vi prego. Immaginate cosa vorrebbe dire se alla prova, un mese prima della cerimonia, vi accorgeste che quello che credevate potesse piacervi, una volta indossato non vi convincesse… Sempre per questa ragione fate molta attenzione all’acquisto (o noleggio) online del vostro abito. Affidatevi solo a siti o servizi che consentono il reso, e fatevi inviare l’abito con largo anticipo (almeno 6 mesi), in questo modo avrete il tempo di sostituirlo, se non vi convince.

Abito di Pronovias in vendita su IOmisposo.com

Abito di Pronovias in vendita su IOmisposo.com

3. Nella ricerca dell’abito da sposa evitate di farvi accompagnare e consigliare dalla mamma o dalle amiche. Ne ho già parlato, lo so, ma qui ricorderò solo le motivazioni principali di questo consiglio. Prima di tutto le priverete del piacere della sorpresa di vedervi per la prima volta quel giorno, tutte pronte. E credetemi, se sapeste che emozione è per loro non gliela vorreste togliere mai. In secondo luogo qualsiasi distrazione dall’ascoltare le vostre proprie reazioni è sempre rischiosa. Ancora una volta, vi prego di fidarvi: non avete bisogno di nessuno che vi aiuti a scegliere o vi dica come vi sta un vestito. Infatti, lo shopping nuziale è uno di quei rari casi in cui potete fidarvi ciecamente dei consigli e dei giudizi delle commesse, perché è contrario al loro interesse far uscire una sposa non perfetta.

Detto questo, però, devo ammettere che non tutte le commesse di atelier sono professionali quanto dovrebbero. Come con tutti i fornitori che avvicinerete nell’organizzazione del vostro matrimonio, anche con loro dovrete cercare di soppesarne l’esperienza e il savoir faire, prima di poter decidere di fidarvi ciecamente. In definitiva, la ricerca dell’abito giusto va di pari passo con quella dell’atelierista giusta. Anche per riuscire a fare queste valutazioni in serenità è sempre bene presentarsi da sole al primo appuntamento per capire che relazione sono in grado di instaurare con voi.

Ma come individuare una brava atelierista? Di criteri oggettivi ce ne sono pochi, ma vi dirò quali sono i campanelli d’allarme per me.

Io diffido delle commesse che:
– di fronte a una ragazza che non ha ancora trovato l’abito che le mozzi il fiato, cercano di convincerla ad acquistare comunque uno degli abiti che ha provato. Preferisco di gran lunga una commessa onesta, che lasci libera la futura sposa di continuare a guardarsi intorno (provando altri vestiti in atelier, se ci sono, o andando altrove) fino a che non è convinta. Le brave atelieriste sanno che è meglio anche per loro, perché quando una sposa si sente rilassata torna più volentieri e le consiglia alle amiche;
– non aggiungono abiti di propria spontanea iniziativa alla selezione da farvi provare. Nella mia esperienza raramente le spose scelgono uno degli abiti che hanno chiesto di provare, più spesso scelgono quello che la commessa ha con nonchalance appeso tra gli altri, scegliendolo sulla base dell’analisi che ha fatto delle richieste e dell’atteggiamento e lo stile della futura sposa. Perché è molto raro che una ragazza sappia esattamente qual è l’abito da sposa che la valorizzerà e la soddisferà al meglio… per il semplice motivo che difficilmente ci è passata prima!
– non fermano il vestito con spilli e quanto a loro disposizione per farvelo aderire il più possibile. E’ risaputo che gli abiti campione sono in taglie standard non necessariamente adatte a vestire tutte le donne, ed è altrettanto indiscutibile che non è possibile valutare la reale vestibilità di un capo con una persona che ve lo tiene su da dietro. Esigete che i capi vi vengano sagomati addosso per quanto possibile anche in prova. La giustificazione di alcuni, che i capi poi si rovinano, è inaccettabile e disonesta. La realtà è che i capi campione sono già acquistati dai negozi in conto vendita e che spesso vengono messi in vendita a fine stagione come capi outlet a prezzi stracciati proprio perché sono stati provati e riprovati. Chi non vuole rovinarli è perché vuole venderli a prezzo intero. No comment.
– in generale dimostrano fretta, insofferenza, impazienza, poco entusiasmo. Non è solo dimostrazione di scarsa professionalità in generale, ma è particolarmente paradossale in questo settore, in cui il meccanismo di selezione dell’abito da acquistare è delicatissimo, oltre che un investimento non indifferente. Se qualcuno vi tratta meno che con i guanti di velluto siate dirette, chiedetegli se hanno avuto una brutta giornata e se è meglio che vi riaggiorniate a un altro momento, può capitare a tutti una notte insonne o un problema famigliare che ci distraggono dal lavoro. Ma se la loro reazione non vi rassicura, scappate a gambe levate. Se sono così quando siete ancora una potenziale cliente, immaginate come diventeranno dopo che avrete già pagato la caparra o saldato il vestito!

Net-à-porter

Net-à-porter

Ma, senza entrare nel dibattito su scollature, ampiezza della gonna, strascico sì/no, quali sono i grandi filoni in cui si dividono gli abiti da sposa? Citerò i fondamentali, per me, ovviamente! Per il resto la rete e le riviste sono piene di risorse esaustive che non ha senso che io stia a ricopiare qui, no?!

1. la sposa da cattedrale, come la definisco io, ovvero in lungo, in bianco (o sfumatura di bianco, dall’avorio al panna, all’ottico al latte…), con velo… insomma, super-tradizionale. Se amate la tradizione e avete organizzato un matrimonio in grande stile questa è sicuramente l’opzione giusta per voi. Sceglierete un abito di alta fattura, con decori in pizzo o ricami preziosi (se li gradite), con strascico e accessori e il velo adeguato (che è lungo). Le cose a cui fare attenzione sono solo due: la scelta degli accessori, da ridurre al minimo, perché un abito di questo tipo è così importante che non richiede orpelli, e il modello di bouquet, che sarebbe meglio fosse a fascio, ma che sicuramente vi sarà consigliato dal fiorista.

© Vera Wang

© Vera Wang

2. la sposa vintage, sia in chiesa sia in comune, si riconosce perché preferisce ripescare un abito dal repertorio di famiglia o in un negozio non da sposa. I modelli più amati sono quelli anni Cinquanta e Sessanta, con le gonne a campana che arrivano appena sotto al ginocchio e la vita stretta da giacchini avvitati con cintura. Se siete originali, fuori dagli schemi, o magari alle seconde nozze, questa soluzione è perfetta per voi. Potrete sbizzarrirvi con gli accessori in testa (una veletta è adorabile) e con i colori del bouquet (rigorosamente rotondo) ma soprattutto potrete scegliere come scarpe delle adorabili Mary Jane (il modello col cinturino).

© Kirtsten Ellis of Beaux Arts Photographie via OnceWed.com

© Kirtsten Ellis of Beaux Arts Photographie via OnceWed.com

3. la sposa colorata, quella che per onestà intellettuale (suvvia, in quante arriviamo vergini all’altare, ormai?!…) o anche solo per gusto, in bianco proprio non ci si vede. E se appartenete a questa categoria, già lo sapete, avrete di che sbizzarrirvi! Perché una volta violato il tabù, la moda di settore offre veramente possibilità infinite, dai colori pastello, al rosso fuoco (il colore pieno più gettonato), dalle fantasie (ampiamente sdoganate quest’anno anche da Pignatelli) alle nuance sovrapposte. Ce n’è veramente per tutti i gusti. La cosa più importante è non avere paura di osare. Il colore può essere un’opzione deliziosa ed elegante quanto se non più del classicissimo bianco.

© Anna Ceruti

© Anna Ceruti

E questo è tutto, per me. Spero di avervi offerto uno strumento utile… e non vedo l’ora di leggere le vostre storie d’atelier!

Un abbraccio dalla vostra fatamadrina… perché anche senza quei metri di seta color del cielo so già che sarete bellissime!

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Categoria: ispirazione per matrimoni Tag: abito da sposa, Anna Ceruti, cattedrale, Io Mi Sposo, Net-à-porter, Pronovias, Spose di Giò, Vera Wang, vintage

Info Barbara

Hi, my name is Barbara and until 2016 I used plan bespoke weddings in Italy as fatamadrina. What I loved best about my job was working with free-spirited couples and in my posts I share insights and advice on planning a unique wedding in Italy.

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Commenti

  1. Sandra dice

    10 Settembre 2010 alle 15:54

    Complimenti davvero per il sunto, divenrtente e utile. Interessanti i consigli per individuare il bravo atelierista! La mia esperienza personale? Chiedevo un abito lineare, magari col pantalone, non il classico abito da sposa che mi facesse sembrare le braccia delle lonze insaccate e MAI, assolutamente MAI il velo. E cosa mi fanno provare? Un abito classicissimo, tutto pizzi e ricami, maniche modello “lonza ricamata” e…….VELO!!!!! E mi hanno fatta uscire da li VESTITA, COL VELO, un finto bouquet di calle e la marcia nuziale di sottofondo……forse sperando di commuovere me e mia madre (che attendeva al di la della tenda rossa), ma con l’unico risultato di farci fuggire a gambe levate!!!

    Rispondi
  2. Enrico dice

    10 Settembre 2010 alle 16:40

    Complimenti per blog e sito: vi sono giunto per caso, li segnalerò
    alle amiche prossime al matrimonio.

    Cordialmente

    Rispondi
  3. Valentina dice

    13 Settembre 2010 alle 13:05

    quanto mi piace il vestito di Vera Wang….. peccato che sono già sposata… o per fortuna visto che non potrei permettermi un vestito di Vera Wang! Va bè, Fata volevo dirti che ho letto il tuo articolo su Casa Facile. COMPLIMENTISSIMI!!!

    Rispondi
  4. IDA Lifestyle dice

    13 Settembre 2010 alle 13:49

    Anche se mi sono sposata lo scorso anno leggo sempre con piacere i tuoi post, sono sempre intelligenti e pieni di spunti interessanti!
    E per quanto riguarda la prima asserzione concordo in pieno..e’ il vestito che trova te e non viceversa!

    Rispondi
  5. Fatamadrina dice

    13 Settembre 2010 alle 14:36

    @Sandra… sto ancora rabbrividendo al finto bouquet di calle e la marcia nuziale!! E ti confermo il tuo sospetto: questi teatrini sono a tutto beneficio delle madri, che si sà, spesso tengono ancora i cordoni della borsa!!
    @Enrico, grazie del pensiero!
    @Valentina, grazie!! Comunque, diciamolo, un Vera Wang non se lo negherebbe nessuno, potendo!! E non solo economicamente… mi dicono che le taglie non vadano oltre la 44 sigh!
    @Ila!!! Ormai io e te siamo spiriti affini! 😀

    Rispondi
  6. Veronica dice

    29 Settembre 2010 alle 9:26

    Benissimo…partendo dal presupposto che tanto un Vera Wang non me lo sarei mai potuto permettere per il prezzo, mi metto definitivamente l’anima in pace, perchè tanto non sarei riuscita ad entrarci!!!! uff…pazienza! non morirò!
    L’unica volta che ho avuto a che fare con un atelier di abiti da sposa è stata quando ho accompagnato una mia amica, prossima alle nozze, alla gioranata di prova di abiti MaxMara….il delirio…ragazze che fra un pò si picchiavano…bouquet di prova tutti scalcagnati, veli appoggiati alla benemeglio su teste spettinate e altre scene che vi risparmio!…insomma..il caos totale!
    …Quantomeno ci hanno evitato la marcia nuziale…

    Una cosa l’ho imparata….se mentre stai passeggiando vedi che in un negozio è in atto una partita di caccia al vestito…tira dritto!

    Rispondi
  7. Fatamadrina dice

    30 Settembre 2010 alle 7:41

    @Vero… hehe, tu pensa che c’è stata persino una puntata di CSI NY con morte durante la corsa alla svendita degli abiti da sposa!!!

    Rispondi
  8. Anonymous dice

    15 Gennaio 2013 alle 14:10

    Che bellissimo riassunto! Io ho trovato una commessa super carina che mi ha fatto riprovare l’abito anche solo quando sono andata per prendere le misure!!!

    Rispondi
    • Fatamadrina dice

      16 Gennaio 2013 alle 14:29

      Che bello! Le capisco le commesse così, perché rivedere l’espressione emozionata di una sposa quando entra nel suo abito è sempre un piacere 🙂

      Rispondi

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Chi sono

Mi chiamo Barbara, e con il nome di fatamadrina fino al 2016 ho aiutato gli sposi a organizzare un matrimonio e una vita che li rispecchiasse e celebrasse la lora unicità. fatamadrina era una destination wedding planner con base a Modena, potete leggere il mio blog per trovare ispirazioni e consigli utili per organizzare il vostro matrimonio.

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