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Il lato oscuro

19 Ottobre 2011 by Barbara 10 commenti

Qualche giorno fa ho provocato gli estimatori della mia pagina Facebook con una domanda sui lati peggiori che l’organizzazione di un matrimonio può tirare fuori in ciascuno di noi.

Non è un argomento che troverete molto negli zuccherosissimi blog di matrimonio qui in Italia, ma ritenevo fosse importante affrontarlo, così me ne sono fatta carico personalmente.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Ci sono alcune verità che nessuno vi dice quando cominciate a lavorare, quando convivete per la prima volta, quando rimanete incinta, quando invecchiate.

Di solito si tratta proprio dei sentimenti meno nobili che ogni situazione suscita in noi. L’antipatia mista a invidia per una collega più in gamba, il fastidio che certi difetti microscopici sembrano provocare, il senso di inadeguatezza, l’odio nei confronti del mondo intero sono tutti sentimenti umani e reali che non ci fanno onore ma che spesso non possiamo evitare. E prima accettiamo che sono parte di noi e proviamo ad analizzarli, meglio riusciremo a ridimensionarli e a evitare che con la loro negatività ci rovinino la vita.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

La fase organizzativa di un matrimonio manda in rotta di collisione aspettative, desideri, convenzioni e abitudini di tre nuclei familiari: quello dei futuri sposi e quelli dei rispettivi genitori. Sarebbe impossibile che non facesse emergere i lati peggiori di ciascuno. Il trucco, per la sanità mentale dei fidanzati, e per la tutela dell’equilibrio nelle relazioni, è imparare a riconoscere questi lati peggiori e tenerli sotto controllo.

Il mio consiglio è quindi di non cercare di negare eventuali malumori, disagi o scatti di nervi, quando vi rendete conto di averli. Piuttosto fermatevi un attimo ad esaminarne le cause e le implicazioni.

Se vi rendete conto che la negatività che si portano dietro rischia di sopraffarvi, chiedete aiuto a una persona sufficientemente estranea alla situazione da offrirvi un appiglio neutrale. Se avete un wedding planner che vi accompagna, questo è il momento di confidarvi con lui, se non lo avete ancora fatto. Un bravo professionista saprà aiutarvi a rimettere ogni cosa in prospettiva e a riguadagnare la serenità.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vediamo ora di quali negatività stiamo parlando.

In assoluto, i due sentimenti negativi che prevalgono tra le spose (sulla base delle vostre risposte) sono: l’antagonismo con la futura suocera e il desiderio irrefrenabile di decidere tutto in base ai propri desideri personali.

È normale che una certa competizione latente tra futura sposa e madre dello sposo si acuisca durante le fasi organizzative del matrimonio, in parte perché l’evento mette in crisi l’atavico rapporto madre/figlio (e vi risparmio la dissertazione psicologica in proposito), in parte perché è spesso la suocera a farsi portavoce delle richieste della famiglia dello sposo. Il mio consiglio alle spose che si trovano in questa situazione di conflittualità è quello di riportare lo sposo al centro dell’organizzazione. Il matrimonio è vostro. Di voi due. E se le decisioni scaturiranno da entrambi sarà molto più facile farle prevalere sulle richieste degli altri famigliari. Badate bene che non vi sto dicendo di usare il vostro fidanzato come scudo o peggio di spingerlo a scegliere tra voi e la madre. Al contrario, collaborare alle decisioni che riguardano la vostra festa di nozze è un elemento importante per la vostra relazione, e l’impatto che ha sulle relazioni allargate con il resto della familia è solo un beneficio collaterale.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Attenzione, però. Non sempre le richieste della suocera sono irragionevoli e dettate da antipatia. Esaminatele con obiettività prima di rifiutarle, potrebbero nascondere aspetti che non avevate considerato ma che sono importanti anche per voi.

Questa considerazione si applica anche alla tendenza di molte spose di farsi prendere dall’entusiasmo e diventare piccole tiranne autoritarie in missione per realizzare ogni singolo sogno di bambina, senza compromessi né considerazione per gli altri coinvolti… tipo il futuro marito!

Ripetete come un mantra: non mi sposo da sola.

Sembra una cavolata, ma è la verità assoluta a cui dovete affidarvi. Quel giorno non verrete unita in matrimonio a voi stessa. Non sarete da sola a baciare uno specchio come quando eravate una ragazzina inesperta, quindi fatevi coraggio e comportatevi da adulte invece che da bambine viziate! Avete avuto la fortuna eccezionale (vi assicuro che non è ovvio) di incontrare una persona che vuole condividere la sua intera esistenza con voi. Se non siete disposte a condividere neanche le decisioni riguardanti una festa di nozze con lui, forse è il caso che non vi sposiate neppure.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Lo so, sono brusca, ma certi pensieri negativi che vi vengono, pur avendo cause comprensibili, non devono essere in nessun modo assecondati, se non volete trovarvi ben presto con problemi ben più gravi di un allestimento con dei fiori che non vi convincono o di un menù troppo ricco.

L’industria dei matrimoni cavalca questo mito della realizzazione di ogni sogno (io stessa mi chiamo fatamadrina!) e spesso travalica nel “ad ogni costo”, un territorio terrificante che comincia laddove il desiderio legittimo diventa ossessione egoistica. La realtà, molto più prosaicamente, è che la validità, solidità e importanza di un’unione non è sancita dalla sua rispondenza ai desideri più sfrenati della sposa.

In breve, un conto è cercare di creare una cornice adatta per la vostra unione, in accordo con le vostre legittime aspirazioni e le vostre possibilità finanziarie, un altro è ostinarsi a cercare di realizzare una fantasia di bambina senza tenere conto della sensibilità del proprio compagno e dei limiti che realisticamente avete.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Altri sentimenti negativi che possono emergere nel corso dell’organizzazione di una festa di nozze sono la delusione quando ci si rende conto che tutte le cose che si desideravano tanto sono al di fuori delle proprie possibilità economiche e il senso di accerchiamento e sfiducia che si prova di fronte a certi fornitori un po’ troppo mercenari. Il primo sentimento si cura solo imparando a stabilire delle priorità. Identificate una, massimo due cose a cui vorreste non rinunciare, e alle quali assegnare la maggior parte del budget, poi mediate su tutte le altre. È più facile rinunciare a cose che in fondo non sono poi così importanti come ci sembravano.

Sullo scoramento che prende i futuri sposi di fronte alla giungla del mercato dei matrimoni… be’, benvenuti nel club! Questo settore, più di tanti altri, ha subito un peggioramento esponenziale nella qualità delle relazioni commerciali. Sembra che la crisi, invece che insegnare umiltà a certi sedicenti professionisti, li abbia al contrario resi più aggressivi e spregiudicati. Il mio consiglio è di non farvi intimorire. Pretendete contratti chiari, fatture complete, conferme scritte per gli accordi più importanti. Protestate educatamente ma con fermezza se qualcosa non va come da accordi e se venite trattati con maleducazione. Ma soprattutto non abbiate paura di raccontare ad amici e parenti le esperienze negative. Solo con un sano rapporto di concorrenza basata anche sulla reputazione questo mercato potrà migliorare.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Aggiungo un sentimento così negativo che nessuno ha osato ammetterlo (perché sono sicura che qualcuna c’è passata): la competizione con un’amica che si sposa nello stesso periodo (o appena prima, o appena dopo).

Comincia in maniera innocua, perché magari avete condiviso tante esperienze e vi viene spontaneo confrontarvi su scelte che vi sembrano difficilissime. Poi pian piano vi ritrovate infastidite di fronte a certe scelte che sembrano in competizione con le vostre, vi scoprite invidiose di un abito più costoso, di un rinfresco più sontuoso… Ci sono amicizie che finiscono così. Ed è un peccato. Certo alcune erano amicizie forse tenute in vita oltre la loro naturale data di scadenza. Non c’è nulla di male a crescere e allontanarsi, succede a tutti. Ma altre erano amicizie vere e solide che vengono guastate dallo stress e dalle pressioni sociali che spesso soverchiano una sposa in questo momento delicato. Il mio consiglio, anche qui, è di imparare a riconoscere per tempo i sentimenti negativi e affrontarli direttamente, parlandone magari col futuro sposo o con l’amica stessa. Vi renderete conto che spesso parlarne farà scomparire gran parte di questi sentimenti.

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Vera Wang 2012 Fall Bridal via The Wedding Chicks

Allora, adesso che avete letto questi esempi, siete disposte a raccontarmi altri sentimenti negativi o lati oscuri del vostro carattere che sono emersi nell’organizzazione del vostro matrimonio? Il bello dei commenti a questo blog è che potete lasciarli in forma del tutto anonima. Insomma, resterà un segreto tra noi!

p.s.
Che ne dite della nuova collezione Vera Wang? Non è tutta così e non voglio sapere cosa pensate delle modelle (pettinate e truccate da cani), ma mi piacerebbe sapere come avete reagito di fronte a tutto questo nero. Vera Wang ha spostato un’altra volta l’asticella. A me non dispiace affatto.

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: amica, bridezilla, consigli, egoismo, Facebook, lato oscuro, matrimonio, negatività, nero, suocera, Vera Wang

… e se scappassimo?!

11 Giugno 2011 by Barbara 7 commenti

Buongiorno a tutti/e, il post di oggi è molto speciale, perché dimostra nel modo più splendido possibile come uno stesso budget possa produrre feste di nozze completamente diverse.

Avete presente quando state organizzando il vostro matrimonio e vi sembra di impazzire di fronte a tutti i dettagli e le mille decisioni che ci sono da prendere e l’ansia di non scontentare nessuno? A volte può capitare che vi guardiate e pensiate “e se scappassimo?!” ma di norma il pensiero viene accantonato perché sembra porre più problemi di quanti non risolva.

Tiffany e Brian invece si sono risposti “facciamolo” e in quattro settimane hanno organizzato un matrimonio intimo e strepitoso che è costato una frazione di quanto sarebbe costata la loro festa di nozze (la proporzione indicativa, dai miei calcoli, è 10.000 dollari contro circa 50.000) ma che ha permesso loro di concedersi lussi per molti inimmaginabili.

 

Parigi come location, tanto per cominciare. Certo non è stato possibile celebrare una cerimonia legale (le restrizioni francesi permettono di ottenere una licenza locale solo se si è risieduto almeno per 40 giorni in Francia) ma questo non ha impedito a Heather, la wedding planner locale, di organizzare una meravigliosa cerimonia per due, con celebrante e chiesa privata.

 

Gli sposi erano ospiti del centralissimo e simbolico Georges V (l’albergo in cui risiede anche Carrie Bradshaw nella puntata finale di Sex and the City, per dire) da cui sono stati prelevati in una Bentley d’altri tempi per raggiungere la Chapelle Expiatoire.

 

La sposa si è potuta concedere un abito Vera Wang da favola (che ha poi venduto, per permettere ad altre di rivivere il suo sogno).

 

La cena di nozze è stata allestita per due, nella sala Belle Otéro del celeberrimo Lapérouse, che era un tempo dimora privata dove gli amanti potevano incontrarsi. Il ristorante accoglie da anni coppie di novelli sposi o compagni, che tradizione vuole provino l’autenticità dei diamanti regalati scrivendo il proprio nome su uno specchio ottocentesco.

 

Il set del ricchissimo e abbondante servizio fotografico era senza pari: le strade e i ponti del centro di Parigi, quasi irreali tanto apparivano eterei e deserti.

 

E la mole di foto e video girati durante il giorno hanno animato un sito Internet costruito per l’occasione, che ha permesso agli sposi di coinvolgere parenti e amici nella loro festa, senza doverli far volare in Francia.

 

Ma il lusso più grande che Tiffany e Brian si sono concessi, secondo me, è stato avere un giorno da favola tutto per sé, per tenersi per mano, per guardarsi negli occhi, per dichiararsi il proprio amore, per sempre, costruendo ricordi che rimarranno con loro tutta la vita. C’è qualcosa di meglio? Non credo proprio!

 

Wedding planner: Heather, Rendez-vous in Paris
Location cerimonia: Chapelle Expiatoire, Paris
Location ricevimento: Lapérouse restaurant, Paris
Fotografia: Paris photographers Anthony and Audrey Brock
Video: Studio Artifice

Devo ringraziare Audrey Brock per le foto che mi ha gentilmente concesso di usare, perché se anche sono già apparse su tanti blog americani, è la prima volta che le vedete dalle nostre parti. Ovviamente il copyright è riservato.

Categoria: ispirazione per matrimoni Tag: fuga d'amore, matrimonio all'estero, matrimonio dal vivo, Parigi, Vera Wang

La guida definitiva agli abiti da sposa (secondo fatamadrina)

9 Settembre 2010 by Barbara 9 commenti

Eccoci qui, infine, il tanto agognato post sugli abiti da sposa!

Lo scopo è creare una specie di guida compatta a che cos’è e come si sceglie un abito da sposa. Non troverete (o quasi) le classiche indicazioni da riviste di settore, tipo quale stile sta bene a chi, e quali siano i colori migliori per far risaltare la carnagione, e così via. Proprio no! Piuttosto, come al solito, cercherò di darvi qualche dritta da “addetta ai lavori”, una specie di decalogo da studiare prima di cominciare a girare gli atelier per essere pronte a tutto… ma soprattutto a innamorarvi di lui, “IL vestito”.

Cominciamo dai fondamentali:

1. il vestito da sposa non si sceglie, è LUI che sceglie voi, non pensate che si tratti di un’esagerazione perché l’esperienza mi ha insegnato che questa è la verità per eccellenza in materia. Per quanto possiate avere una preferenza per una linea o per qualche dettaglio, in definitiva niente vi convincerà come il modo in cui un particolare vestito, nel complesso, si adatta alla vostra immagine. E questo è imprevedibile. Proprio per questo motivo non fissatevi in anticipo di dover girare dieci negozi o viceversa acquistare l’abito per forza in un dato negozio, foss’anche l’atelier Spose di Giò a Monza! Finireste per farvi distrarre dall’unica cosa che conta: il messaggio viscerale che vi manderà il vostro stomaco quando vi guarderete nello specchio.

© Spose di Giò

© Spose di Giò

2. Non si dovrebbe mai scegliere un vestito sulla carta, senza averlo provato. Questo, per lo stesso motivo già espresso, cioè che non è possibile visualizzare la sensazione che un abito vi darà una volta indossato. Per questa ragione è vivamente sconsigliato ricorrere ad una sarta a cui far realizzare un modello a partire da un disegno o una foto. Al massimo potete portarle un abito (da sera o meno) che avete già indossato e che vi ha fatto innamorare, e che volete semplicemente realizzare in un colore diverso o con qualche dettaglio in più o in meno. Su questo aspetto fidatevi, vi prego. Immaginate cosa vorrebbe dire se alla prova, un mese prima della cerimonia, vi accorgeste che quello che credevate potesse piacervi, una volta indossato non vi convincesse… Sempre per questa ragione fate molta attenzione all’acquisto (o noleggio) online del vostro abito. Affidatevi solo a siti o servizi che consentono il reso, e fatevi inviare l’abito con largo anticipo (almeno 6 mesi), in questo modo avrete il tempo di sostituirlo, se non vi convince.

Abito di Pronovias in vendita su IOmisposo.com

Abito di Pronovias in vendita su IOmisposo.com

3. Nella ricerca dell’abito da sposa evitate di farvi accompagnare e consigliare dalla mamma o dalle amiche. Ne ho già parlato, lo so, ma qui ricorderò solo le motivazioni principali di questo consiglio. Prima di tutto le priverete del piacere della sorpresa di vedervi per la prima volta quel giorno, tutte pronte. E credetemi, se sapeste che emozione è per loro non gliela vorreste togliere mai. In secondo luogo qualsiasi distrazione dall’ascoltare le vostre proprie reazioni è sempre rischiosa. Ancora una volta, vi prego di fidarvi: non avete bisogno di nessuno che vi aiuti a scegliere o vi dica come vi sta un vestito. Infatti, lo shopping nuziale è uno di quei rari casi in cui potete fidarvi ciecamente dei consigli e dei giudizi delle commesse, perché è contrario al loro interesse far uscire una sposa non perfetta.

Detto questo, però, devo ammettere che non tutte le commesse di atelier sono professionali quanto dovrebbero. Come con tutti i fornitori che avvicinerete nell’organizzazione del vostro matrimonio, anche con loro dovrete cercare di soppesarne l’esperienza e il savoir faire, prima di poter decidere di fidarvi ciecamente. In definitiva, la ricerca dell’abito giusto va di pari passo con quella dell’atelierista giusta. Anche per riuscire a fare queste valutazioni in serenità è sempre bene presentarsi da sole al primo appuntamento per capire che relazione sono in grado di instaurare con voi.

Ma come individuare una brava atelierista? Di criteri oggettivi ce ne sono pochi, ma vi dirò quali sono i campanelli d’allarme per me.

Io diffido delle commesse che:
– di fronte a una ragazza che non ha ancora trovato l’abito che le mozzi il fiato, cercano di convincerla ad acquistare comunque uno degli abiti che ha provato. Preferisco di gran lunga una commessa onesta, che lasci libera la futura sposa di continuare a guardarsi intorno (provando altri vestiti in atelier, se ci sono, o andando altrove) fino a che non è convinta. Le brave atelieriste sanno che è meglio anche per loro, perché quando una sposa si sente rilassata torna più volentieri e le consiglia alle amiche;
– non aggiungono abiti di propria spontanea iniziativa alla selezione da farvi provare. Nella mia esperienza raramente le spose scelgono uno degli abiti che hanno chiesto di provare, più spesso scelgono quello che la commessa ha con nonchalance appeso tra gli altri, scegliendolo sulla base dell’analisi che ha fatto delle richieste e dell’atteggiamento e lo stile della futura sposa. Perché è molto raro che una ragazza sappia esattamente qual è l’abito da sposa che la valorizzerà e la soddisferà al meglio… per il semplice motivo che difficilmente ci è passata prima!
– non fermano il vestito con spilli e quanto a loro disposizione per farvelo aderire il più possibile. E’ risaputo che gli abiti campione sono in taglie standard non necessariamente adatte a vestire tutte le donne, ed è altrettanto indiscutibile che non è possibile valutare la reale vestibilità di un capo con una persona che ve lo tiene su da dietro. Esigete che i capi vi vengano sagomati addosso per quanto possibile anche in prova. La giustificazione di alcuni, che i capi poi si rovinano, è inaccettabile e disonesta. La realtà è che i capi campione sono già acquistati dai negozi in conto vendita e che spesso vengono messi in vendita a fine stagione come capi outlet a prezzi stracciati proprio perché sono stati provati e riprovati. Chi non vuole rovinarli è perché vuole venderli a prezzo intero. No comment.
– in generale dimostrano fretta, insofferenza, impazienza, poco entusiasmo. Non è solo dimostrazione di scarsa professionalità in generale, ma è particolarmente paradossale in questo settore, in cui il meccanismo di selezione dell’abito da acquistare è delicatissimo, oltre che un investimento non indifferente. Se qualcuno vi tratta meno che con i guanti di velluto siate dirette, chiedetegli se hanno avuto una brutta giornata e se è meglio che vi riaggiorniate a un altro momento, può capitare a tutti una notte insonne o un problema famigliare che ci distraggono dal lavoro. Ma se la loro reazione non vi rassicura, scappate a gambe levate. Se sono così quando siete ancora una potenziale cliente, immaginate come diventeranno dopo che avrete già pagato la caparra o saldato il vestito!

Net-à-porter

Net-à-porter

Ma, senza entrare nel dibattito su scollature, ampiezza della gonna, strascico sì/no, quali sono i grandi filoni in cui si dividono gli abiti da sposa? Citerò i fondamentali, per me, ovviamente! Per il resto la rete e le riviste sono piene di risorse esaustive che non ha senso che io stia a ricopiare qui, no?!

1. la sposa da cattedrale, come la definisco io, ovvero in lungo, in bianco (o sfumatura di bianco, dall’avorio al panna, all’ottico al latte…), con velo… insomma, super-tradizionale. Se amate la tradizione e avete organizzato un matrimonio in grande stile questa è sicuramente l’opzione giusta per voi. Sceglierete un abito di alta fattura, con decori in pizzo o ricami preziosi (se li gradite), con strascico e accessori e il velo adeguato (che è lungo). Le cose a cui fare attenzione sono solo due: la scelta degli accessori, da ridurre al minimo, perché un abito di questo tipo è così importante che non richiede orpelli, e il modello di bouquet, che sarebbe meglio fosse a fascio, ma che sicuramente vi sarà consigliato dal fiorista.

© Vera Wang

© Vera Wang

2. la sposa vintage, sia in chiesa sia in comune, si riconosce perché preferisce ripescare un abito dal repertorio di famiglia o in un negozio non da sposa. I modelli più amati sono quelli anni Cinquanta e Sessanta, con le gonne a campana che arrivano appena sotto al ginocchio e la vita stretta da giacchini avvitati con cintura. Se siete originali, fuori dagli schemi, o magari alle seconde nozze, questa soluzione è perfetta per voi. Potrete sbizzarrirvi con gli accessori in testa (una veletta è adorabile) e con i colori del bouquet (rigorosamente rotondo) ma soprattutto potrete scegliere come scarpe delle adorabili Mary Jane (il modello col cinturino).

© Kirtsten Ellis of Beaux Arts Photographie via OnceWed.com

© Kirtsten Ellis of Beaux Arts Photographie via OnceWed.com

3. la sposa colorata, quella che per onestà intellettuale (suvvia, in quante arriviamo vergini all’altare, ormai?!…) o anche solo per gusto, in bianco proprio non ci si vede. E se appartenete a questa categoria, già lo sapete, avrete di che sbizzarrirvi! Perché una volta violato il tabù, la moda di settore offre veramente possibilità infinite, dai colori pastello, al rosso fuoco (il colore pieno più gettonato), dalle fantasie (ampiamente sdoganate quest’anno anche da Pignatelli) alle nuance sovrapposte. Ce n’è veramente per tutti i gusti. La cosa più importante è non avere paura di osare. Il colore può essere un’opzione deliziosa ed elegante quanto se non più del classicissimo bianco.

© Anna Ceruti

© Anna Ceruti

E questo è tutto, per me. Spero di avervi offerto uno strumento utile… e non vedo l’ora di leggere le vostre storie d’atelier!

Un abbraccio dalla vostra fatamadrina… perché anche senza quei metri di seta color del cielo so già che sarete bellissime!

Categoria: ispirazione per matrimoni Tag: abito da sposa, Anna Ceruti, cattedrale, Io Mi Sposo, Net-à-porter, Pronovias, Spose di Giò, Vera Wang, vintage

Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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