Dopo tanto tempo, oggi ho finalmente modo di proseguire il ciclo di interviste a professionisti che avevo inaugurato nel 2012! Lo faccio con un servizio di cui si parla raramente ma che ritengo meriti davvero maggiore attenzione, l’alta sartoria per lo sposo.
Quando io e mio marito ci siamo sposati, nel 2005, avevamo un budget medio (circa 15mila euro) e pochi grilli per la testa, ma mio marito aveva le idee molto chiare. Per cui si recò all’outlet Ermenegildo Zegna di Biella dove si fece personalizzare un abito grigio prefinito. Lo pagò molto meno di quanto gli avevano proposto in atelier sposo per un abito di Pignatelli, ma si portò a casa un completo che gli era stato di fatto cucito addosso, che ha usato varie volte ogni anno da allora, e il cui tessuto era di tale qualità che l’abito è ancora appeso nel suo armadio. Da allora sono una accanita promotrice dell’abito non da cerimonia su misura per lo sposo, soprattutto per gli sposi più giovani, che magari non hanno mai posseduto un completo. Se si ha la possibilità di fare un investimento pari al costo di un abito da cerimonia prêt-à-porter, tanto vale puntare al su misura!

ph. Luca Cervesato
Anche per questo è con grandissimo piacere che vi presento oggi Giada Martini, della Sartoria Fragomeni di Vigonza (PD), alla quale ho fatto qualche domanda sul lavoro della sartoria. Sì, lo so, nel titolo si parla di Tito, ma vi assicuro che Giada parla anche a nome suo!
1. Raccontaci in breve i servizi che offrite.
La Sartoria Fragomeni realizza abiti e camicie da uomo esclusivamente su misura.
Realizziamo abiti su misura per chi ha piacere d’indossare l’abito tutti i giorni e che ricerca un’eleganza non omologata, ma gli sposi rappresentano per noi un fiore all’occhiello e spesso un’occasione di grande orgoglio, soprattutto quando sono i nostri abituali clienti a rivolgersi a noi anche per un giorno così importante!
Venire in sartoria significa essere al centro delle scelte del proprio abito, a tutto tondo. Dai tessuti (che sono i più prestigiosi italiani e inglesi), alle forme, ai dettagli, secondo il proprio gusto e facendo attenzione al proprio fisico che deve risultare sempre valorizzato!

ph. Luca Cervesato
2. Da cosa è nata la vostra attività e cosa vi spinge a continuarla, in un’epoca di moda pronta e low cost?
La nostra sartoria vanta oltre 50 anni di attività, essendo nata nel 1956 con lo zio dell’attuale titolare, Giovambattista Tito Fragomeni. La passione è soprattutto la leva che porta a continuare la tradizione di famiglia anche con Andrea, il figlio di Tito. Passione per lo stile classico della tradizione sartoriale, ma sempre con un occhio attento alla continua evoluzione delle linee, dei tessuti e dei dettagli.
Inoltre, siamo sostenuti dagli apprezzamenti e dalle soddisfazioni che ci danno i clienti, portandoci il migliore amico, il suocero, i colleghi, e dimostrando così di riconoscere il nostro impegno a creare sempre il meglio. Il punto è che anche in tempi di moda pronta e low cost, un capo acquistato in sartoria va al di là del tempo e delle mode transitorie, ci fa sentire sempre perfetti e mai fuori posto. Insomma, è un investimento che col passare del tempo acquisisce valore!
3. A quali corporature suggeriresti in particolar modo un abito su misura?
Non esiste uno standard, qualsiasi drop!*
Tutti davvero possono beneficiare di un capo su misura, dagli amanti dello stile personalizzato, un po’ dandy, alle coporature più ‘importanti’, per le quali possiamo fare delle “tele di prova”, ossia proviamo l’abito non direttamente sul tessuto scelto ma su un altro, quasi come se fosse una tela bianca da cui partire, proprio come nell’antica tradizione sartoriale!
4. Lo sposo che si rivolge a voi di solito ha idee precise?
Gli sposi generalmente si affidano a noi, o meglio, spesso accade che arrivino con delle idee, magari anche foto di giornali, ma poi chiedono a noi cosa ne pensiamo e capita che dando loro consigli anche in base alla loro corporatura l’idea originale si sviluppi.

ph. Luca Cervesato
5. Cosa succede a un primo appuntamento?
Da noi in atelier l’atmosfera è informale, si viene solo su appuntamento proprio per dedicare alla persona tutta l’attenzione e tutto il tempo necessario senza interruzioni.
È importantissimo valorizzare le peculiarità di ognuno, fisiche ma non solo, prima di immergerci nella parte più tecnica della rilevazione delle misure e delle scelte dei tessuti. Per questo ci piace cominciare con una bella chiacchierata con il cliente, metterlo a proprio agio nella calma del nostro atelier dove si respira un clima quasi familiare, prenderci un caffè e conoscerlo, capire che tipo è insomma!
Poi si cominciano a selezionare i materiali, e ovviamente ci si prende tutto il tempo di decidere fra gli oltre 500 tessuti disponibili da noi oppure tra i campionari di tessutai quali Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Scabal, Dormeuil e Holland and Sherry. Infine si definisce il modello e i vari particolari, come fodere, bottoni (in vero corno o madreperla), occhielli ricamati a mano, iniziali (sempre discrete ricamate all’interno) e così via, senza contare le eventuali richieste che lo sposo può farci. Per ultime arrivano poi le misure, che si prendono direttamente sul corpo e non facendo indossare un abito pronto.
I passaggi successivi sono poi la prova intermedia (con l’abito imbastito) per verificare che ogni dettaglio sia impeccabile, e l’ultima prova con l’abito pressoché finito. Insomma, la ricercatezza e il desiderio di essere protagonisti in quel giorno non è velleità solo femminile…
6. Chi viene in atelier si fa accompagnare da qualcuno?
La maggior parte dei nostri clienti viene da solo, raramente con un amico. Andare dal sarto è un momento “tutto per sé”, in cui affidarsi a colui che realizzerà le proprie scelte!

ph. Luca Cervesato
7. Quali sono i tempi di lavorazione di un abito su misura? Quante persone ruotano intorno alla sua lavorazione?
In linea di massima un abito è pronto in circa due mesi, prove intermedie comprese. Il signor Fragomeni si occupa delle misure a corpo sul cliente e del taglio del modello. Padre e figlio lavorano poi in sinergia per il modello, coniugando esperienza e modernità. Nel nostro piccolo laboratorio poi l’abito prende vita nelle mani di persone con esperienze decennali, ognuna con competenze specifiche.
8. Cosa suggerireste a uno sposo che cerca l’abito sartoriale anche per poterlo riutilizzare?
Sempre più frequente la scelta degli sposi ricade su abiti che possano essere facilmente utilizzati anche dopo il matrimonio, con tessuti sobri, blu notte oppure sulle tonalità dei grigi.
Il modello classico dell’abito scuro con giacca a tre bottoni, revers normali o punte a lancia, con pantalone asciutto, affusolato, viene declinato nella versione cerimonia grazie agli accessori “ricercati”: la camicia rigorosamente candida con polso gemello oppure bottoni in madreperla, magari personalizzata con le iniziali, con il gilet sempre sobrio ma che dà un tocco di ricercatezza, una pochette nello stesso tessuto della camicia o una boutonniere, la cravatta preziosa, che dia luce a tutto l’insieme senza risultare eccessiva.
Insomma, l’abito rimane perfettamente utilizzabile anche in occasioni formali della vita di tutti i giorni, come un appuntamento di lavoro importante.
9. Quali consigli dareste a uno sposo giovane e con un budget molto piccolo?
Di puntare soprattutto sul rapporto qualità/prezzo, pensando appunto al riutilizzo dell’abito e facendo attenzione a tre aspetti:
– il tessuto. Un abito di buona fattura ma confezionato con tessuto scadente può rovinare la giornata. Non solo perché un tessuto dozzinale è ruvido, rigido, grezzo (qui di qualità migliore al tatto risultano morbidi e lisci), ma anche perché i tessuti sintetici in un giorno di grande emozione possono giocare brutti scherzi! Le fodere di nylon possono macchiare la camicia con il sudore… L’ideale sarebbe cercare almeno un tessuto di “pura lana vergine”, ovvero filato proveniente dalla tosatura dell’animale, la dicitura “pura lana” infatti significa che il filato è riciclato da capi di lana usati.
– la qualità della confezione. La giacca non deve risultare troppo incollata al corpo e rigida, e se girate il pantalone al contrario potete verificare la qualità delle cuciture. Altro dettaglio da verificare è la fodera sul ginocchio, gli abiti meno pregiati spesso hanno la fodera di nylon che può provocare un’eccessiva sudorazione.
– lo stile del modello. Gli stili classici sono intramontabili, potreste persino indossarli di nuovo al vostro decimo anniversario! Quindi è meglio evitare modelli vistosi e con dettagli troppo “modaioli”.
10. Nella vostra esperienza, che aiuto può dare un wedding planner o consulente degli sposi, nella scelta dell’abito dello sposo?
Ovviamente non si può generalizzare, un rapporto di fiducia e professionalità tra consulente e sposo è fondamentale a prescindere. Inoltre la figura del wedding planner può far conoscere anche a chi non è mai stato dal sarto questo mondo alternativo al classico negozio di abiti da cerimonia, facendogli scoprire come un abito di alta qualità non abbia necessariamente un costo eccessivo rispetto ai capi che si posso trovare già confezionati.
* Per chi non lo sapesse, il drop non è altro che la differenza tra la semicirconferenza del torace e la semicirconferenza della vita. Per intenderci, più alto è il drop, più la persona sarà snella.
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