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È personale. Ma è anche lavoro.

22 Marzo 2013 by Barbara 9 Comments

Perdonatemi (lo so che lo farete). Invece che uno dei post che amate di più (e che ho in bozza) oggi vi beccate uno di quelli con zero foto e ispirazioni, ma tante riflessioni.

Di ritorno da Vicenza mi sono ritrovata (come succede ormai con una frequenza allarmante) paralizzata da piccole difficoltà famigliari che hanno reso davvero difficile tenere fede ai tanti impegni che ho per i matrimoni del 2013. È quasi ironico che abbia passato i giorni in fiera a pensare che bisognerebbe vivere questo lavoro con meno personalismi e più ‘business‘!

Il fatto è che da un lato trovo inutile e spesso abbastanza falso l’approccio ‘volemose bene’ che imperversa nel settore da alcuni mesi. Avete presente, no? Quel mix di “dovremmo unirci”, “sosteniamoci a vicenda”, “mi dispiace che non ci sia più la tale collega” che leggiamo ovunque anche tra persone che poi nel concreto fanno ben poco per essere ‘unite’ se non ci trovano un tornaconto (economico).

Io credo che in tutte le professioni ci sia un sano modo professionale di gestire le relazioni tra colleghi/competitor. In passato ho provato spesso a costruire progetti ambiziosi di coesione e collaborazione tra tanti colleghi, ma sono rimasta sempre scoraggiata dalla sensazione che la coesione venisse al prezzo di una uniformazione per me inaccettabile.

Non accetto che si cerchi di tutelare la nostra professione uniformandola, ignorando non solo le differenze territoriali ma anche la libertà imprenditoriale di svolgere la propria attività (nel rispetto della legalità) secondo i propri obiettivi e i propri valori.

Da quel momento ho imparato a gestire le relazioni una alla volta e su misura. Sono aperta a nuovi incontri, amabile e cortese quando conosco colleghi e potenziali collaboratori, sempre disposta a rivedere pregiudizi e conoscere fino in fondo chi ho davanti, serena avendo lasciato da molto tempo fuori dalla porta le paure e le gelosie. Però per arrivare ad aprirmi davvero, a condividere, bisogna che scatti qualcosa di speciale (e raro). Può essere che la persona abbia talento, carisma, simpatia o semplicemente un’affinità personale con me. Ma deve scattare quel qualcosa, se no col cavolo che condivido le mie risorse, i miei progetti e ciò che vorrei fare in questo settore. Anzi, vi dirò di più, se posso sfrutterò ogni cosa che sento per avantaggiarmi sul collega di turno. Con stile, ovvio. Il fatto è che “it’s business, it’s not personal“. È lavoro appunto.

Lo so, la nostra è una professione in cui la passione (e quindi tante componenti personali) ricopre un ruolo eccezionale nel dare motivazione e connotare il nostro lavoro. Crederci e metterci tanto impegno può fare la differenza in ciò che facciamo. Però, fatemelo dire, c’è gente che con tanta passione produce lavori davvero mediocri, senza reale personalità, senza attenzione al cliente e alla sua storia, senza qualità di materiali e manodopera. Ecco, io di fronte a questi colleghi non ho voglia di condividere un percorso, né di condonare un servizio scadente (che fa pubblicità negativa alla categoria) nel nome della buona volontà e della cosiddetta solidarietà tra colleghi. A dirla tutta, se posso evito del tutto di essere associata a queste persone.

Sono cattiva? Forse. Il punto è che sono soprattutto onesta e ho un grande rispetto per le mie priorità e le mie responsabilità.

Preferisco di gran lunga concentrare le mie energie sulla costruzione di relazioni positive e soddisfacenti con le poche persone che possono farmi crescere, insegnarmi qualcosa (e già che ci siamo: no, non tutti hanno qualcosa da insegnare, o comunque non è detto che sia ciò che mi serve o interessa), motivarmi a diventare migliore. A tutte quelle persone che mi regalano la positività di un grande salto in avanti, l’argento vivo delle idee che scoppiettano una dopo l’altra, la magia di creare qualcosa di nuovo e utile.

Sapete perché non sono amica di tutti, felice di lavorare con chiunque, aperta a qualsiasi richiesta? Non è solo una questione di sincerità. È anche e soprattutto che nella mia vita non c’è abbastanza spazio. Ho un marito, due figli, una famiglia, degli amici, tutte persone che lavorano con me da anni (o pochi giorni) per tenere in vita la nostra relazione. E a loro devo tutto. Il tempo per rispondere alle email vacue di aspiranti colleghe (se la scrivete uguale a trenta wedding planner è vacua) è dei miei figli. Il tempo di andare alle fiere locali solo per vedere la parata dei pavoni di fronte alla marchetta di turno (che sia Angelo Garini o Enzo Miccio poco importa) è di mio marito. Il tempo per scrivere su Facebook contro la concorrenza sleale, o per difendermi da chi cerca di mettermi in cattiva luce (mettendo in dubbio che io lavori, che io sia in regola, che io sia capace, che io sia una “vera wedding planner”) è dei miei clienti. Il tempo per sorridere plasticamente e dire “oh, adoro il tuo lavoro” a persone che disprezzo è delle colleghe che si mettono in gioco per costruire qualcosa insieme, di quelle che ammiro e che mi mandano loro sposi (quando hanno sovrapposizioni di calendario) parlando splendidamente di me.

Qualcuno ha detto che l’equilibrio di vita, tra lavoro e famiglia, tra passioni e necessità, sia un’utopia. Forse è vero. Ma la risposta non può essere nel trasformare tutto in una farsa personalistica, in cui siamo tutti amici e speciali. Perché per citare l’immortale Mr. Incredibile, quando tutti sono speciali, nessuno lo è. E io preferisco un mondo in cui qualcuno sia speciale. Anche se significa che mi troverete antipatica, arrogante e presuntuosa.

p.s. martedì ci troviamo qui con un post pieno di annunci. Le date del corso promessisposi, il grande ritorno di #ffair, alcuni appuntamenti e una mini-pianificazione dei contenuti del blog!

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Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: famiglia, lavoro, wedding planner

About Barbara

Hi, my name is Barbara and until 2016 I used plan bespoke weddings in Italy as fatamadrina. What I loved best about my job was working with free-spirited couples and in my posts I share insights and advice on planning a unique wedding in Italy.

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Comments

  1. Claudia Landoni says

    22 Marzo 2013 at 20:22

    La mia amica Tiziana che mi ha dato il soprannome “sua franchezza”, dopo qualche intervento mirato nei confronti di qualche genitore di nostri alunni, saprebbe coniarne un altro dello stesso significato per te? 🙂 Hai ragione, naturalmente! …

    Rispondi
    • Barbara says

      23 Marzo 2013 at 11:43

      Come ti capisco, ‘sua franchezza’, si vedono certi genitori…
      Però guarda, non so neanche se ho ragione, non mi interessa quasi. È soprattutto una scelta di vita, credo. Questa sì personale 😉

      Rispondi
  2. Monica Dal Molin says

    22 Marzo 2013 at 22:08

    Mi sei piaciuta dalla prima volta che ti ho letto e tutte le volte che riesco a farlo, sei una continua conferma.
    E’ stato un piacere incontrarti. Mi auguro che prima o poi si possa davvero far qualcosa insieme.
    Un caro saluto, e a presto

    Monica

    Rispondi
    • Barbara says

      23 Marzo 2013 at 11:44

      Sono certa che l’occasione la troveremo, poco importa quando, ma la troveremo.

      Rispondi
  3. Teresa Montanari says

    23 Marzo 2013 at 11:36

    credo che la schiettezza sia una dote immensa, immensamente grande, ma anche a volte pesante da portare: ma tu ce l’hai e saprai cosa intendo. Apprezzo molto la maturità delle tue riflessioni, così piene di quei particolari di vita che obbligatoriamente riempiono la propria professione, quando è fatta con coscienza e sincerità. non essere amici di tutti, a prescindere, con falsa carineria…. è un obiettivo che io sto cercando di acquisire da tempo e che anche grazie a queste tue righe sento ancora di più la strada giusta. grazie! a presto
    Terry

    Rispondi
    • Barbara says

      23 Marzo 2013 at 11:46

      Che poi (lo saprai anche tu) non si tratta di non essere bravi conoscenti. È proprio che l’amicizia, quella vera, che ne vale la pena, è una cosa molto più rara. Che va dosata per preservarne il valore 🙂

      Rispondi
  4. Valentina Tonelli - Eventi Speciali says

    24 Marzo 2013 at 11:18

    Ho letto questo post più volte prima di commentare, un po’ perché su alcuni punti mi ritrovo e un po’ perché su alcune cose mi hai dato modo di riflettere. Credo che tu abbia trovato il tuo giusto equilibrio, al di fuori dalle due fazioni che ultimamente mi sembrano sempre più in voga in questo settore: “volemose bene” e “tutti contro tutti”. Saper filtrare le relazioni dando ad ognuna il giusto peso è una capacità che tutti vorremmo avere, io in primis, ma che non è così facile da gestire. A volte ci si ritrova in situazioni che non sono ciò che si era immaginato e sperato inizialmente. Io però non smetto di credere nella forza del “sosteniamoci a vicenda”, se questo è basato su un sano rispetto di sé e di chi si ha di fronte. E se non smetto di crederci, è anche grazie a te e tu sai perché.
    Su una cosa concordo invece al 100%, l’appiattimento e l’uniformazione della categoria celata dietro all’idea della tutela non l’accetto nemmeno io. Non so se il tuo riferimento coincide con il mio, ma in generale è un metodo che non mi piace e non condivido. Crearsi una propria identità professionale rappresenta un lavoro e un impegno duro e costante e dovervi rinunciare in nome della coesione e della collaborazione è un prezzo che nemmeno io sarei disposta a pagare.

    A presto,
    Vale

    Rispondi
    • Barbara says

      26 Marzo 2013 at 21:19

      Non ho niente da dire sul tuo commento. Condivido davvero tutto. Infatti questo post è il frutto di riflessioni e dubbi e notti insonni (per altri motivi). Non ci sono molte certezze, ma l’integrità (non ottusa ostinazione, bada, integrità) è una di quelle 🙂
      Grazie di tutto Vale.

      Rispondi
      • Valentina Tonelli - Eventi Speciali says

        27 Marzo 2013 at 18:19

        Grazie a te, per gli spunti di riflessione e per tutto il resto! ^_^
        V.

        Rispondi

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Chi sono

Mi chiamo Barbara, e con il nome di fatamadrina fino al 2016 ho aiutato gli sposi a organizzare un matrimonio e una vita che li rispecchiasse e celebrasse la lora unicità. fatamadrina era una destination wedding planner con base a Modena, potete leggere il mio blog per trovare ispirazioni e consigli utili per organizzare il vostro matrimonio.

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