Questo post è un po’ per addetti ai lavori e un po’ per tutte le sposine alla ricerca della scelta perfetta e sommerse da input di ogni genere.
Da un lato, infatti, a chi fa il mio lavoro e si presenta come “wedding planner” capita spesso di sentirsi rispondere proprio come nel titolo di questo post. Anche se la professione prolifera ci sono ancora molti, soprattutto in provincia, che ne sanno poco o non ne hanno mai sentito parlare.
E qui veniamo all’altro aspetto. Proprio per via dell’aumentare dei professionisti (o aspiranti tali) in circolazione, si moltiplicano i distinguo e le definizioni. Ci sono quelli che vogliono essere definiti “coordinator”, quelli che puntano sul fare i “consultant”, quelli che dicono di essere più che semplici “planner”, quelli che si vantano di essere veri e propri “designer” e chi più ne ha più ne metta. Ma quale “wedding” ecc fa per voi, e come scoprirlo?
Come dovrebbe essere in ogni aspetto della nostra esistenza (secondo me), il trucco è infischiarsene delle etichette e guardare alla sostanza. Quando incontrate un/a professionista non chiedete loro di definirsi, ma di dirvi quali servizi offrono e come lavoreranno con voi. Chiedete che rapporto hanno con i fornitori, fatevi elencare le prestazioni incluse nell’accordo, pretendete che venga specificato tutto ciò di cui non si occuperanno (e che dovrete quindi curare voi). Ma soprattutto, chiedete di firmare un accordo scritto che disciplini i rispettivi diritti e doveri, e che tuteli entrambe le parti in caso di problemi.
A prescindere dalla definizione che uno sceglie, ci sono sfumature di interpretazione che variano da persona a persona, ma alcuni dettagli sono un criterio oggettivo in base al quale fare le proprie valutazioni. Per esempio:
– un consulente può essere a servizio completo, cioè occuparsi di tenere le fila di tutti gli aspetti coinvolti nell’evento, oppure curare solo alcuni dettagli creativi (per esempio solo l’allestimento ma non coordinare catering e fotografo, per dire), oppure offrire una mera intermediazione fornendo agli sposi un elenco di fornitori a cui rivolgersi;
– il rapporto con i fornitori può essere in esclusiva (il fornitore lavora solo con quel consulente), o disciplinato da convenzioni (per le quali il consulente di solito percepisce una percentuale dal fornitore, in cambio del contratto che gli procura), o libero (in cui il consulente lavora con qualsiasi fornitore senza percepire commissioni).
– un consulente può essere creativo (proporre una visione complessiva dell’evento in cui ogni dettaglio è coordinato in base a un tema, colore, idea visiva e poi lasciare che siano gli sposi a gestire i fornitori) o organizzativo (gestendo gli aspetti logistici e organizzativi e tenendo le fila dei fornitori) o entrambi.
Insomma, contrariamente a quanto potete aver sentito in giro, non c’è un “wedding qualcosa” meglio degli altri, ci sono solo professionisti che offrono i loro servizi e a voi spetta di scegliere quello che vi ispira maggiore fiducia e che può offrirvi ciò di cui avete bisogno. Più wedding easy di così…
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