Chi mi segue sui social network (Instagr.am e Twitter in particolare) l’aveva già sbirciato sul tavolino del fatastudio, per gli altri spero sia una sorpresa piacevole come è stato per me riceverlo. Sto parlando del primo volume della rivista cartacea di Once Wed.
Seguo Once Wed da sempre (almeno dal luglio del 2009, quando l’ho inserito nei preferiti di Firefox) e negli anni ho apprezzato la sua evoluzione in portale, pur mantenendo un’immagine consistente e personale. Se mi conoscete saprete che non sono una fan sfegatata del mood romantico, pastelloso ed evanescente. Le foto troppo slavate mi stancano in fretta e credo che i colori pastello vadano dosati con molta attenzione. La vita non è tutta sfumata e ovattata (non la mia comunque) e ho la sensazione che i total look pastello siano un po’ la versione cromatica dell’anoressia, quasi un modo per mortificare la bellezza dello spettro luminoso.
Sì, le mie opinioni sono sempre tagliate con l’accetta e timide come una ballerina di burlesque!
Ad ogni modo, pur non essendo lo stile diOnce Wed quello che sceglierei per me e la mia vita quotidiana, il blog è tra i cinque che visito più spesso e con maggiore soddisfazione. I motivi credo siano principalmente due:
Joy Thigpen è stata capace di bilanciare il mood soft della testata con incursioni di colori decisi, font semplici e un uso della calligrafia limitato al minimo, rendendo la presenza sulle schermate un’esperienza piacevole, rilassante e allo stesso tempo capace di stimolare la creatività in me (cosa che altri siti con più fronzoli proprio non succede);
Emily Newman ha un occhio eccezionale per i progetti faidate insoliti e originali. Moltissimi dei progetti che sono finiti nel mio allegato per CasaFacile sono in qualche modo stati ispirati da lavori visti per la prima volta su Once Wed.
Immaginate quindi la mia gioia quando ho scoperto che sarebbe stata pubblicato per la prima volta un magazine cartaceo di Once Wed! Mi sono precipitata a ordinarlo e quando l’ho ricevuto ho stracciato febbrilmente il pacco.
La mia prima reazione? Leggera delusione, lo ammetto. Ma continuate a leggere, perché ho dovuto ricredermi!
Il primo impatto è stato pesantemente influenzato dalla ‘levità’ del prodotto finito. Il titolo di copertina e i contributi nel colophon sono stampati in grigio su fondo bianco e con una font così sottile da scomparire quasi. La pagina dei credits finali, con testo stampato sottilissimo sullo sfondo di una foto in nuance beige e grigie, è a tratti scarsamente leggibile…
Eppure…
Eppure quando ho aperto il magazine ci ho ritrovato tutto quello che mi piace del sito.
Il giusto risalto dato ai progetti di cancelleria, con foto stampate a qualità tipografica, al punto che sembra di tenere i cartoncini tra le mani. Certo aiuta che le foto siano di José Villa, ma vi assicuro che si può apprezzare la grana della carta dei cartoncini ritratti!
L’attenzione per le storie che si leggono sui visi degli sposi, che spesso per noi operatori sono più interessanti dei dettagli di una mise-en-place.
Stories are often told through the bride and groom’s faces, expressions we wedding pros are immediately drawn to.
Il gusto per una fotografia quasi autoriale, capace di regalare emozioni e suggestioni che stimolano la creatività, e qui impersonata dallo stesso José Villa, da Kate Murphy, da Tec Petaja, da Joey + Jessica, da Rylee Hitchner.
A real interest in photography as art is evident throughout, with evocative and inspirational images from the likes of José Villa, Kate Murphy, Tec Petaja and Joey + Jessica.
Ma soprattutto la sorpresa di chiazze di colore vivace, usato con divertimento ed evidente piacere, come il tocco di giallo nelle pagine che vedete qui.
Insomma, la prima rivista di Once Wed si è guadagnata di diritto un posto d’onore nella mia libreria d’ispirazione, come uno di quei volumi che tirerò fuori molto spesso, per rilassare la mente e aprirla a nuove suggestioni. Speriamo che la rilegatura brossurata sopravviva a lungo!
E voi? Cosa aspettate a ordinarla?!
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