Di tutte le cose che devo finire entro le 21 di oggi, scrivere un post di mero aggiornamento non guadagnava neanche la panchina della to-do list. Ma tant’è. Sono messa così male che lo scrivo.
La notizia buona – quella che merita un post – è che a sole 20 ore dall’ultima volta che ho avuto 38,5 di febbre sono alla scrivania e semi-attiva.
Le altre notizie mediamente buone sono:
– non sembra che io abbia la febbre (e comunque non me la sono provata, regola aurea di ogni imprenditore/lavoratore autonomo quando non si può permettere di essere malato);
– ho finito metà delle telefonate che dovevo fare oggi (l’altra metà va di qui alle 21);
– ho tutti i dati per sottomettere un preventivo per un nuovo lavoro in cui ero già in parte coinvolta ma che ora dovrò seguire con più impegno.
La notizia così-così è la lunghezza e la densità della to-do list.
In ordine sparso (e categoricamente NON di importanza) ci sono:
– 3 post in coda di pubblicazione: un real party della serie regalati un party, una riflessione su forma e contenuto ai matrimoni, il primo post di una nuova serie dedicata agli addetti ai lavori ma scritta per i futuri sposi;
– testi e email relative a un paio di progetti in corso con Cinzia (la Bruschini, ovviamente);
– appuntamenti per sopralluoghi con sposi del 2013 che sono in ‘ansia da location‘ (tutti insieme adesso, ripetiamo: “tranquilli, c’è tutto il tempo del mondo!”);
– email di aggiornamento ad altre due spose in dirittura di arrivo;
– mockup per progettino interessante;
– solito brief per il nuovo sito (lo finirò mai?!).
Insomma, era solo un avviso ai naviganti, mi ha portato via 15 minuti, che sono anche troppi. Torno alla to-do list. Aspettatemi. Sopportatemi. Pensatemi. Vogliatemi bene lo stesso.
Almeno un po’, per favore.
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