A Reggio Emilia, il 15 marzo prossimo, c’è il mio workshop “Creare Shooting Che Vendono”. Di tutti i workshop Dalla Parte Degli Sposi si tratta sempre del meno frequentato, quello che un po’ inevitabilmente appare meno importante (anche ai miei occhi). Perché un servizio fotografico, se non è commissionato da uno sponsor pagante, è un investimento di tempo e denaro di cui il ritorno appare spesso poco certo (anche se il 15 marzo vi spiego come controllarlo). Perché offerta, listino e Social Media Marketing sono senz’altro aspetti ben più fondamentali per un’attività professionale. E poi perché suvvia, i servizi che organizzo io stessa non sono certo i migliori in circolazione (ma si sa, solo chi rischia sbaglia).
Però i giorni che dedico a queste attività sono magici, della magia speciale che nasce da essere aperti all’inaspettato e percettivi dell’istinto.

ph. Paola Colleoni
Oggi voglio raccontarvi dei tre giorni che ho passato in Trentino questa settimana, delle coincidenze che li hanno percorsi e delle emozioni che mi hanno dato. In ognuna è nascosta una lezione che andrà a rinfoltire il mio workshop del 15 marzo ma che regalo a tutti qui perché anche gli sposi possano beneficiarne. Il regalo che resta a me è avere passato questi giorni emozionanti, e le splendide foto di Paola, che li catturano magnificamente (qui vedete solo alcuni backstage… non vi dico cos’è il resto!). È la seconda volta che io, Paola e Serena Poletto Ghella lavoriamo insieme (e con Julia, la nostra musa che vedete qui sopra) e sono certa non sarà l’ultima, perché questa squadra tira fuori davvero il meglio di me.

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni
Le cose migliori non sono mai semplici.
Ho cominciato a concepire questo shooting tanti anni fa, in effetti prima ancora di organizzare matrimoni, e ho provato a organizzarlo la prima volta nel 2012. Ma assemblare un team e portarlo in trasferta in un periodo che fosse compatibile con la neve, con i rispettivi calendari e con le disponibilità delle location è apparsa subito un’impresa quasi titanica. Per portarla a termine ci sono voluti una visione chiara (nella mia testa era chiarissimo cosa avrebbe funzionato, quindi selezionare i diversi fornitori è stato molto più semplice), perseveranza (ogni anno ci ho riprovato nella speranza che fosse quello buono), disponibilità all’ascolto (non per tutti era il progetto giusto, ma tutti abbiamo impegni personali da seguire che potevano prendere il sopravvento), il coraggio di chiedere.

ph. Paola Colleoni
Bisogna fare pace col meteo.
Non so quante volte lo ripeto, anche agli sposi con cui lavoro: non c’è speranza di governare il tempo atmosferico. Nessuna. Quello che potete fare è ovviamente essere preparati. Nel nostro caso entrambe le location in cui abbiamo scattato godevano di veste spettacolari in caso di bel tempo e di charme indiscusso in caso di cattivo tempo. Qualsiasi fossero state le condizioni meteo avremmo avuto le condizioni per scattare. Nel caso degli sposi questo significa fare la pace col piano B e innamorarsene. Evitate di ragionare in termini di ripiego e cominciate a pensare frequentemente a cosa succederebbe in caso di maltempo e a tutti gli aspetti positivi di questa situazione. Certo, prima di prenotare la location dovrete anche esaminare gli aspetti negativi e pensare a una contromossa, ma da lì in avanti concentratevi su quanto di bello potrebbe caratterizzare il vostro matrimonio col cattivo tempo.

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni
Non stile ma storia.
Spesso per semplicità sposi e fornitori usano etichette di stile: moderno, minimale, romantico, elegante… Raramente una di queste definizioni è significativa. Il fatto è che gli stili sono come i generi letterari: costruzioni a posteriori inventate da chi studia la letteratura per fare ordine della produzione letteraria e organizzarla. Ma la letteratura migliore raramente si presta a essere definita con un solo genere. Nella mia esperienza personale non bisogna avere mai paura di sperimentare con un mix di influenze e di atmosfere che siano in grado di raccontare una storia, anche se non si prestano a semplici etichette. Questa volta si trattava di scommettere che anche nel minimalismo moderno potessero nascondersi passione e romanticismo, e che anche un’architettura tradizionale e rustica potesse fare da sfondo a un’atmosfera raffinata e attuale. Sembrano paradossi, ma la storia che avevamo da raccontare si snodava proprio in questo modo e infatti così è emersa, in maniera del tutto naturale.

ph. Paola Colleoni
Ogni oggetto vuole raccontare una storia.
Quando si crea un progetto creativo i dettagli vengono col tempo, selezionati in rispondenza al progetto stesso e come accessori per definirlo. Ma la verità è che ogni oggetto ha una sua storia da raccontare, da far nascere, e prestargli ascolto permette di dare al progetto nuova vita. Mentre recuperavo da un armadio un maglione bianco col collo alto esattamente uguale a ciò che Serena mi aveva chiesto per uno degli outfit, ho visto la mia mantella fucsia dei tempi del liceo. Avevamo da utilizzare un abito con inserti fucsia che si prestava alla nostra idea cromatica per il secondo giorno di foto e per qualche motivo ho sentito che quella mantella avrebbe funzionato in quel contesto. Giudicherete voi.

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni

ph. Paola Colleoni
Le persone fanno tutta la differenza.
Oltre un certo livello di bravura dei professionisti coinvolti, conta solo la qualità umana delle persone. Ho visto matrimoni pensati in ogni minimo dettaglio, risultare in feste insipide perché i partecipanti non erano in grado di apprezzare il contesto o disponibili a essere felici per gli sposi. Spesso vorrei che gli sposi dedicassero più tempo alla redazione della lista degli invitati e alla relazione con loro, piuttosto che alla scelta dei prop per il photobooth. Scegliere bene le persone con cui si lavora e si vive, fare selezione, coltivare rapporti, è un incredibile catalizzatore di positività. Quando Paola ha selezionato Julia l’anno scorso, ha portato nel nostro team una persona intelligente e divertente, con un’eleganza d’altri tempi che aggiunge valore a ogni foto scattata. E quest’anno Julia ci ha portato Alfredo, che si è messo in gioco con noi con una disponibilità davvero unica. Senza la sensibilità di queste tre persone niente di quello che il resto del team avrebbe potuto creare sarebbe stato così perfetto.

ph. Paola Colleoni
Un abbraccio grande, in rigoroso ordine alfabetico, a Alfredo, Annalisa, Giulia, Julia, Luca, Paola, Paolo, Serena, e poi ancora grazie a Roberto dello Chalet FIAT, a Giacomo Maffei che ci ha gentilmente concesso l’uso di Baita S. Maria, a Rita di Fiori e Tradizioni che ha creato per noi composizioni floreali, ai negozi Casa Cozzio e Campiglio Legno per averci gentilmente prestato pezzi d’epoca e di artigianato locale di squisita fattura. Io sono un po’ commossa.
sono completamente innamorata di tutto ciò che avete fatto/creato/condiviso.
sogno di poter lavorare anche io insieme al team meraviglioso che siete!!!!
Grazie Lisa <3