Non deve essere causale che io mi ritrovi a scrivere questo post per una surreale catena di eventi che mi ha liberato un paio d’ore dalla sessione di lavoro notturna. Una delle mie coppie lavora al Ministero degli Esteri britannico, e la questione siriana li ha trattenuti al lavoro fino a tardi, questa sera, così la nostra chat programmata è slittata.
Ok, lo so, non sempre gli eventi di primo piano mondiale hanno per forza conseguenze dirette immediate sulla nostra quotidianità. Eppure.
Lasciate che vi spieghi di cosa vorrei parlarvi oggi e perché. E portate pazienza se all’inizio vi sembrerà filosofia pura.
In questi ultimi anni va molto di moda promuovere l’idea che volendo si possa realizzare qualsiasi cosa. Che la frase “non ho tempo” sia una scusa di chi non ha abbastanza forza di volontà per giustificare la propria mancanza di intraprendenza, i propri sogni lasciati nel cassetto. Il mantra che ci sentiamo ripetere continuamente, che leggiamo sui poster motivazionali in giro per Pinterest, è sempre: “non trovare scuse, hai le stesse possibilità di chiunque altro di farcela, datti una mossa e tutto sarà possibile”.
Be’, non è per rovinarvi la festa, ma non è proprio così. Diciamo che *in teoria* è così. Che il tempo porta in sé ogni genere di potenzialità (conoscete il paradosso del gatto di Schrödinger?! Fino a che non aprite la scatola in cui avete messo il gatto, non saprete se è vivo o morto, quindi – tecnicamente – il gatto è potenzialmente vivo E morto allo stesso tempo). Ma nell’istante stesso in cui compite una scelta qualsiasi, le potenzialità mutano e vengono limitate. Per non parlare del modo in cui anche le scelte degli altri hanno conseguenze su di voi.
La realtà è che spesso, pur pianificando attentamente la vostra giornata, vi ritroverete bloccate nel traffico, distratte dalla telefonata di un’amica in crisi, bloccate a letto da un’influenza improvvisa. E francamente, poco importa che siate bloccate nel traffico perché avete voluto a tutti i costi prendere la macchina (pigrizia), che siate interrotte dalla telefonata perché avete dimenticato di staccare il telefono (disattenzione), che vi siate prese l’influenza perché siete uscita con il fidanzato ancora in convalescenza (impazienza). Ciò che conta è il risultato: le vostre potenzialità quotidiane saranno state cancellate. E voi dovrete affrontare le conseguenze. E trarre il meglio (o il meno peggio) dalla situazione in cui vi troverete.
Questi ultimi mesi sono stati per me un doloroso promemoria di questa realtà. Qualcuno di voi lo sa, ho due figli. La grande ha 9 anni e una pre-adolescenza particolarmente perniciosa, il piccolo ne ha 2 ed è uno di quei bambini che, volendo essere educati, si definisce “impegnativo”. Una canaglia, praticamente. Quando non vanno a scuola sono a casa con me, perché l’unica nonna disponibile nei paraggi (mia mamma) ha parecchi impegni di varia natura quindi può aiutarmi solo nelle emergenze. Pagare una babysitter, oltre alla retta del nido, richiederebbe un piccolo mutuo, così mi arrangio. Mio marito mi aiuta davvero tanto, ma lavora a circa 100 km da casa quindi esce prestissimo e rientra tardi, in più per motivi di salute deve allenarsi almeno quattro volte la settimana, sere in cui rientra ancora più tardi (lo so, raccontato così sembra che abbia un’amante e io sia una di quelle mogli in negazione, ma fidatevi, è tutto ok). Per farla breve, io lavoro spesso con i bambini per casa. Non di rado anche durante l’anno scolastico, vista la salute cagionevole del piccolo. Ho due lavori, di fatto (anzi tre, se contate il ruolo di colf/babysitter), ed entrambi hanno ritmi spesso imprevedibili. Così conduco una vita letteralmente contro il tempo. Che vince il più delle volte. Chi mi conosce bene mi chiede spesso “come fai a fare tutto?” e io rispondo candidamente “non faccio tutto”. Ma capirete che per una persona con spesso molte idee e una certa propensione a voler fare le cose per bene, la situazione sia non poco frustrante. Soprattutto in un settore come il mio in cui il 90% delle colleghe non ha figli o ha una certa disponibilità economica per gestirli, per cui si continua a pontificare che è questione “di voler fare bene le cose, di amare il bello e metterci la passione, e tutto si può fare”. Ogni volta che leggo queste cose mi sale una romella che non vi dico.
Mi sono sempre detta che era un mio problema. Poi ho cominciato a rendermi conto che la moda ‘onnipotentista’ di cui sopra stava avendo conseguenze sempre più devastanti anche sulle spose che incontravo. Tantissime di voi mi scrivono attanagliate dall’insicurezza, la frustrazione e a volte l’imbarazzo di rendervi conto che non ce la fate a portare a termine tutto quello che avreste voluto fare per il vostro matrimonio. Siete stanche eppure continuate a ripetervi/mi che “ce la potete fare”, che in fondo si tratta di organizzarvi un po’ meglio, di concentrarvi, di imparare a prendere appunti… e via a ripetere quello che si legge nei blog motivazionali in giro per la rete.
Vi rivelo un segreto. La stragrande maggioranza di chi scrive che tutto è possibile e “il tempo per fare le cose si trova, se si vuole veramente farle”, e che “puoi avere esattamente il matrimonio che vuoi anche se fai da sola” è composta di persone che nella realtà non hanno poi molto da fare. O che dimenticano di aggiungere un sottinteso fondamentale “il tempo per fare le cose si trova, se si vuole veramente farle… rinunciando a qualcos’altro e accettandone le conseguenze”. Se avete un lavoro (scelto o meno) che vi impegna fino a tarda sera a discutere del possibile intervento armato in Siria, difficilmente potrete iscrivervi a un corso serale di scrittura creativa. Sì, anche se vi è sempre piaciuto scrivere. Potrete decidere che è venuto il momento di lasciare il lavoro e tentare di sfondare come scrittrice, ma questa scelta vi lascerà senza stipendio per un bel po’ di tempo. Se volete un matrimonio tutto fai-da-te, pieno di progettini creativi da realizzare a mano, ma rientrate ogni sera alle 20, dovrete ipotecare le ore notturne e i finesettimana.
La vita è così. Ogni scelta ha conseguenze, spesso irreparabili (nel bene e nel male).
Ma sapete che vi dico? È il suo bello. Vuol dire che avete la possibilità di dire no, quando sentite che siete troppo stanche, o di dire sì, quando volete cambiare qualcosa. Vuol dire che potete tralasciare quelle potenzialità un po’ meno potenziali (se avete manualità zero magari non ha senso incapponirsi a cercare di imparare l’uncinetto!) per dedicarvi a cose che vi piacciono e vi fanno sentire bene. Vuol dire che se anche scrivete benissimo e non avete mai veramente tentato di sfondare coi vostri racconti e le vostre poesie, ma avete una famiglia che adorate e un lavoro che vi riempie di soddisfazioni… non c’è niente di male. Anzi!
Il mio messaggio di oggi per voi, future spose o no, è proprio questo:
Non si può fare tutto. Ma si può scegliere consapevolmente cosa fare e cercare di dare il massimo con le carte che la vita ci distribuisce.
Che siano capacità creative o un budget di nozze, nel momento in cui accetterete serenamente che alcune cose sono fuori dalla vostra portata potrete cominciare a godervi quelle che sono invece a portata di mano. Fidatevi, e non siate troppo severe con voi stesse!
Grazie per le tue pillole…come sempre chiara e precisa.
Io mi sono sposata l’anno scorso, ho cercato di fare tutto e ovviamente ho rinunciato a qualche cosa, perchè come dici tu: non dipende tutto da noi! 🙂
Mi piace sempre quello che dici e il modo in cui lo fai…quindi grazie ancora e Buon LavorI! 😉
Sara C.
Grazie a te, Sara. Sai, da un lato sono sempre dolorosamente consapevole che questi post sono un po’… ‘scontati’. Insomma, mi sembra di fare quella che scopre l’acqua calda! D’altra parte io per prima avrei bisogno che qualcuno queste cose me le ripetesse più spesso, mi rassicurasse, e leggere i vostri commenti mi conferma che è una necessità comune 🙂
Grazie! Mi piace proprio questa considerazione sull’uso del tempo, sulle prioritá e sulla felicitá!
Buon lavoro!
Anna
Grazie a te, Anna 🙂
Questo post me lo stampo, lo incornicio e me lo appendo al posto dello specchio in bagno. Grazie, ne avevo bisogno. E, ovviamente, condivido su tutta la linea…;-)
Non è un po’ lungo per essere incorniciato?! 😉 Grazie a te, comunque, son felice che i miei ramblings servano anche a voi 🙂