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Diventare wedding planner: il servizio

10 Ottobre 2013 by Barbara 2 commenti

Il post di oggi è stato in bozza per tanti mesi, riguarda un tema su cui mi metto spesso in discussione, e che può sembrare più per addetti ai lavori (colleghi e aspiranti). L’argomento è: in cosa consiste il servizio che offro. L’esigenza di pubblicarlo nasce dalla mia esperienza al matrimonio di sabato e da un dialogo occorso ieri in un forum, con una collega. Come al solito, spero che queste mie riflessioni siano utili sia a chi fa (o vorrebbe fare) questo lavoro, sia a chi si sta per sposare e si chiede cosa aspettarsi da me.

Ci sono alcuni luoghi comuni che ricorrono spesso quando si parla della professione che svolgo. Tanto per cominciare si fanno spesso lunghe discussioni sulla job description. Le differenze tra wedding planner, wedding designer, wedding coordinator e via di seguito, sono esplorate, elaborate e disquisite ormai in ogni dove. Io ho detto la mia anni fa e ora penso che la conversazione sia diventata abbastanza sterile.

In particolare trovo assurdi questi due assiomi:
1. il ruolo del wedding planner non è allestire, fare fiocchetti, montare la confettata, ecc.
2. un wedding planner è un professionista con uno stile preciso che deve realizzare un matrimonio perfetto e curato in ogni dettaglio.

Ho scelto questi due luoghi comuni perché sono per me intrinsecamente legati, entrambi infatti offrono una risposta apparentemente universale alla domanda fondamentale che sta dietro al mio lavoro: “che cosa vendo?”. Da un punto di vista strettamente imprenditoriale, secondo me ogni wedding planner (o wedding qualsiasi) dovrebbe trovare la propria risposta quando apre la propria attività e la risposta può essere molto diversa.

Ma come, mi direte, tutti vendono organizzazione di matrimonio! Sì e no, in effetti.
Vi faccio un esempio fuori contesto, per spiegarmi meglio. Pensate a due alberghi. Entrambi vendono servizi di ospitalità, è ovvio. Ma immaginate che uno abbia le finestre affacciate su Trinità dei monti a Roma, e l’altro sia appena fuori dall’aeroporto di Roma Fiumicino. È evidente che il primo vende un’esperienza di vita unica, l’altro la comodità di un’attesa confortevole. Mi seguite?

Io, quando ho aperto fatamadrina, ho deciso che avrei venduto un matrimonio dalla parte degli sposi, che tenesse conto dei loro desideri e che permettesse loro di godere senza stress di ogni momento. Un matrimonio alle loro condizioni, certo, ma anche in linea con i loro gusti. Per realizzare in pratica questo servizio, ho imparato che a volte è necessario anche che io prenda una scopa e rassetti personalmente una sala. O che mi ritrovi a comporre delle composizioni floreali, se le amiche della sposa hanno sottovalutato le difficoltà di un progetto fai-da-te. Occuparmi di queste due attività non fa di me né una sguattera né una fiorista, e le due attività non compariranno mai né in un mio preventivo, né in una mia presentazione. Ma se in fase di esecuzione del matrimonio è necessario che qualcuno si occupi di queste due cose affinché il risultato desiderato si avveri, ritengo sia mio dovere occuparmene. E attribuirmi il valore del lavoro fatto.

Fatemi divagare ancora un attimo per spiegarmi meglio. Quando lavoravo come assistente di direzione di un amministratore delegato nel settore moda, il mio ruolo era abbastanza importante, in quanto mi era stato richiesto di fargli a tutti gli effetti da filtro con il mondo esterno. Nella maggior parte della giornata, per chi lo cercava e incontrava me, io ero lui. Ascoltavo per conto suo, parlavo e agivo su suo mandato. Un ruolo di grande responsabilità. Ma non per questo mi ritenevo offesa se mi chiedeva di preparargli il caffè e portarglielo in riunione. Preparare il caffè non era nella mia job description ma era in certi casi necessario affinché il mio ruolo di assistente andasse a buon fine.

Nel mio modo di fare il lavoro di consulente wedding planner ci sono poche attività off limits per definizione (diciamo tutte quelle illegali e che non sono in grado di fare!), proprio perché vendo un servizio che si esplica come esperienza finale per gli sposi, e questo è ciò che quantifico ai miei clienti quando stilo un preventivo, non un elenco di cose che farò o non farò (anche se ovviamente il contratto prevede delle esclusioni).

I sell magic

Il fatto stesso poi di vendere un’esperienza ha come conseguenza che il contenuto stilistico della stessa sia ben poco legato a ciò che piace a me, o alla tensione verso un risultato ‘perfetto’ (nel senso di senza difetti o curato come il servizio di una rivista). Io vi garantisco un matrimonio a vostra immagine e somiglianza, quindi diverso da ogni altro, e ritagliato sui vostri gusti, le vostre esigenze e le vostre personalità. Non sono una wedding designer, quindi la mia massima aspirazione è che vedendo il matrimonio i vostri ospiti pensino: “wow! È proprio il matrimonio di x e y!” non “oh, questo è chiaramente un matrimonio di fatamadrina”. Anche se mi chiederete di progettare qualcosa per voi, lo farò sempre con l’approccio del servizio di cui vi parlavo prima, quindi dando centralità a voi, non al mio gusto.

Lasciate che io sia chiara: non sto mica dicendo che tutti i wedding planner dovrebbero essere come me, offrire il servizio che offro io. È esattamente il contrario. Vi sto raccontando quello che ho deciso di fare io (e che chiamo, appunto, essere dalla parte degli sposi) perché è ciò che a me risulta più congeniale, ciò per cui sono più preparata, in breve, il tipo di servizio in cui posso offrirvi di più.

Ecco, però reclamo il diritto di poterlo fare. Di potere decidere il servizio da offrire per valorizzare al massimo le mie competenze (quindi offrirvi il servizio migliore). Se dovessi uniformarmi all’ideale professionale di altri, sabato scorso non ci sarebbe stato un allestimento, al matrimonio che ho coordinato. Se dovessi prendermela quando non fate vostra una delle mie proposte decorative, non avreste la possibilità di dare vita al vostro stile nel miglior modo possibile. Insomma, non sarei fatamadrina.

Categoria: diventare wedding planner Tag: dalla parte degli sposi, magia, offerta, perfezione, preventivo, servizio, stile, wedding planner

Diventare wedding planner… fatamadrina risponde

27 Luglio 2012 by Barbara 5 commenti

A volte mi chiedo se non farei meglio a semplicemente proporvi un nuovo servizio a pagamento, una consulenza personalizzata di valutazione delle capacità per rispondere al numero pazzesco di email e messaggi che ricevo da aspiranti colleghe. Perdonate l’incipit un po’ brusco, ma questo post mi trova proprio nel pieno di una riflessione di questo tipo.

Il punto è che io non ho né le competenze né il tempo… né francamente la voglia di proporre questo servizio. Se avessi competenze e voglia mi sarei dedicata alla consulenza di formazione e al settore delle Risorse Umane! Non fraintendetemi, ho una certa capacità di valutare le persone (da un punto di vista professionale) e di fare talent scouting, ma per esaminare nel dettaglio un profilo personale e professionale al fine di consigliare un determinato percorso di carriera ci vogliono competenze specifiche che mi mancano. E poi non voglio la responsabilità di dare consigli così importanti.

pillola di fatamadrina wedding planner

Insomma, per rispondere una volta sola a tutte,

No, mi spiace, non me la sento di dirvi se dal vostro curriculum siete adatte a questo mestiere, di consigliarvi cosa fare nel dettaglio per intraprenderlo, di sostenervi con email e chiaccherate nel difficile percorso di definizione della vostra carriera.

Non me la sento di farlo in maniera personalizzata, ma se avete dubbi, l’etichetta “diventare wedding planner” in questo blog è secondo me un buon punto di partenza.

Negli anni ho parlato di tantissimi argomenti:

– quale percorso formativo scegliere per intraprendere una professione creativa;
– alcuni libri (e altri ancora) che possono stimolare la vostra creatività;
– l’ABC di questa professione, i ruoli che è possibile incarnare, i rischi da evitare;
– come redigere un curriculum vitae efficace per candidarvi a collaborare con agenzie affermate (e qui c’è ancora molto da lavorare, a giudicare da certi CV che vedo…);
– i pro e i contro del modello franchising.

E non smetterò di dedicare qualche post ogni tanto all’argomento, per cui se avete dubbi su qualche aspetto che non ho ancora esaminato, o su quelli che ho affrontato, scrivetemi e vi prometto che col tempo risponderò ad ogni dubbio con post qui sul blog, in modo che le risorse siano poi disponibili per tutti

Allora, che aspettate?! Via a scrivere nei commenti!

 

Categoria: diventare wedding planner Tag: consigli, servizio, wedding planner

Forma, contenuto e etica professionale

16 Maggio 2012 by Barbara 5 commenti

Tutto è cominciato con i soliti dilemmi da ‘industria dei matrimoni’, del tipo, non ci sarà un po’ troppa ‘forma’ a certi matrimoni da quando c’è tutta una macchina commerciale dietro i servizi collegati? Programmi televisivi sempre più pretestuosi, libri splendidi, utili o solo frivoli, negozi, organizzatori, consulenti e riviste di ogni genere… non corrono il rischio di enfatizzare l’aspetto spettacolare di una festa di nozze distogliendo l’attenzione dal cuore della questione, ovvero, molto semplicemente, la storia d’amore dei protagonisti?!

Lo so, è un argomento complesso e spinoso (per non dire, epocale, visto che l’opposizione forma/contenuto è uno dei principali argomenti filosofici in ambito artistico da una cosa come alcune migliaia di anni) ma alla fine ho sempre pensato che la soluzione fosse abbastanza semplice. Quando organizzo un matrimonio io affronto ogni aspetto ‘visivo’ e di stile a partire dalla coppia. In questo modo ogni elemento formale della festa che verrà organizzata sarà comunque carico di significato e pensato in modo da riportare l’attenzione sulla coppia. In questo, ho la presunzione di credere che nei miei matrimoni ci sia sempre forma e contenuto.

Lo stesso approccio andrebbe secondo me applicato ai professionisti del settore matrimoni.

Ciascuno di noi (wedding planner, designer, fioristi, calligrafi, grafici, e così via), per quanto bravi e talentuosi possiamo essere, non è che uno strumento al servizio degli sposi per aiutarli a celebrare nel modo migliore il loro amore. Quando lavoriamo a un matrimonio, quando allestiamo un servizio fotografico per qualcun altro, siamo comunque semplici ospiti alla festa di qualcun altro. È evidente che assumendomi gli sposi non comprano una schiava o un automa che fa tutto ciò che le viene chiesto in modo acritico. Ma, nel rispetto della mia professionalità e del mio lavoro, è giusto che gli sposi si aspettino da me di piegare i miei gusti personali, le mie aspirazioni e il mio modo di lavorare a quel compromesso che garantisce la migliore collaborazione e il risultato più adatto alle loro esigenze.

Sfatiamo il mito che se un professionista è di alto livello può fare quello che gli pare e imporre le proprie scelte ai suoi clienti. Un vero professionista non lo farebbe mai, perché sa che senza il ‘contenuto’ portato dalla coppia, anche la ‘forma’ migliore e più lussuosa perderebbe emozione e valore.

Chiariamoci bene, questo post non ha lo scopo di ‘fare la lezione’ a colleghi e aspiranti tali, quanto di mettere in guardia i futuri sposi dalla dittatura del gusto di certi fornitori. Cercate fornitori che rispettino la vostra storia e siate sempre generosi di riscontri al termine delle vostre nozze. Premiate chi vi ha trattato bene e segnalate i fornitori che hanno messo al centro la propria fama e arroganza. Solo un feedback onesto e generoso può fare selezione in questo mercato, permettendo ai veri professionisti di ricevere il giusto plauso e agli sposi di non incappare in brutte avventure.

Non c’è industria in cui sia più vero che non tutto ciò che luccica è oro. Ne volete un esempio?! Avete sentito parlare delle famosissime fotografe americane Simply Bloom? Ecco un paio di recensioni molto negative del loro recente workshop a Las Vegas: qui e qui. Solo due voci su 27 (che comunque sarebbe quasi un 10%, percentuale non proprio trascurabile)? Se aggiungiamo almeno due conferme nei commenti arriviamo quasi al 20% di feedback negativo. Roba per cui Ebay e Etsy opererebbero verifiche rigorose sul venditore.

Nel nostro mercato non esistono enti superiori come Etsy e Ebay, che vigilino sui contratti (esigeteli e firmateli sempre, per favore), sulla legalità (partita IVA e fattura sono un servizio anche per il cliente) e sull’etica dei fornitori. Aiutatevi voi, con recensioni precise, oggettive e chiare, magari scritte a due mesi dal matrimonio, quando avete la mente lucida. Centinaia di future coppie vi ringrazieranno. Per non parlare dei fornitori corretti.

E finalmente non ci sarà più bisogno di distinguere tra forma e contenuto.

Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: etica, forma, professionalità, recensioni, servizio

Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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