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Forma, contenuto e etica professionale

16 Maggio 2012 by Barbara 5 commenti

Tutto è cominciato con i soliti dilemmi da ‘industria dei matrimoni’, del tipo, non ci sarà un po’ troppa ‘forma’ a certi matrimoni da quando c’è tutta una macchina commerciale dietro i servizi collegati? Programmi televisivi sempre più pretestuosi, libri splendidi, utili o solo frivoli, negozi, organizzatori, consulenti e riviste di ogni genere… non corrono il rischio di enfatizzare l’aspetto spettacolare di una festa di nozze distogliendo l’attenzione dal cuore della questione, ovvero, molto semplicemente, la storia d’amore dei protagonisti?!

Lo so, è un argomento complesso e spinoso (per non dire, epocale, visto che l’opposizione forma/contenuto è uno dei principali argomenti filosofici in ambito artistico da una cosa come alcune migliaia di anni) ma alla fine ho sempre pensato che la soluzione fosse abbastanza semplice. Quando organizzo un matrimonio io affronto ogni aspetto ‘visivo’ e di stile a partire dalla coppia. In questo modo ogni elemento formale della festa che verrà organizzata sarà comunque carico di significato e pensato in modo da riportare l’attenzione sulla coppia. In questo, ho la presunzione di credere che nei miei matrimoni ci sia sempre forma e contenuto.

Lo stesso approccio andrebbe secondo me applicato ai professionisti del settore matrimoni.

Ciascuno di noi (wedding planner, designer, fioristi, calligrafi, grafici, e così via), per quanto bravi e talentuosi possiamo essere, non è che uno strumento al servizio degli sposi per aiutarli a celebrare nel modo migliore il loro amore. Quando lavoriamo a un matrimonio, quando allestiamo un servizio fotografico per qualcun altro, siamo comunque semplici ospiti alla festa di qualcun altro. È evidente che assumendomi gli sposi non comprano una schiava o un automa che fa tutto ciò che le viene chiesto in modo acritico. Ma, nel rispetto della mia professionalità e del mio lavoro, è giusto che gli sposi si aspettino da me di piegare i miei gusti personali, le mie aspirazioni e il mio modo di lavorare a quel compromesso che garantisce la migliore collaborazione e il risultato più adatto alle loro esigenze.

Sfatiamo il mito che se un professionista è di alto livello può fare quello che gli pare e imporre le proprie scelte ai suoi clienti. Un vero professionista non lo farebbe mai, perché sa che senza il ‘contenuto’ portato dalla coppia, anche la ‘forma’ migliore e più lussuosa perderebbe emozione e valore.

Chiariamoci bene, questo post non ha lo scopo di ‘fare la lezione’ a colleghi e aspiranti tali, quanto di mettere in guardia i futuri sposi dalla dittatura del gusto di certi fornitori. Cercate fornitori che rispettino la vostra storia e siate sempre generosi di riscontri al termine delle vostre nozze. Premiate chi vi ha trattato bene e segnalate i fornitori che hanno messo al centro la propria fama e arroganza. Solo un feedback onesto e generoso può fare selezione in questo mercato, permettendo ai veri professionisti di ricevere il giusto plauso e agli sposi di non incappare in brutte avventure.

Non c’è industria in cui sia più vero che non tutto ciò che luccica è oro. Ne volete un esempio?! Avete sentito parlare delle famosissime fotografe americane Simply Bloom? Ecco un paio di recensioni molto negative del loro recente workshop a Las Vegas: qui e qui. Solo due voci su 27 (che comunque sarebbe quasi un 10%, percentuale non proprio trascurabile)? Se aggiungiamo almeno due conferme nei commenti arriviamo quasi al 20% di feedback negativo. Roba per cui Ebay e Etsy opererebbero verifiche rigorose sul venditore.

Nel nostro mercato non esistono enti superiori come Etsy e Ebay, che vigilino sui contratti (esigeteli e firmateli sempre, per favore), sulla legalità (partita IVA e fattura sono un servizio anche per il cliente) e sull’etica dei fornitori. Aiutatevi voi, con recensioni precise, oggettive e chiare, magari scritte a due mesi dal matrimonio, quando avete la mente lucida. Centinaia di future coppie vi ringrazieranno. Per non parlare dei fornitori corretti.

E finalmente non ci sarà più bisogno di distinguere tra forma e contenuto.

Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: etica, forma, professionalità, recensioni, servizio

Improvvisazione e wedding planner improvvisate

12 Aprile 2012 by Barbara 5 commenti

Questo post è di interesse universale. È allo stesso tempo un consiglio imprescindibile per gli/le aspiranti wedding planner che mi leggono e uno strumento di scelta per chi si appresta a intervistare colleghi per il proprio matrimonio.

Nel settore ormai c’è talmente tanta confusione e disinvoltura con le definizioni che è difficile identificare i professionisti dagli aspiranti tali.

brand identity blue

brand identity di Colleen Ellse

Le basi ormai le conoscete: un vero professionista esercita una professione, appunto, pertanto:

1. ha una partita IVA e
2. richiede un compenso.

Come minimo. Non ci sono alternative.

Poi c’è la questione dell’improvvisazione. Facciamo chiarezza una volta per tutte:

Un/a wedding planner improvvisato/a è una persona che ha cominciato a esercitare la professione senza soluzione di continuità con una passione personale.

Queste persone lavorano come se stessero ancora organizzando il matrimonio della migliore amica. Non percepiscono la differenza tra svolgere l’attività come passatempo, interesse personale, e condurla come una vera e propria attività professionale (che è quello che è veramente). Non si sono posti problematiche di identità (chi sono, cosa offro al mercato, perché il cliente dovrebbe scegliere me invece di un altro, ecc), né obiettivi imprenditoriali (quanto devo fatturare per continuare a lavorare e pagare le spese, quanti matrimoni posso organizzare in un anno, ecc), né hanno stabilito strategie di marketing (quale è il giusto prezzo per il mio servizio, chi è il mio cliente ideale, come faccio a raggiungerlo, ecc).

Yvonne home office

home office di Yvonne Eijkenduijn

Si può essere wedding planner improvvisati anche se si sono organizzati dieci matrimoni, se non si è mai risposto alle domande di cui sopra. Perché senza un’attenta auto-analisi, una strategia e un piano di marketing si sopravvive per pura fortuna e casualità. Altrettanto facilmente si può sparire domani senza preavviso. Ed è questo che deve spaventare un cliente: il pressapochismo e la superficialità che potrebbero fare sparire il wedding planner a metà del percorso di organizzazione.

Per gli/le aspiranti wedding planner invece è una questione fondamentalmente etica: come potete garantire al cliente l’attenzione e la cura che necessita l’organizzazione del suo matrimonio, se non vi siete presi nemmeno il tempo di pensare e pianificare con attenzione la vostra attività, suprema consacrazione del vostro talento e dei vostri interessi?!

Bri Emery office tour

please, come in via Apartment Therapy

Volete un particolare ironico? La capacità di improvvisare è però una delle doti fondamentali di un buon wedding planner! Senza la capacità di cambiare in corsa, adattarvi agli eventi, lavorare con quello che avete, sarete nei guai.

Ma senza pianificazione preliminare non siete un wedding planner.

Categoria: diventare wedding planner Tag: business plan, improvvisazione, professionalità, wedding planner

Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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