Questo post sedeva da mesi nella cartella delle bozze, in attesa di un’occasione per essere rivisto e pubblicato. Gli eventi di questi ultimi giorni mi hanno convinto a recuperarlo, aggiornarlo e proporvelo.
Mi piacerebbe che questa lettura aiutasse quanti di voi stanno organizzando le proprie nozze in condizioni ‘normali’ a recuperare la serenità e ristabilire le giuste priorità, per affrontare con tranquillità gli imprevisti piccoli e grandi che vi si parano davanti. Perché se è poco probabile (e per fortuna!) che i vostri progetti siano funestati da tragici imprevisti, i consigli per gestirli sono sempre validi, anche per gli ostacoli di piccolo conto.
La realtà è che in questo mestiere gli imprevisti sono il pane quotidiano. In effetti, gli imprevisti sono la ragione numero uno per la quale assumere un wedding planner comunque alla fine conviene sempre (a meno che non vi siate messi nella mani di un incapace, ma quello vale per qualsiasi settore). Ci sono i blocchi dei TIR, c’è la neve, c’è il maltempo, ci sono le malattie, ci sono gli imprevisti che derivano dal fatto che ogni fornitore cura tanti progetti contemporaneamente e tutti dipendono anche dalla capacità degli altri di organizzarsi e coordinarsi tra i propri mille progetti. Ci sono anche le pressioni psicologiche degli amici e dei parenti degli sposi.
E poi, in tutto questo delirio organizzato (perché ovviamente ogni bravo wedding planner ha piani B e rimedi last minute predisposti, quindi alla fine si tratta solo di correre appena un po’ di più), arrivano i terremoti, il simbolo della nostra impotenza. Il terremoto è così terribile perché ci ricorda che in realtà, molto semplicemente, non possiamo controllare e prevedere tutto.
Imprevisti di questa magnitudine (letteralmente) non sono comuni, ma succedono. E incidono sui futuri sposi quanto sugli addetti ai lavori. Se un wedding planner non è capace di mantenere la calma, sorreggere anche psicologicamente i propri clienti in questi frangenti, ammortizzare il carico di stress che piomba sui futuri sposi, tanto vale che cambi lavoro. In questi giorni di piani B fatti e disfatti ad ogni scossa superiore a magnitudo 5 (quindi circa una volta alla settimana) mi sono chiesta come offrire un distillato di questa esperienza che potesse essere utile a tutti. La risposta sono questi cinque consigli, validi per tutti, preziosi per chi si trova ad affrontare situazioni del genere da soli:
1. cercate aiuto. Qualsiasi imprevisto di una certa gravità (cataclisma, lutto, terremoto) ha effetti devastanti sulla psiche e sull’equilibrio psico-fisico di chiunque. Non cercate neanche per un momento di affrontare tutto da soli. Chiedete sostegno morale ai parenti, interpellate il vostro medico curante e fatevi prescrivere qualsiasi rimedio ritenga adeguato, imparate a rispondere “sì” quando gli amici vi chiedono se avete bisogno di qualcosa, cominciate a delegare.
2. accettate ciò che non potete cambiare. Di fronte ai grandi imprevisti la prima reazione è il rifiuto, la negazione. La nostra (insana e irrazionale) aspirazione alla perfezione ci porta a non volere accettare che qualcosa sia al di fuori del nostro controllo. Così perdiamo energie preziose nei vari stadi del rifiuto, della rabbia, della ricerca di un colpevole. È umano, ma non risolve nulla. Molto meglio andare subito oltre e chiedersi direttamente “quali alternative ho?”
3. rivedete le vostre priorità. Gli imprevisti, piccoli o grandi che siano, vi offrono l’opportunità di ripensare ogni decisione che avete preso fino a questo momento. Approfittate della chiarezza con cui vi appariranno le cose veramente importanti, rispetto a quelle triviali, e scegliete con serenità a quali rinunciare e quali privilegiare. Nelle situazioni meno drammatiche potreste semplicemente scoprire che alla fine delle lanterne da lanciare nel cielo non è che ve ne fregasse poi così tanto, e ritrovarvi con qualche euro in più da spendere in viaggio di nozze.
4. non perdete la speranza. Siete vivi. Vi amate. Avete una vita da passare insieme. Rispetto a questo ogni cosa dovrebbe apparire ridimensionata e più gestibile.
5. infischiatevene delle convenzioni. Già in condizioni normali, lo sapete, ritengo che le convenzioni sociali siano sopravvalutate. Se non sono uno strumento per dimostrare affetto, considerazione e rispetto per i vostri invitati sono di per sé un elemento di pura apparenza e come tale sacrificabile senza troppi rimpianti. Di fronte poi a imprevisti piccoli e grandi le convenzioni hanno ben poco valore. Portatevi il vostro abito con strascico e il vostro velo da cattedrale sotto il gazebo di plastica bianca che la parrocchia ha allestito ai giardinetti per sostituire la chiesa inagibile, e portatelo anche con orgoglio e gioia. Nel bene e nel male, nella buona come nella cattiva sorte, le cose importanti sono sempre quelle: voi e il vostro amore.