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2014 è l’anno del MENO

4 Febbraio 2014 by Barbara 4 commenti

Ho una confessione da farvi. Sono stanca.

Bell’inizio per il primo post del 2014, vero?! Dài, portate pazienza, non parlerà (del tutto) di matrimoni, ma vi assicuro che sarà meno drammatico di quanto non suoni l’incipit. Allora, vi va di stare con me fino in fondo?

È dalla metà del 2013 che sono stanca, a dirla tutta, e che mi sento essenzialmente… spesa. Come se non avessi più creatività da mettere nella lavoro. Certo il 2013 è stato un anno ricchissimo, splendido ma faticoso, per cui ci sta che la mia vena creativa ne soffra. Le immagini che riempiono questo post sono di alcuni dei progetti che ho sviluppato nel corso dei mesi… dài, diciamo che se ho speso un po’ di creatività non c’è bisogno di dirvi dove è andata!

febbraio marzo 2013

ph. Barbara Pederzini

Il problema è che tra connessione quasi perpetua e bombardamento mediatico (riviste, blog, Pinterest, concorrenza) ho avuto la sensazione quest’anno di andare in completo sovraccarico e di non avere più posto (nella mia testa) per fare girare quello che c’era. Non so se capite cosa intendo. Comunque.

È anche per questo che la mia parola per il 2014 sarà MENO.

aprile maggio 2013

ph. Erica Brenci, Les Amis Photo – ph. Barbara Pederzini

Tanto per cominciare sto cominciando a eliminare cose dalla mia vita. In famiglia abbiamo donato scatoloni pieni di articoli di puericultura e abbigliamento alla CARITAS parrocchiale, e ho deciso che nel 2014 non acquisterò abbigliamento, accessori, cancelleria e cosmesi che non siano strettamente indispensabili. Ve lo immaginate coma sarà per una feticista della carta come me?! Gennaio è andato bene (mi spiace, commercianti, quest’anno niente saldi per me) e confesso che sto riscoprendo il piacere di indossare tutto quello che ho, anche capi che non portavo più da anni, rinunciando invece ad altri che tenevo esclusivamente per valore affettivo.

giugno agosto 2013

ph. Barbara Pederzini – ph. Francesco De Tito

Poi ho cominciato a progettare il mio piano ‘limiti’, che vi presenterò nel dettaglio nelle prossime settimane, e che mi dovrebbe portare nei prossimi sei mesi a stare meno tempo connessa a Internet e meno ore a leggere email, permettendomi così di concentrarmi molto meglio quando lo faccio. Sapete cosa vuol dire per voi sposi che mi assumete? Che vi risponderò meglio e prima, non mi perderò appuntamenti e informazioni per strada (mi vergogno ad ammetterlo ma succede) e che i nostri incontri saranno ben organizzati e super efficienti, lasciandovi più tempo per fare le cose che preferite. D’altra parte non è anche per questo che vi affidate a me? Perché il vostro tempo libero non sia risucchiato dall’organizzazione del vostro matrimonio!

settembre ottobre 2013

ph. Lelia Scarfiotti – ph. Barbara Pederzini

Ho cercato di portare la strategia della sottrazione anche nella gestione della scrivania. Anni fa lessi un’intervista a Philippe Daverio in cui affermava di avere due diversi studi, uno per immergersi nel processo creativo (incasinato, sovraccarico di libri, carte, oggetti) e uno per concentrarsi e riflettere (bianco, minimale e ordinatissimo). Lo so, due studi sembrano un controsenso in un’ottica di ‘meno’, ma seguitemi nel mio ragionamento. Ho sempre sognato di poter imitare il critico d’arte e grazie all’esperienza di coworking che sto facendo con la mia ex collega e amica Emanuela ora ho anche io il mio studio per la concentrazione, ordinatissimo e in bianco e nero, dove rifugiarmi quando voglio lavorare con la massima concentrazione ma prendermi pause vere, di quelle in cui si fanno due chiacchiere intorno a un caffè. Ho rinunciato ad avere sempre tutto a portata di mano e ad abituarmi a organizzare bene la ‘cartella’ con le poche cose indispensabili per lavorare (ecco il MENO!) e farmele bastare.

Infine ho eliminato le continue liste di cose da fare, sparse per ogni dove, radunando tutto sotto due grandi famiglie: le liste giornaliere dettate da impegni famigliari e lavorativi che creo su Things e poi trascrivo sull’agenda, e la lista mensile strategica che nasce dai miei cinque obiettivi da raggiungere entro luglio. Ma questi prometto che non ve li propino!

Insomma, quest’anno ho deciso di risparmiare energie e concentrarle meglio in poche cose che contano: i sentimenti (invece delle cose), la comunicazione efficiente (invece che la connessione dispersiva), il fare (invece che il sognare all’infinito). Avete voglia di accompagnarmi per vedere dove mi porterà questo cammino?

Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: 2014, fatamadrina, organizzazione, priorità

La predica del lunedì – gestire la perdita di controllo

2 Dicembre 2013 by Barbara 3 commenti

Non so esattamente quando è successo che questo lavorare in prioprio è diventato una cosa a tempo pieno, tutto l’anno e senza soluzione di continuità. Per una persona che ama avere tutto sotto controllo (lo so, non è possibile, è fonte di inesauribile frustrazione e blabla. Eppure son fatta così) l’idea di vedersi scippare l’esistenza da un’attività che dipende (sulla carta) esclusivamente da me e dalle mie decisioni è abbastanza demoralizzante.

Se avete cominciato a organizzare il vostro matrimonio da alcuni mesi scommetto che sapete esattamente di cosa parlo. È cominciata come una cosa solo vostra, è la celebrazione del vostro amore, dopo tutto. Vi siete imposti di non farvi condizionare eccessivamente da amici e parenti, e fin qui ci siete anche riusciti abbastanza bene. Poi scoprite che vostra zia ha deciso e prenotato una sopresa per quel giorno, e ovviamente non vuole dirvi di cosa si tratta “se no che sorpresa è?!”, e per quanto siate zen e sereni che sarà sicuramente qualcosa che vi piacerà (spoiler: non è mica detto) il tarlo vi rode e vi ritrovate a correre come trottole cercando di prevedere qualsiasi scenario e la relativa soluzione.

Bene (più o meno). Ora che sappiamo di essere in situazioni molto simili, come ce la caviamo?!, chiederete voi. Posso dirvi come me la cavo io e quello che dico spesso ai miei sposi. Al fondo è tutta una questione di elaborazione del lutto. Lutto per la perdita di controllo sulla nostra vita. Inevitabilmente ci sono cinque fasi da affrontare:

negazione

All’inizio facciamo finta di niente, non si sa mai che sia solo un’impressione la sensazione serpeggiante di perdita di controllo. Magari è solo perché siamo stanchi o sotto stress… No. Non è solo questo. Se vi ritrovate a dirvi “ma no, dài, non importa se la zia ha prenotato una sorpresa di cui non so nulla” a denti stretti, sappiate che è fatta, avete appena perso il controllo sull’organizzazione del vostro matrimonio.

rabbia

Ora che ve ne siete accorti potete arrabbiarvi. Sfogatevi con la vostra dolce metà, tirate accidenti (innocui, se possibile) alla zia e a chiunque le abbia fatto capire che era accettabile che si intromettesse nel vostro matrimonio in questo modo. Io ho momenti di assoluto furore in cui piego furiosamente i vestiti lavati immaginando conversazioni roventi con chi mi ha incastrato in un’attività che non volevo veramente intraprendere o costretto a gestirla in modo secondo me inefficiente. I miei armadi non sono mai in ordine come quando sono nel panico per dei programmi saltati!

negoziazione

È il momento di cercare di riprendere in mano la situazione! Telefonate a vostra madre e la assoldate come spia per scoprire che cavolo ha fatto esattamente la zia, con nel retro della mente ancora un barlume di negazione: “magari è uno scherzo! O la zia mi ha regalato un paio di Jimmy Choo Bridal!”. Io di solito tiro fuori Things e rimetto mano alle mie liste. Non si sa mai che spostando gli impegni ci stia ancora tutto… non si sa mai…

depressione

Le indagini di vostra madre confermano il peggio. La zia ha già ordinato un volo di colombe per l’uscita dalla chiesa e annullarlo costerebbe quanto prenotarlo, per cui dovete rassegnarvi. La vostra cerimonia semplice e personale sarà coronata da un momento eccessivo e del tutto avulso da chi siete e cosa desiderate voi. Non c’è nulla che potete fare. Io questo finesettimana ho dovuto annullare una gita fuori porta per gestire un paio di imprevisti tecnici che si sono sovrapposti a un lunedì pieno di scadenze (mentre leggete questo post io e la fatamobile siamo in autostrada, direzione Torino, per assistere a questo corso e poi partecipare alla prima riunione di redazione LIVE di C+B!). E poi la chiamano domenica!

accettazione

Solo quando avrete completato questo percorso potrete consapevolmente (quindi veramente) affrontare la soluzione, che è poi un classico: ‘fare buon viso a cattivo gioco’. Fatevi una ragione di non poter controllare ogni momento del matrimonio, e fatevi una ragione anche del fatto che non tutto si sistemerà. Mettete le vostre energie in ciò che potete influenzare e cercate di preoccuparvi il meno possibile dell’imponderabile (del tempo atmosferico, tanto per cominciare). Io mi getto a capofitto nel lavoro sul progetto in corso che è più in alto nella mia scala di priorità, e poi lavoro a testa bassa fino ai piedi della lista. Se qualcosa non ci sta, prendo in mano il telefono (o la mail) e mi faccio viva per scusarmi personalmente, offrendo una tempistica di rientro. Non è gran che, e sicuramente è una sconfitta professionale. Ma non ci sono alternative. Ricordate cosa vi dicevo alla fine di agosto? Non si può fare tutto. Ma si può scegliere consapevolmente cosa fare e cercare di dare il massimo con le carte che la vita ci distribuisce.

inspired by Emily Ley

inspired by Emily Ley

Novembre è stato il mese dell’eliminazione, e come previsto il lavoro da fare per raggiungere l’obiettivo è ancora tanto.

Ma l’unico modo per terminarlo è perseverare con grazia, fregandomene/fregandocene della perfezione.

Ecco il mio mantra per dicembre e fine anno! Se volete condividetelo, ma sappiate che non ho inventato nulla, anzi, mi sono limitata ad adottare il principio sponsorizzato da Emily Ley e Lara Casey.

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, imprevisti, organizzazione, priorità

Imprevisti e probabilità, 5 consigli per affrontarli

4 Giugno 2012 by Barbara 4 commenti

Questo post sedeva da mesi nella cartella delle bozze, in attesa di un’occasione per essere rivisto e pubblicato. Gli eventi di questi ultimi giorni mi hanno convinto a recuperarlo, aggiornarlo e proporvelo.
Mi piacerebbe che questa lettura aiutasse quanti di voi stanno organizzando le proprie nozze in condizioni ‘normali’ a recuperare la serenità e ristabilire le giuste priorità, per affrontare con tranquillità gli imprevisti piccoli e grandi che vi si parano davanti. Perché se è poco probabile (e per fortuna!) che i vostri progetti siano funestati da tragici imprevisti, i consigli per gestirli sono sempre validi, anche per gli ostacoli di piccolo conto.

La realtà è che in questo mestiere gli imprevisti sono il pane quotidiano. In effetti, gli imprevisti sono la ragione numero uno per la quale assumere un wedding planner comunque alla fine conviene sempre (a meno che non vi siate messi nella mani di un incapace, ma quello vale per qualsiasi settore). Ci sono i blocchi dei TIR, c’è la neve, c’è il maltempo, ci sono le malattie, ci sono gli imprevisti che derivano dal fatto che ogni fornitore cura tanti progetti contemporaneamente e tutti dipendono anche dalla capacità degli altri di organizzarsi e coordinarsi tra i propri mille progetti. Ci sono anche le pressioni psicologiche degli amici e dei parenti degli sposi.

E poi, in tutto questo delirio organizzato (perché ovviamente ogni bravo wedding planner ha piani B e rimedi last minute predisposti, quindi alla fine si tratta solo di correre appena un po’ di più), arrivano i terremoti, il simbolo della nostra impotenza. Il terremoto è così terribile perché ci ricorda che in realtà, molto semplicemente, non possiamo controllare e prevedere tutto.

Imprevisti di questa magnitudine (letteralmente) non sono comuni, ma succedono. E incidono sui futuri sposi quanto sugli addetti ai lavori. Se un wedding planner non è capace di mantenere la calma, sorreggere anche psicologicamente i propri clienti in questi frangenti, ammortizzare il carico di stress che piomba sui futuri sposi, tanto vale che cambi lavoro. In questi giorni di piani B fatti e disfatti ad ogni scossa superiore a magnitudo 5 (quindi circa una volta alla settimana) mi sono chiesta come offrire un distillato di questa esperienza che potesse essere utile a tutti. La risposta sono questi cinque consigli, validi per tutti, preziosi per chi si trova ad affrontare situazioni del genere da soli:

1. cercate aiuto. Qualsiasi imprevisto di una certa gravità (cataclisma, lutto, terremoto) ha effetti devastanti sulla psiche e sull’equilibrio psico-fisico di chiunque. Non cercate neanche per un momento di affrontare tutto da soli. Chiedete sostegno morale ai parenti, interpellate il vostro medico curante e fatevi prescrivere qualsiasi rimedio ritenga adeguato, imparate a rispondere “sì” quando gli amici vi chiedono se avete bisogno di qualcosa, cominciate a delegare.

2. accettate ciò che non potete cambiare. Di fronte ai grandi imprevisti la prima reazione è il rifiuto, la negazione. La nostra (insana e irrazionale) aspirazione alla perfezione ci porta a non volere accettare che qualcosa sia al di fuori del nostro controllo. Così perdiamo energie preziose nei vari stadi del rifiuto, della rabbia, della ricerca di un colpevole. È umano, ma non risolve nulla. Molto meglio andare subito oltre e chiedersi direttamente “quali alternative ho?”

3. rivedete le vostre priorità. Gli imprevisti, piccoli o grandi che siano, vi offrono l’opportunità di ripensare ogni decisione che avete preso fino a questo momento. Approfittate della chiarezza con cui vi appariranno le cose veramente importanti, rispetto a quelle triviali, e scegliete con serenità a quali rinunciare e quali privilegiare. Nelle situazioni meno drammatiche potreste semplicemente scoprire che alla fine delle lanterne da lanciare nel cielo non è che ve ne fregasse poi così tanto, e ritrovarvi con qualche euro in più da spendere in viaggio di nozze.

4. non perdete la speranza. Siete vivi. Vi amate. Avete una vita da passare insieme. Rispetto a questo ogni cosa dovrebbe apparire ridimensionata e più gestibile.

5. infischiatevene delle convenzioni. Già in condizioni normali, lo sapete, ritengo che le convenzioni sociali siano sopravvalutate. Se non sono uno strumento per dimostrare affetto, considerazione e rispetto per i vostri invitati sono di per sé un elemento di pura apparenza e come tale sacrificabile senza troppi rimpianti. Di fronte poi a imprevisti piccoli e grandi le convenzioni hanno ben poco valore. Portatevi il vostro abito con strascico e il vostro velo da cattedrale sotto il gazebo di plastica bianca che la parrocchia ha allestito ai giardinetti per sostituire la chiesa inagibile, e portatelo anche con orgoglio e gioia. Nel bene e nel male, nella buona come nella cattiva sorte, le cose importanti sono sempre quelle: voi e il vostro amore.

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: imprevisti, priorità, probabilità, problemi, terremoto, wedding planner

Wedding planner: un servizio, non un lusso

27 Luglio 2011 by Barbara 17 commenti

Oggi, mentre mi regalavo i miei 10 minuti di navigazione (ci vuole un isolamento digitale, per concludere certi progetti, ho scoperto), sono incappata in questo bellissimo post di una collega statunitense: What exactly DOES a wedding planner do? [che cosa fa una wedding planner in pratica?!]

Ve ne riporto alcune parti, parafrasandole liberamente, perché riprendono un mio intervento sull’argomento. Mi era capitato che in rete, in uno spazio comune, una donna (sicuramente ben intenzionata) argomentasse che i wedding planner sono snob esosi e presuntuosi, che svolgono un mestiere inutile imponendo eventi dispendiosi e di pessimo gusto agli sposi. La sua argomentazione era che chiunque può organizzarsi un matrimonio migliore da sé. La mia era che io, come molti colleghi, svolgiamo un servizio non indispensabile ma utile. Non per tutti ma per coloro che lo desiderano. Sostenevo inoltre che ci sono persone che a volte si fanno la tinta in casa (io, per dirne una), persone che si depilano con cerette a freddo domestiche (sempre io, quando non ho tempo di prendere appuntamento), ma che nessuno si sogna di dire che parrucchieri ed estetisti sono parassiti inutili (tanto meno io, che sarei persa senza Rosario e Betty!). Lei ribatteva che il paragone non reggesse.

Be’, con piacere leggo Ang Jandak proporre un ragionamento simile. Ang ci spiega che un wedding planner:

– produce un servizio, che gli sposi potrebbero certamente produrre da sé, come possono cambiarsi l’olio della macchina e ripararsi un rubinetto. Però, assumendo un wedding planner, si pagano il beneficio di avere qualcun altro che se ne occupi;
– è neutrale, non ha legami di parentela o amicizia con i parenti e gli amici degli sposi, quindi può permettersi di farsi portavoce di scelte impopolari, e gli sposi possono usarla proprio come parafulmini (quante volte, ai miei sposi, suggerisco di dare la colpa a me, per esclusioni o strane scelte di fornitori!) liberandosi di sensi di colpa e pressioni parentali;
– mantiene le distanze e ha una visione d’insieme che le permette di dare il giusto peso a ogni dettaglio, gestendo ogni elemento in base a criteri rigorosi di priorità e importanza;
– non è un ospite, quindi non è presente per godersi la festa, ma per far sì che questa funzioni!
– è l’intermediario degli sposi, il cuscinetto che filtra i piccoli drammi (per i quali altrimenti si richiederebbe l’intervento degli sposi) e li risolve prima che chiunque se ne accorga;
– organizza altri matrimoni oltre al vostro. Questo significa che se anche un fornitore qualsiasi può pensare di provare a fregarvi (perché tanto non vi sposerete una seconda volta), difficilmente lo farà in presenza di un wedding planner che potrebbe portargli altri clienti… o più nessuno;
– lavora nel migliore interesse degli sposi, perché è da loro che è pagata, sta sul collo ai fornitori perché diano il meglio di sé, risolve i problemi prima quasi che appaiano, vi aiuta a ottenere il massimo dalle vostre risorse, perché la vostra soddisfazione è la sua missione.

In breve: avete bisogno di una wedding planner a tutti i costi? No, ovviamente, ma potreste desiderare di assumerne una.

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, domande, fornitori, priorità, risparmio, wedding planner

Question time

21 Settembre 2010 by Barbara 1 commento

Siete tutte un fermento, eh sposine del 2011?! Vi vedo in giro per negozi e per fiere con lo sguardo febbrile, e vi sento, quando mi chiamate per chiedere informazioni o fissare colloqui.

Ed è proprio a voi che oggi dedico un piccolo post di quelli di servizio, per raccogliere in un unico spazio alcune risposte alle domande che mi state facendo più spesso, su come lavora fatamadrina e quali servizi offre. Così, se qualcuna non mi ha ancora contattato può comunque beneficiare delle informazioni, no?

1. Ma fatamadrina organizza solo matrimoni low cost?
Ovviamente no. Fatamadrina organizza il matrimonio con il budget che gli sposi hanno a disposizione, mini, midi o maxi che sia.. Se il budget è super-mini ovviamente vi proporrò una consulenza semplice senza occuparmi poi di tutto il coordinamento (garantendovi così il parere di un esperto senza gravarvi di un costo eccessivo). Viceversa se il budget è maxi farò sicuramente ricorso ad alcuni partner e collaboratori che mi permettano di tenere le fila di un evento di grandi dimensioni.

© Stacy Reeves via Style Me Pretty

© Stacy Reeves via Style Me Pretty

2. Quanto costa fatamadrina?
Qui sono costretta a dare la solita risposta che non piace alle spose: dipende. Lo so che vi piacerebbe la tranquillità di un pacchetto pre-confezionato a prezzo fisso uguale per tutti… ma fatamadrina non organizza matrimoni uguali per tutti. Ad ognuno di voi propongo soluzioni diverse e su misura delle vostre esigenze e dei vostri gusti, per questo poi il conto finale può variare. Per maggiori info, qui avevo già spiegato come calcolo i miei prezzi.

3. Quanto costa un matrimonio organizzato da fatamadrina, in tutto?
Non lo so! C’è stato il matrimonio da 10mila euro e c’è quello da 25mila, ce ne saranno sicuramente da 7mila come da 50mila (visto che ieri un articolo del Sole24 Ore ha confermato che il costo medio in Italia per un matrimonio si assesta ancora intorno ai 43mila euro), il punto è che io organizzo quello che voi mi chiedete usando il budget che voi avete in mente di spendere. Per me sarebbe molto più facile trovarmi un unico ristorante con cui lavorare, un unico fiorista che mi produca gli addobbi e strappare accordi standard che mi permettano di offrirvi il matrimonio chiavi in mano al costo che io decido coi fornitori… ma che senso avrebbe? Il ristorante non sarebbe adatto a chi magari desidera un buffet etnico, e il fiorista potrebbe non essere in grado di creare un allestimento grafico senza fiori per un cliente che vuole proteggere la natura. Per questo quando mi chiedete un preventivo iniziale non riceverete il dettaglio del costo del cibo, dei fiori ecc. Il preventivo di fatamadrina comprende il costo che fatamadrina vi chiede per realizzare il matrimonio che volete coi soldi che avete a disposizione.

4. Con tutte le idee fai-da-te che proponi chiunque si può organizzare da solo il matrimonio senza fioristi, fotografi ne tantomeno wedding planner, no?
Certo che può. Ma il risultato non sarà mai lo stesso. Non voglio essere brutale o maligna, ma solo realistica. Quando vi ho proposto un bouquet a 20 euro sono stata chiara: non è un risultato paragonabile a quello che può ottenere un fornitore professionista. Senza nulla togliere agli stupendi matrimoni fai-da-te che si riesce serenamente a realizzare. Le idee e i progetti che vi propongo sono in funzione della filosofia di ìmettere soluzioni creative, belle ed eleganti alla portata di tutti. Perché credo sia giusto che chi ha pochi soldi da spendere non debba rinunciare a soddisfare qualche desiderioì. Ma è chiaro che è tutta una questione di compromesso e che le due alternative (fai-da-te vs. professionista) non sono intercambiabili. Lo sanno bene gli editor di Martha Stewart Wedding che vi propongono nella stessa pagina una meravigliosa idea fai-da-te per l’abito da sposa e una pubblicità di Vera Wang, contando sul fatto che notiate la differenza e facciate uno sforzo per permettervi il secondo!

5. Quando dici che fai “una battaglia dalla parte degli sposi”, con chi ce l’hai?
Con tutti quelli che… conta quello che spendi e non quello che ottieni veramente…

© Michèle M. Waite via 100 Layer Cake

© Michèle M. Waite via 100 Layer Cake

… quelli che… le cose si fanno “come si deve” o niente…

© Artmis+Bib Russell via 100 Layer Cake

© Artmis+Bib Russell via 100 Layer Cake

… quelli che… una tavola senza tovaglia non è elegante…

© Ben Chrisman | styling Alison Events via Style Me Pretty

© Ben Chrisman | styling Alison Events via Style Me Pretty

… quelli che… le scarpe dello sposo devono essere delle stringate nere di vitello, altrimenti lo sposo è ridicolo…

© Kyle Metzger via Style Me Pretty

© Kyle Metzger via Style Me Pretty

… quelli che… le foto in posa vengono meglio…

… quelli che… pensano ai propri interessi e non a quelli degli sposi.

That’s all, folks!

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: budget, consigli, faidate, fatamadrina, fornitori, galateo, low cost, prezzi, priorità, wedding planner

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Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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