Eccoci qui, anche Pasqua è andata e si avvicina sempre di più quel periodo dell’anno in cui tutte le riviste escono con uno speciale “matrimoni” e le passeggiate in centro il sabato pomeriggio si trasformano in sessioni divertenti di ‘occhio alla sposa’.
Insomma, stiamo per entrare in stagione!
Siccome sono fuori ufficio ancora fino a settimana prossima (e parecchio presa dall’organizazione dei sopralluoghi con le mie coppie di settembre) ho pensato di dedicarvi oggi uno di quei post ‘curiosità’, ma trasformandolo in una pillola… Chiamiamola
Non tutto quello che vi dicono sui matrimoni è vero.
1. Martha Stewart non è mai stata una wedding planner
Siccome la rivista di matrimoni più famosa e internazionale del mondo è Martha Stewart Weddings, e siccome con questo marchio sono stati organizzati matrimoni sfarzosi e lanciate linee di prodotti per i matrimoni, il malinteso è scusabile. In realtà l’unica attività in parte assimilabile all’organizzazione di eventi che la Stewart abbia mai intrapreso è stata quella di banqueting, con una piccola ma fiorente attività di catering. Martha Stewart cucinava, insomma.
2. La regina Vittoria indossò per prima un abito nuziale di colore bianco per ostentare il proprio status e la propria ricchezza
In origine il candore di un abito da sposa non aveva nulla a che vedere con la purezza della nubenda (fino a quel momento gli abiti nuziali più sontuosi erano rossi…) era piuttosto uno stratagemma, adottato a ruota della regina d’Inghilterra dalle dame più facoltose, per ostentare la ricchezza e lo sprezzo del denaro di chi poteva permettersi un abito costosissimo che avrebbe di fatto dovuto buttare via dopo il primo utilizzo. All’epoca infatti non era possibile smacchiare i capi come al giorno d’oggi. Per alcuni decenni andò così di gran moda il “matrimonio in bianco”, come epitome dell’evento lussuoso e inarrivabile ai più. Da notare che anche oggi, in Italia, quando si dice “matrimonio in bianco” si intende la forma più tradizionale e sfarzosa delle nozze, con rito in cattedrale, lungo abito bianco con velo e ricevimento interminabile con mille portate.
3. L’usanza del padre della sposa di accompagnare la figlia all’altare risale alla concezione della sposa come un bene che veniva passato da un uomo a un altro, ovvero dal proprietario originale al nuovo
Lungi dall’essere il simbolo di un tenero affetto (come per fortuna siamo abituati a considerarlo) il gesto di ‘concedere la mano’ della propria figlia da parte del parente maschio più prossimo alla sposa è il segno di una delle tradizioni patriarcali più umilianti e purtroppo ancora vicine nel tempo. Il retaggio di un tempo in cui non potevamo votare, né lavorare, né gestire proprietá, né tantomeno disporre della nostra vita scegliendo chi amare, ma i nostri padri ci “vendevano” a un’altra famiglia. Pensateci, quando cercano di imporvi questa regola di galateo.
4. L’anello di fidanzamento con diamante è un’invenzione di marketing delle compagnie minerarie di diamanti negli anni Trenta del Novecento
Verso la fine degli anni Settanta dell’Ottocento furono scoperte alcune delle più importanti miniere di diamanti nel continente africano, permettendo un aumento notevole della produzione con conseguente abbassamento di prezzo di vendita per i diamanti. Per fare in modo che l’uso dei diamanti si diffondesse tra la borghesia (oltre che tra le classi più abbienti) le compagnie minerarie (De Beers in testa) lanciarono una massiccia campagna pubblicitaria negli Stati Uniti, promuovendo l’idea che l’anello di fidanzamento dovesse avere almeno un diamante, perché “un diamante è per sempre”.
5. Lo scambio di fedi nuziali è un’invenzione recentissima
Anche qui c’entrano possesso e marketing. In origine la fede nuziale era un anello che veniva indossato dalla sposa per evidenziarne il suo stato civile. Era l’ultimo di una serie di anelli che siglavano le varie fasi del contratto nuziale tra le famiglie, dalla promessa alla conclusione del contratto. Da notare che se cercate su Internet (anche nei siti di importanti e autorevoli portali di settore) troverete generiche informazioni a riguardo, copiate dalla voce italiana di Wikipedia che a sua volta traduce la voce americana. In tutte si parlerà del significato “delle fedi”, senza però fare riferimento al rito dello scambio. In realtà tutte le fonti storiche parlano di anelli indossati dalla sposa. Il rito ebraico fu il primo a istituire uno scambio di anelli (tra Ottocento e Novecento), ma questo divenne uso comune nel mondo occidentale solo negli anni Trenta, ancora grazie a una campagna pubblicitaria dell’industria dei gioielli Statunitense.
Insomma, quando cominciate a organizzare il vostro matrimonio, sappiate che molte delle norme di galateo e delle usanze che i fornitori vi spiegheranno come ineludibili sono in realtà invenzioni abbastanza recenti o costrutti sociali che rappresentano valori ormai abbastanza discutibili. Il consiglio che vale sempre è ascoltare il vostro cuore e affidarvi al buon senso.
Tutto il resto, troppo spesso, è fuffa!