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Meet Marta (Studio A+Q), photographer

14 Gennaio 2013 by Barbara 8 commenti

Hello lovelies,

prima di tutto, wow! Lasciate che vi ringrazi per la straordinaria risposta che avete dato qui sul blog e sulla pagina Facebook al mio post di venerdì sulle diete prematrimoniali! Sono felicissima che le mie parole abbiano trovato un’assonanza in tante di voi, ma lo sarò ancora di più se mi prometterete di stare dalla parte delle vostre amiche future spose, facendo loro leggere il post e incoraggiandole ad essere sé stesse senza pretendere di assomigliare a qualche inarrivabile e assurdo modello di magrezza. Aiutatele a trovare il coraggio di tenere testa a fornitori (e purtroppo anche colleghi) che faranno leva sulla loro vulnerabilità cercando di cambiarle. Se è sbagliato che lo faccia un fidanzato, è demenziale che ci provi un fornitore pagato per aiutare gli sposi a essere più sereni!

Parlando di fornitori, oggi ospito Marta, la metà in gonnella dell’entusiasmante fotografico Studio A+Q. Ho girato a Marta (che risponde però anche per conto di Alessio, suo marito e socio in affari) alcune domande che come al solito aiutassero i futuri sposi a comprendere meglio il coinvolgimento di questo tipo di fornitori nella costruzione del matrimonio. Spero che questo sguardo dietro le quinte possa aiutarvi anche nella scelta del vostro fotografo (o della vostra fotografa)!

© Studio A+Q

© Studio A+Q

1. Come raccontereste in due frasi Studio A+Q a chi non vi conosce?
Studio A+Q è uno studio di artigianato fotografico, un progetto nato dalla volontà di offrire servizi progettati e realizzati con cura, meticolosità e dedizione. Nella vita siamo marito e moglie, diversissimi e complementari.

2. Come vi siete formati come fotografi? Quale elemento del vostro percorso credete sia stato più importante nel farvi diventare quello che siete ora?
Alessio è il “formato” dei due fotograficamente, ha seguito corsi, workshop, sessioni e ha lavorato come assistente per anni. Io sono tecnicamente totalmente autodidatta, o perlomeno Alessio-didatta, e per questo faccio la “spalla”, la mia formazione è stata umanistica, ho lavorato, e continuo a collaborare, con diverse case editrici e le mie esperienze lavorative in questo campo sono state la base “teorica” di Studio A+Q, perché per un fotografo è fondamentale saper fare belle foto…ma non basta. Io sono sempre alla ricerca di ispirazioni e in perenne osservazione di ciò che succede “in giro”, Ale poi lo mette in pratica.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

3. Occuparvi di matrimoni: una vocazione o una necessità?
Una vocazione, entrambi amiamo lavorare in questo campo. Forse come tanti è iniziato tutto dal nostro matrimonio, che abbiamo preparato totalmente da soli (ma tornando indietro, wedding planner tutta la vita!), divertendoci un mondo, ma incontrando enormi difficoltà a trovare un fotografo che fosse sulla nostra lunghezza d’onda (sono passati quasi cinque anni, ora ne avrei almeno 3 tra cui non saprei scegliere!). Quello che amiamo di più nel lavorare ai matrimoni è sentire la fiducia che gli sposi ripongono in noi, non solo come fornitori, ma nell’affidarsi a noi per conservare i ricordi del loro giorno più bello. Una sensazione ansiogena e gratificante allo stesso tempo. Poi io mi commuovo sempre, mi commuovono gli sguardi, mi commuove pensare di riuscire a immortalare la sintonia, l’amore di quel giorno, mi commuove pensare che attraverso il mio obiettivo diventeranno ricordi da custodire per sempre.  E amo quando succede, anche dopo 12 ore di servizio, alle 3 di notte, quando tutte le foto sono scaricate (e backuppate) che l’ultimo pensiero della sera sia per loro, e mi addormento distrutta, ma col sorriso.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

4. Come definireste il vostro stile?
Intimo. Il complimento che più ci fa piacere è quando qualcuno ci dice che è rimasto colpito dalla dolcezza delle nostre foto. Perché vuol dire che la tecnica (la macchina, l’ottica, le luci) ha incontrato lo spirito con cui scattiamo.
Ci sono alcune foto spettacolari di nostri colleghi che mi lasciano a bocca aperta quando le vedo, sia tecnicamente sia emotivamente, foto che però noi non scatteremmo mai. Per un fotografo è più importante avere il proprio stile, piuttosto che saper scattare come fa qualcun altro (o come è “di moda”) senza però avere una voce. Noi scattiamo solo le foto che “vediamo”.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

5. Quali consigli dareste agli sposi per esaminare il portfolio di un fotografo? Ci sono elementi tecnici (in positivo o in negativo) che possono essere valutati anche da un occhio “inesperto”?
Mentre cercavamo il nostro fotografo, da sposi, abbiamo fatto davvero indigestione di album/portfolio, ma mi rendo conto che allora ero totalmente sprovvista di elementi di valutazione. Ora, dopo anni di esperienza e migliaia e migliaia di foto di matrimonio scattate e viste, direi che mi sento in grado di poter fare da tutor! Se dovessi consigliare un’amica nella scelta (perché ha deciso di concedere a me e ad Ale una sera di festa, e di sposarsi in febbraio), le direi:

1. Prima di tutto impegnati a cercare tra i portfolio che esamini foto di matrimoni simili al tuo come stile>. Se il matrimonio è davvero in febbraio di sera in una cripta, non ha senso guardare solo foto di matrimoni in luglio celebrati di mattina su un prato, e sognare di avere foto così. In ogni caso c’è almeno una cosa da cambiare: o galleria fotografica, o data e stile del matrimonio;
2. Non lasciarti influenzare dalla bellezza degli sposi che vedi, perché la foto di una persona bella non è necessariamente una bella foto. Non so se sembra scontato o meno, ma so che non è sempre facile separare le cose. Per scegliere un fotografo davvero bravo bisogna imparare a guardare le foto al netto degli allestimenti e dell’estetica del matrimonio in generale. Perché, se di quelle foto ti hanno incantata la location wow, la sposa modella di Victoria’s Secret e lo sposo Abercrombie e non ti sei accorta che il fotografo ha problemi con il fuoco o con le inquadrature, purtroppo al tuo matrimonio quelle saranno le uniche cose in comune che avrete: le inquadrature cannate e la messa a fuoco “creativa” (ovviamente niente toglie che possiate sposare un uomo Abercrombie o una modella di Victoria’s Secret!);
3. Analizza lo stile narrativo del fotografo e decidi quello che vorresti per il tuo matrimonio. Vuoi un fotografo che si concentri nel raccontare la giornata con tanti dettagli, che racconti con la sua voce le tue nozze? O ne vuoi uno che segua solo voi sposi e si concentri magari soprattutto sui ritratti? Prima di iniziare a sfogliare mille mila gallery (che confondono tanto le idee), la cosa più importante è capire qual è il tuo desiderio e chiediti “Come voglio che venga raccontato il mio matrimonio?”. Poi cerca un fotografo che faccia quel tipo di lavoro, se quello che ti piace ha un portfolio pieno solo di ritratti degli sposi e tu invece vuoi tanti dettagli o scatti non in posa, forse stai pretendendo da lui/lei qualcosa che non sa o non ama fare.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

6. Secondo voi qual è il modo migliore per trovare un fotografo: fiere, web (portali di settore o blog o siti?) o passaparola?
Web e passaparola. Siamo due amanti della rete, e crediamo fortemente nella potenza della condivisione, in rete puoi trovare tutte le informazioni che vuoi su un fotografo: portfolio, pareri dei clienti e dalla sua attività social puoi capire tanto. Puoi farti un’idea del professionista già prima di incontrarlo e per questo è essenziale avere una reputazione online professionale, che rispecchi l’attività e lo spirito della società. I nostri sposi arrivano da noi al 40% con il passaparola di altri clienti o da colleghi o da eventi specifici (non siamo da mega-fiere), e al 60% da internet, dai social network (Facebook e Instagram in primis) e dai wedding blog (italiani e stranieri), invece la percentuale di sposi che ci ha trovato tramite i grandi portali di matrimonio “classici” è molto più vicina allo zero che all’1.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

7. Cosa è giusto aspettarsi da un primo appuntamento e quali domande dovrebbero fare gli sposi prima di prendere decisioni?
Secondo me gli sposi dovrebbero chiedere a un fotografo tutto quello che gli passa per la testa subito, dovrebbero togliersi tutti i dubbi (sì, chiedeteci pure “Ma farete qualche foto ai nostri genitori?” o “Ci saranno delle foto di me che arrivo all’altare?”), nessuna domanda è inutile se riesce a fugare un dubbio che avete. È vero che un professionista ha una certa capacità di lettura nei desideri dei futuri sposi, ma perché non stare sereni e chiedere tutto? Non ci è mai capitato, e non succederà mai, di pensare che una domanda di un futuro sposo o sposa sia sciocca, perché questo è il nostro lavoro e siamo noi a dover spiegare le cose come stanno. Io per esempio adoro il mio meccanico e il suo “customer service”. Una volta sono andata da lui (a piedi) dicendo di avere la batteria a terra, a lui sono bastate un paio di domande per capire che mi era finita la benzina. Mai mi ha trattato da ignorante o da “ma come fai a non sapere certe cose?” (pur avendone tutto il diritto in effetti). E io torno da lui, perché so che è un professionista serio, onesto, e posso contare su di lui per risolvere situazioni in cui brancolo completamente nel buio. Insomma non abbiate paura di chiedere qualsiasi cosa al fotografo quando lo incontrate, ma soprattutto osservate come si pone nei vostri confronti. Anche umanamente. Sarà con voi tutto il giorno del vostro matrimonio. Avrete voglia di averlo accanto?

© Studio A+Q

© Studio A+Q

8. Quante ore di post produzione ci sono in media per andare dal materiale grezzo (n. scatti in media) al materiale finito (foto eventualmente post-prodotte, tagliate, selezionate, preparate per l’album)? Ovviamente nel vostro modo di lavorare.
La domanda più difficile di tutte, e il nostro punto debole. Non abbiamo mai quantificato in termini temporali il nostro flusso di lavoro, che ovviamente cambia in alta e bassa stagione. Direi che in generale, se idealmente ci potessimo occupare solo di quello e non avessimo altri lavori in mezzo, dalla massa informe di file RAW [il formato RAW – letteralmente ‘grezzo’ – è l’equivalente digitale dei negativi dei vecchi rullini analogici, n.d.f.] scaricati la sera del matrimonio alla gallery + dvd + impaginazione dell’album finiti e pronti da consegnare ci sarebbe bisogno di tre settimane, lavorando tutti i giorni solo a quel matrimonio (le foto sono lavorate tutte una per una, non c’è alternativa per noi). Nella realtà, mettendoci i weekend di trasferte, i lavori infrasettimanali e le altre incombenze da ufficio (mail, posta, e tutte le commissioni), il tempo necessario per una consegna è dalle 6 alle 8 settimane per avere un lavoro perfetto. Anzi no, in generale per avere un lavoro. Mai consegneremmo un lavoro meno che perfetto.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

9. Album con foto incollate o foto libro? Secondo voi quali sono i pro e i contro?
Quello che sto per dire va totalmente contro i miei interessi, ma per me come l’album classico con le stampe non ce n’è! Senza nulla togliere ai foto libri che possono essere davvero magnifici e qualitativamente eccellenti (e molto più veloci da preparare per il fotografo!), io amo troppo l’album con le foto incollate, sanno di mia nonna, di album di famiglia, di ricordi.

10. Cosa vuol dire quando si legge Fine Art, relativamente a stampe e album?
Vuol dire una stampa artigianale, e non automatizzata (inserisco penna usb, dopo 2 minuti escono le stampe in automatico dalla mega-stampante). Sono stampe in cui la tipologia di carta, i profili colori, la calibrazione e la resa sono curate minuziosamente. Una foto fine art non risponde alla sola esigenza di avere un’immagine digitale stampata, ma è una stampa esteticamente e qualitativamente curata di quell’immagine digitale.

© Studio A+Q

© Studio A+Q

11. Wedding planner. Quali sono nella vostra esperienza gli aspetti positivi di lavorare a un matrimonio quando c’è una wedding planner nel team, e quali le eventuali controindicazioni? In che modo un wedding planner può essere utile? O è del tutto ininfluente perché il rapporto col fotografo è più diretto?
Ok, niente piaggerie: la/il wedding planner per noi può essere il miglior e il peggior compagno di viaggio. Ovviamente dipende dal professionista con cui stiamo lavorando, anzi… prima di tutto se si tratta di un professionista o no. Abbiamo lavorato con wedding planner che vorrei avere con me tutti i giorni da quanto è stato piacevole lavorare insieme. Anche se i fornitori vengono scelti dagli sposi in autonomia, se c’è una/un wedding planner è a lei/lui a cui tutti faranno riferimento. E se quel riferimento brancola nel buio o, orrore, quel riferimento è isterico/ansioso/ansiogeno tutti gli ingranaggi scricchiolano e il matrimonio si farà comunque, ma con un’impennata di vendite di Maalox. Quindi, ricapitolando, adoriamo lavorare con le wedding planner perché ci sollevano da molti compiti che non ci spettano (ma che ci vengono attribuiti perché siamo gli unici fornitori che passano l’intera giornata con gli sposi, e quindi i più “informati sui fatti”), perché rassicurano gli sposi prima del grande giorno, perché dettano un’agenda nel giorno del matrimonio, insomma è un piacere lavorare con dei professionisti che conoscono e rispettano il lavoro di tutti i fornitori, ed è un piacere… anche se ci fanno rimpiangere di non aver cercato una WP per il nostro matrimonio!

Allora, che ve ne pare? Avete trovato utili e interessanti le risposte di Marta? Io molto, e ne ho tratto conferme del mio modo di scegliere i fotografi per gli sposi, ma anche nuovi spunti.

Siete curiosi di sapere come faccio di solito? Eccovi serviti! Seleziono una piccola rosa di potenziali fornitori, scegliendoli con uno stile complementare a quello dei futuri sposi e della festa che sto organizzando per loro, e con un listino compatibile al budget dell’evento, poi compilo una brevissima scheda (che riscrivo ogni volta per adattarla alla coppia) in cui descrivo ciascun fornitore coi suoi punti di forza, la fascia di prezzo in cui si colloca, e alcuni link a portfolii e/o foto disponibili online. Con queste informazioni i miei clienti vanno da soli a un primo appuntamento con ciascun fornitore. Li mando soli proprio affinché possano capire fin da subito se c’è feeling col fornitore, senza che il primo impatto sia influenzato dalla mia presenza. Una volta che gli sposi hanno avuto modo di conoscere bene ciascun fotografo, visionare portfolii e fare ogni genere di domande, di solito vanno a colpo sicuro con una decisione e a quel punto io riprendo le redini del rapporto di coordinamento.

Et voilà! Domande?

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: fornitori, foto di matrimonio, fotografia, Studio A+Q

Il ricordo di me e di te

6 Novembre 2012 by Barbara 13 commenti

Negli ultimi due mesi mi sono messa al lavoro per raccogliere materiale per il nuovo sito di fatamadrina, che sarà radicalmente diverso come impostazione dai siti che ho avuto finora. Per questo mi sono trovata a sfogliare gli album dei fotografi e delle coppie con cui ho lavorato in questi anni, per selezionare le immagini che rappresentassero meglio il mio lavoro.

ph. Barbara Pederzini

ph. Barbara Pederzini

Per una forma di stupido pudore non avevo mai insistito per avere le foto professionali degli eventi privati che avevo aiutato a organizzare, ma col passare del tempo mi sono resa conto di che handicap fosse non poter disporre di un portfolio decente (le mie foto ‘tecniche’ sono inguardabili e fatte sempre con l’obiettivo di ricordarmi passaggi tecnici o composizioni). Non amo che i miei potenziali clienti si fissino sui dettagli di matrimoni che ho già organizzato perché li preferisco proiettati su ciò che potremmo organizzare di nuovo e originale, ma sentivo comunque l’esigenza di rilegare un bel book da appoggiare al mio tavolino.

Questa breve intro per spiegare l’antefatto del mio post in bacheca di Facebook, qualche settimana fa, in cui vi chiedevo:

Se doveste scegliere una sola foto delle vostre nozze, quale scatto vorreste che venisse catturato, a tutti i costi?

Una domanda tipo “lista dei preferiti per l’isola deserta”, o della “foto che salvereste da un incendio”. Non è nel mio stile compilare classifiche, ho troppi pari-merito per essere soddisfatta dei risultati, ma trovo interessante il fatto che spesso gli sposi scoprano a cose fatte di non avere tra le foto di quel giorno un particolare scatto che avrebbero voluto, o viceversa che scoprano che la foto che amano di più è una che non avrebbero mai richiesto che fosse scattata.

Le vostre risposte, in pubblico e in privato sono state queste:

– le foto di mani (degli sposi, degli invitati, del celebrante…);
– i primi sguardi degli sposi all’arrivo alla cerimonia;
– l’arrivo della sposa riflesso negli occhi dello sposo;
– uno scatto rubato degli sposi con espressioni raggianti o intime;
– una foto del dopo cerimonia, quando le tensioni si sciolgono nella festa;
– la foto con un parente caro a cui si è molto legati.

La risposta più divertente è stata di Shalma che ama lo scatto del proprio sguardo terrorizzato prima di entrare in chiesa: “tremavo, piangevo e volevo tornare a casa”, a riprova che alla fine vi piace che le foto catturino la verità di quel momento, più delle pose plastiche che tanti fotografi vorrebbero proporvi.

Ma da una curiosità personale questa domanda diventa per me lo spunto per una pillola di fatamadrina:

pillola di fatamadrina fotografo

Da un lato infatti è importante che nella scelta del fotografo non vi facciate condizionare dalla richiesta di una foto particolare o viceversa dalla selezione degli scatti che vi mostrerà dal suo portfolio. Una volta assodata la qualità del professionista e stabilito che il suo stile è in linea con le vostre corde, andate oltre e fidatevi del vostro istinto e del rapporto che il fotografo sarò stato in grado di instaurare o meno con voi, perché è da questo rapporto che dipenderà in gran parte il risultato finale.

Ma una volta assunto il fotografo, abbiate cura di fargli avere un elenco di scatti che volete assolutamente che vengano immortalati, se ci sono. Non sto parlando di una lista di 50 foto che volete assolutamente, sarebbe impossibile per il fotografo riuscire a lavorare serenamente. Ma è importante che sia al corrente di quelle due o tre immagini particolari a cui tenete particolarmente, magari i ritratti di un parente che non potrà venire al matrimonio ma che vorrete andare a trovare prima del ricevimento, per dire.

E adesso… microfoni aperti! Cosa ne pensano i fotografi all’ascolto?! E voi che non avete risposto al mio post su Facebook? Cosa ne pensate? Usate pure i commenti, sono proprio qui per questo!

Grazie come sempre del tempo che avete passato qui a leggermi, ci rivediamo presto lovelies!

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, fotografia

Foto-romanza

8 Novembre 2010 by Barbara 5 commenti

Novembre per me è il mese della ricerca per eccellenza… ma sospetto lo sia per molti colleghi! Si ricercano fornitori, si comincia il giro delle fiere, si ricercano le ispirazioni per i matrimoni dell’anno prossimo… il tutto con un occhio di riguardo alle mille (cifra approssimata per difettissimo, ovvio) fotografie che si trovano in rete, sia dai set di riviste e blog, sia da veri matrimoni.

© Michèle M. Waite

© Michèle M. Waite

Ora, in quest’ottica, direte voi, l’attenzione andrà ai dettagli dell’allestimento, agli accostamenti cromatici, a tutti quei particolari che ci possono ispirare o che si possono proprio copiare per aggiungere un tocco speciale al progetto che ho in testa… e INVECE NO! Immancabilmente mi ritrovo persa in adorazione delle foto professionalmente più insignificanti… quelle degli sposi e dei loro parenti/ospiti. Quelle personali, insomma, con le facce, le smorfie, i sorrisi, le pose, i vezzi, i ciuffi, le mise, i baci… tutto! E ne rimango incantata. Per quanto ami questo lavoro, e ritenga (pur nel mio piccolo) di portare un contributo non indifferente alla buona riuscita delle feste che organizzo, alla fine il mio lavoro mi sembra miserrimo di fronte alla genialità di un occhio che sa cogliere l’emozione che passa rapida su un viso, o i gesti rubati nella poca intimità di un evento pubblicissimo come un matrimonio.

© Federico Fasano

© Federico Fasano

Forse anche per questo per me non c’è fotocronaca più adatta al matrimonio di quella con la tecnica del reportage.

Poi i miei sposi sanno che sono sempre liberissimi di scegliere un fornitore più tradizionale, che faccia foto in posa, a scadenza fissa, secondo il piano di battaglia “classico” del matrimonio all’italiana. E alla fine sono la prima a riconoscere che queste soluzioni offrano più margini di risparmio (un fotografo onesto organizzerà la propria presenza in modo da ridurre al minimo il costo orario) e la garanzia di fotografie stilisticamente più precise (come luci, inquadrature, equilibrio).

© Alessandro e Veronica Roncaglione

© Alessandro e Veronica Roncaglione

Ma, per citare una campagna su una rivista straniera, rimango dell’idea che alla fine ‘The best photo of the day is often the one you didn’t realise had been taken‘ (spesso la foto più bella del giorno è quella che non ti sei accorto sia stata scattata). Magari è quella un po’ mossa, in cui hai un ciuffo fuori posto, e ti hanno inquadrato il profilo “no”… ma lo sguardo adorante che hai per tuo marito fa sì che la stamperai, incornicerai ed esporrai per prima sul cassettone di casa, a memoria della felicità di quel giorno.

© Michela Zucchini

© Michela Zucchini

Ma parliamone… voi cosa avete scelto (o sceglierete per il vostro matrimonio)? Un servizio tradizionale o un servizio reportage? E in entrambi i casi, cosa è stato determinante nella vostra decisione? Suvvia, intasate i commenti!

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: album, fotografia, reportage

Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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