fatamadrina

wedding planner

  • IT
  • Home
  • Chi sono
    • Contatti
  • Portfolio
    • Matrimonio a Villa Catignano
    • Matrimonio a Villa Catureglio
    • Matrimonio al Castellazzo
    • Matrimonio al castello di Modanella
    • Matrimonio all’Hotel La Badia di Orvieto
    • Matrimonio in giardino
    • Matrimonio in grattacielo a New York
    • Matrimonio in Valpolicella
    • Matrimonio sul Lago di Como
    • Matrimonio sul Lago d’Orta
  • Blog

Matrimoni, prime volte e altro 2014

23 Dicembre 2014 by Barbara 4 commenti

Se mi seguite su Facebook avrete letto che quest’anno non ho nessuna intenzione di fare bilanci. Il 2014 è stato un anno in cui sono cominciate tantissime cose e molte sono ancora in svolgimento, per cui non voglio mortificarle con un giudizio finale.

Quello che ho voglia di fare invece, è guardarmi indietro per pochi minuti, prima di rivolgere lo sguardo a tutte le eccitanti iniziative che mi aspettano nel 2015, e prendermi il tempo di ringraziare tutte le persone che hanno reso quest’anno uno di quelli per gli annali.

Il 2014 per me è stato un anno di prime volte.

Rendermene conto mi ha galvanizzato per tutte le prime volte che mi aspettano anche nel 2015, non saranno tutte belle (non vedere mio marito per un mese intero e più alla volta per esempio sarà difficilissimo…) ma so che tutte porteranno una crescita profonda per me e le persone che amo, e di questo sono grata. Così è stato per le prime volte del 2014:

  • sono ritornata in fiera, e per la prima volta non è stata una delusione! Ma forse era fin troppo facile così, visto che le fiere in questione sono state l’Unconventional Happening e The Love Affair, due eventi che ormai non si può più neanche definire unici, visto che entrambi hanno avuto un successo tale da consolidarli come appuntamento fisso nel settore. In entrambe le occasioni ho incontrato per la prima volta colleghi e fornitori che ammiro a distanza da anni o con i quali ci sentiamo regolarmente. È stato bello scoprire un gruppo del quale sentirmi orgogliosa di fare parte, io che soffro sempre un po’ della sindrome della “diversa”, e ancora più bello trovare abbracci, sorrisi, sonori “finalmente!” laddove molti si aspettano di trovare solo competizione.  Secondo me il segreto è aprire sempre la porta a chiunque (figurativamente parlando). A Milano Ilaria (Badalotti di Le Mille e Una Nozze, una di quelle colleghe con cui si chatta sempre su Whatsapp) mi prendeva bonariamente in giro “sei terribile, conosci tutti!”, che ovviamente non è vero. Ma diciamo che salvo dimenticanze di email nei momenti di caos lavorativo, non ho mai snobbato nessuno, e ho sempre cercato di trasformare i contatti in occasioni vere (creative e/o professionali) con me, se posso, o con altri. Un ringraziamento speciale a Valeria Viola e le ragazze dell’Officina Non Convenzionale che sanno sempre farmi sentire amata e capita, a Cristina e Sofia per avere saputo fare The Cream senza fargli il verso, realizzando così un sogno che mi portavo dietro da quattro anni!
Miriam Lepore da Instagram

Miriam Lepore da Instagram

  • ho visto per la prima volta un mio matrimonio sulla carta stampata, senza che io avessi fatto nulla per farcelo finire (se non organizzarlo, ovvio!). Certo la maggior parte del merito ce l’ha Lelia Scarfiotti che ha saputo cogliere il meglio di quell’evento e renderlo memorabile anche per chi non c’era (se ve lo siete persi, il matrimonio è stato pubblicato anche sul mitico The Lane, uno dei siti di matrimoni più cool al mondo!). Lelia, rifacciamolo a maggio!
  • per la prima volta ho condotto un’intervista live e a un personaggio che adoro, Matthew Robbins. Incontrarlo a Roma, in maggio, è stata un’esperienza splendida e istruttiva. Parte di ciò che ho imparato è finito nell’articolo che poi ne ho tratto per il numero di giugno di CasaFacile, ma tante altre cose le porto con me ogni giorno nel lavoro che svolgo con gli sposi. Scoprire che la gran parte dei processi creativi che metto in campo con voi sposi sono gli stessi che applica anche lui, uno dei wedding designer più famosi della costa orientale degli Stati Uniti (per dieci anni è anche stato creative editor di Martha Stewart Weddings), mi ha dato sicurezza e mi ha permesso di elaborarli ancora meglio. La perfezione è ancora un’altra cosa, ma mi piace pensare che l’empatia possa per il momento supplire! A Matthew va la mia gratitudine per la cortesia squisita con cui è sempre disponibile a parlare e confrontarsi.
Io e Matthew Robbins da Instagram

Io e Matthew Robbins da Instagram

  • ho realizzato per la prima volta un progetto creativo interamente in blu, il mio colore preferito di sempre. È stata un’esperienza memorabile, nata dall’invito di Paola Colleoni, con la quale ci siamo talmente “trovate” da un punto di vista creativo, che dopo aver detto “dobbiamo fare meno shooting, ma con più intenzionalità”, ci siamo arrese all’evidenza che ci piacciono i divertissement cromatici, così nel 2015, se tutto va bene, ne produrremo altri due! Paola, per quella prima mail dal titolo ‘Blu’, grazie.
da Instagram

da Instagram

  • ho avuto la mia prima sposa vestita Jenny Packham, e lo so non è un mio traguardo personale, ma sapete quando chiedono alle wedding planner se hanno dei sogni da realizzare o un matrimonio ideale da organizzare?! Be’, nella mia bucket list lavorativa c’era (anche) questo, quindi l’emozione di vedere Chiara indossare Eden è stata davvero grande e per avermela regalata le sarò sempre grata.
da Instagram

da Instagram

  • ho lavorato (sì, lavorato) per la prima volta al matrimonio di amici, ed è stato comprensibilmente stressantissimo e divertentissimo. Un abbraccio enorme a Enrica e Ivan, per esistere, essenzialmente!
da Instagram

da Instagram

  • ho lavorato per la prima volta con una coppia americana, oltretutto (sempre per la prima volta) in una delle location feticcio, per me, l’Hotel La Badia di Orvieto, che con il suo refettorio scoperchiato con vista sulla rocca di Orvieto rimane uno dei luoghi più suggestivi per cerimonie all’aperto in Italia. Francesca è stata una sposa ideale (e lavora nel cinema! Un altro sogno avverato!) e lei e Tim sono tra quelle coppie che so continuerò a sentire molto a lungo…
fatamadrina wedding in Orvieto

da Instagram

  • ho ricevuto la mia prima recensione “pubblica” su Tripadvisor (lo so, è dentro un’altra recensione, ma è persino meglio, no?!), e sebbene tutti i feedback positivi che mi lasciano gli sposi in privato siano quello che conta veramente (ogni volta cerco di lavorare al meglio per voi, non per la mia reputazione, se anche da fuori non si dovesse vedere il mio lavoro sarei perfettamente felice se sapessi che ha aiutato voi), la gratitudine per i complimenti pubblici di Jennifer è grandissima.
  • ho compiuto i miei primi cinque anni di attività e sono sopravvissuta al mio primo anno fuori dal regime dei minimi. Son cose. Lo so, non l’ho festeggiato degnamente, ma vi assicuro che dentro faccio i salti mortali dalla gioia ogni volta che ci penso. Sopravvivere, anche in piccolo, facendo sempre la fattura, stando alle regole, si può!
  • ho lavorato per la prima volta con una coppia russa, due ragazzi giovani e innamorati del nostro Paese che pur avendo le idee molto chiare si sono fidati dei mie consigli (in particolare sulla scelta della location) e mi hanno regalato una giornata emozionante e ricca di soddisfazioni in riva al Lago d’Orta, di nuovo un contesto da sogno in cui non avevo mai lavorato prima.
Russian wedding by fatamadrina on Lake Orta

da Instagram

  • ho creato il progetto di formazione per chi vuole lavorare nel settore, che secondo me mancava. Dalla Parte Degli Sposi ora non è più solo il mio motto, è anche una serie di workshop da portare in giro per l’Italia e arricchire (spero presto) di nuove collaborazioni con esperti. Per ora ci siamo io e Enrica Crivello, io ci metto tutto quello che ho studiato e imparato in questi cinque anni di attività (ma anche negli anni di lavoro in azienda), lei la genialità di rendere il social media marketing facile senza semplificazioni riduttive. A Marzo torniamo in Emilia Romagna, per cui se conoscete qualcuno interessato dirottatelo sul sito ufficiale e invitatelo a iscriversi alla newsletter.
Dalla Parte Degli Sposi

da Instagram

  • ho compiuto i miei primi 40 anni. Statisticamente ne dovrei avere ancora altri 40 davanti, se così non fosse… pazienza, questi primi sono stati notevolmente interessanti e ricchi, grazie all’amore che le persone intorno a me mi regalano ogni giorno.

E poi sì, sono successe tantissime altre cose: la prima frattura, il viaggio di lavoro in Olanda per costruire il futuro de Il Blog Lab, il rientro alla redazione di CasaFacile (con l’allegato di ottobre sull’organizzazione e con un incarico un po’ più dietro le quinte ma ancora più eccitante che durerà ancora fino a primavera inoltrata), l’avventura con C+B, che è solo all’inizio e che mi ha regalato delle amicizie che vanno ben al di là del lavoro…

 

da Instagram

da Instagram

Ma nel complesso direi che il 2014 si è fatto amare abbastanza, no?! È su questa nota positiva che chiudo e vi saluto, fino al 6 gennaio compreso sarò in ferie per dedicarmi alla ripartenza nell’anno nuovo. Se mi scrivete troverete un risponditore automatico, portate pazienza e mangiate un po’ di panettone, quattordici giorni passano in fretta!

Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: blu, C+B, dalla parte degli sposi, Il Blog Lab, Jenny Packham, Lago d'Orta, matrimonio, Matthew Robbins, Orvieto, The Love Affair, Tripadvisor, unconventional happening

Dietro le quinte

7 Novembre 2014 by Barbara 4 commenti

Di fronte siamo tutti (più o meno) uguali. Incontriamo gli sposi, parliamo con i fornitori, facciamo succedere i matrimoni, ve li raccontiamo sui nostri blog e le nostre pagine Facebook.

Dietro ci sono gli ingranaggi delle nostre vite private e del modo in cui giorno per giorno ci costruiamo il lavoro. Oggi vi parlo un po’ del *mio* dietro le quinte. Perché credo che influenzi non poco il fronte che vedete ogni giorno e che vedrete nei prossimi mesi.

Il mio dietro le quinte è fatto prima di tutto di poche certezze. Dove sarò tra 5 anni (lavorativamente e geograficamente parlando) per me è un concetto del tutto imprevedibile. Vorrò avere un’impresa mia? Boh. Vorrò continuare a organizzare matrimoni? Dipende. Vivrei ancora in italia? Mah. Non fraintendetemi, ho ben chiaro ciò che mi piace fare ora e come lo voglio fare, ma prima di tutto le cose che mi piacciono fare sono varie, poi sono anche molto consapevole dei cambiamenti continui che ci circondano e io amo il cambiamento quindi mi tengo aperta ad ogni possibilità.

Così capita che anche se la stagione 2015 sia già mezza piena (e questo per me è un grande successo, perché non mi sono mai trovata con più di 5 matrimoni prenotati già da ottobre dell’anno prima, capitemi sono ancora solo una piccola fatamadrina), se ricevo la telefonata del direttore di CasaFacile che mi propone un progetto a lungo termine con Mondadori io dico sì. Da due settimane sono quindi in forza alla redazione della mia rivista preferita ed è entusiasmante, perché posso tornare a scrivere “sul serio” per lavoro (dai, non ce l’avevamo tutte il sogno di fare le scrittrici, da bambine?!) e accedo ad opportunità incredibili (tipo sottomettere un elenco di domande al team di Martha Stewart, per ricavarne un’intervista con “lei” che tra un paio di mesi potrò condividere con voi!). Dello stress di produrre contenuti per una rivista che viene letta da quasi 850.000 persone non devo dirvi nulla, vero?!

Ma non si può fare tutto, quindi ho dovuto prendere da parte le amiche di C+B e quelle de Il Blog Lab e rinunciare a parte del mio impegno con loro. Sto scrivendo i miei post di pecunie e frivolezze per i prossimi mesi, ma saranno molti meno di quanto non siano stati nei 12 mesi scorsi. Allo stesso tempo, ho appena finito di revisionare e impaginare la dispensa del Lab Uno (così ora sapete perché non è andata in vendita il 20 ottobre come avevamo promesso!) e dopo passerò a finire le mie lezioni per il Lab Due. Poi però diraderò molto il mio coinvolgimento.

Mi sono spesso chiesta in questi mesi se avesse per me senso portare avanti questi due impegni. Non umanamente, per carità, che le relazioni che ho attraverso queste due esperienze sono tra le più significative e belle della mia vita al momento. Ma lavorativamente. Cosa ci azzecca un’organizzatrice di matrimoni tra freelancer ad alto contenuto tecnologico e blogger?

Il fatto è che è solo grazie alla ricerca che ho fatto per i miei post su C+B, e all’esperienza di formazione del Blog Lab, che ho potuto concepire i workshop Dalla Parte Degli Sposi (insomma, è tutto collegato!). Fare queste due esperienze mi ha davvero permesso di elaborare un tassello della mia presenza professionale, che avevo sempre ritenuto importante ma non ero mai riuscita a esprimere come volevo. Ovvero lasciare in eredità a questo settore un modo diverso di lavorare, o almeno la possibilità di poter lavorare in modo diverso.

Incontrare le ragazze che hanno partecipato all’edizione milanese di DPDS, e poi partecipare a The Love Affair, è stata una vera epifania. Ce l’ho fatta. Sgangheratamente (che non c’è nulla da fare, puoi pure essere multitalento, ma se fai venti cose insieme non c’è speranza che escano tutte impeccabili), faticosissimamente, risultando stra-antipatica come mio solito, ma alla fine fatamadrina adesso è sinonimo per tutti di un certo modo alternativo di fare impresa di matrimoni in Italia.

E fatamadrina cosa ne pensa? Be’, tanto per cominciare è un po’ stanchina. Chi predica la collaborazione e il networking da dietro un terminale a volte dimentica che quando trasporti il tutto nella vita reale, e devi stringere mani, affrontare critiche dirette, giustificare scelte, spiegare le tue posizioni, ridimensionare le tue aspirazioni in funzione di un progetto comune… Insomma, quando l’interazione si fa reale, se ci metti tutto te stesso, spendi una quantità di energia emotiva enorme. Poi quando tua figlia deve affrontare la preadolescenza, o tuo figlio scopre le prime autonomie, mica puoi dire “eh, scusa ma la mamma non ce la fa perché ha dovuto parlare con persone, gestire emergenze, ecc.ecc”.

La mia grande fortuna (ok, UNA delle mie grandi fortune) è avere una ex collega con cui ho sempre lavorato molto bene, che fa cose che completano la mia offerta e con cui potremmo pure decidere di tornare a unire le forze. Ve lo immaginate? Un’unica struttura (quindi meno ore da dedicare all’amministrazione e alla contabilità per ciascuna) che potrebbe permettere a entrambe di fare solo quello che ci riesce meglio delegando all’altra quello che riesce meglio a lei. Voi sposi avreste ancora la vostra fatamadrina tutta per voi, ma meno stanca e meglio organizzata. Un sogno. Ma siccome i sogni sono quella cosa che comporta sudore e olio di gomito, ci stiamo lavorando alacremente, quindi chissà che nelle prossime settimane non arrivi qualche novità!

Ecco, tutto questo tourbillion è quello che si nasconde dietro le quinte. Sì, non sempre rispetto le scadenze che mi/vi do (per esempio, qualcuno ha visto il mio recap di #ffair di due settimane fa che dovevo scrivere ieri?!) ma mediamente ci sono dei validissimi motivi.IMG_1155.JPG

Categoria: dietro le quinte di fatamadrina Tag: C+B, CasaFacile, dalla parte degli sposi, Il Blog Lab

Diventare wedding planner: il servizio

10 Ottobre 2013 by Barbara 2 commenti

Il post di oggi è stato in bozza per tanti mesi, riguarda un tema su cui mi metto spesso in discussione, e che può sembrare più per addetti ai lavori (colleghi e aspiranti). L’argomento è: in cosa consiste il servizio che offro. L’esigenza di pubblicarlo nasce dalla mia esperienza al matrimonio di sabato e da un dialogo occorso ieri in un forum, con una collega. Come al solito, spero che queste mie riflessioni siano utili sia a chi fa (o vorrebbe fare) questo lavoro, sia a chi si sta per sposare e si chiede cosa aspettarsi da me.

Ci sono alcuni luoghi comuni che ricorrono spesso quando si parla della professione che svolgo. Tanto per cominciare si fanno spesso lunghe discussioni sulla job description. Le differenze tra wedding planner, wedding designer, wedding coordinator e via di seguito, sono esplorate, elaborate e disquisite ormai in ogni dove. Io ho detto la mia anni fa e ora penso che la conversazione sia diventata abbastanza sterile.

In particolare trovo assurdi questi due assiomi:
1. il ruolo del wedding planner non è allestire, fare fiocchetti, montare la confettata, ecc.
2. un wedding planner è un professionista con uno stile preciso che deve realizzare un matrimonio perfetto e curato in ogni dettaglio.

Ho scelto questi due luoghi comuni perché sono per me intrinsecamente legati, entrambi infatti offrono una risposta apparentemente universale alla domanda fondamentale che sta dietro al mio lavoro: “che cosa vendo?”. Da un punto di vista strettamente imprenditoriale, secondo me ogni wedding planner (o wedding qualsiasi) dovrebbe trovare la propria risposta quando apre la propria attività e la risposta può essere molto diversa.

Ma come, mi direte, tutti vendono organizzazione di matrimonio! Sì e no, in effetti.
Vi faccio un esempio fuori contesto, per spiegarmi meglio. Pensate a due alberghi. Entrambi vendono servizi di ospitalità, è ovvio. Ma immaginate che uno abbia le finestre affacciate su Trinità dei monti a Roma, e l’altro sia appena fuori dall’aeroporto di Roma Fiumicino. È evidente che il primo vende un’esperienza di vita unica, l’altro la comodità di un’attesa confortevole. Mi seguite?

Io, quando ho aperto fatamadrina, ho deciso che avrei venduto un matrimonio dalla parte degli sposi, che tenesse conto dei loro desideri e che permettesse loro di godere senza stress di ogni momento. Un matrimonio alle loro condizioni, certo, ma anche in linea con i loro gusti. Per realizzare in pratica questo servizio, ho imparato che a volte è necessario anche che io prenda una scopa e rassetti personalmente una sala. O che mi ritrovi a comporre delle composizioni floreali, se le amiche della sposa hanno sottovalutato le difficoltà di un progetto fai-da-te. Occuparmi di queste due attività non fa di me né una sguattera né una fiorista, e le due attività non compariranno mai né in un mio preventivo, né in una mia presentazione. Ma se in fase di esecuzione del matrimonio è necessario che qualcuno si occupi di queste due cose affinché il risultato desiderato si avveri, ritengo sia mio dovere occuparmene. E attribuirmi il valore del lavoro fatto.

Fatemi divagare ancora un attimo per spiegarmi meglio. Quando lavoravo come assistente di direzione di un amministratore delegato nel settore moda, il mio ruolo era abbastanza importante, in quanto mi era stato richiesto di fargli a tutti gli effetti da filtro con il mondo esterno. Nella maggior parte della giornata, per chi lo cercava e incontrava me, io ero lui. Ascoltavo per conto suo, parlavo e agivo su suo mandato. Un ruolo di grande responsabilità. Ma non per questo mi ritenevo offesa se mi chiedeva di preparargli il caffè e portarglielo in riunione. Preparare il caffè non era nella mia job description ma era in certi casi necessario affinché il mio ruolo di assistente andasse a buon fine.

Nel mio modo di fare il lavoro di consulente wedding planner ci sono poche attività off limits per definizione (diciamo tutte quelle illegali e che non sono in grado di fare!), proprio perché vendo un servizio che si esplica come esperienza finale per gli sposi, e questo è ciò che quantifico ai miei clienti quando stilo un preventivo, non un elenco di cose che farò o non farò (anche se ovviamente il contratto prevede delle esclusioni).

I sell magic

Il fatto stesso poi di vendere un’esperienza ha come conseguenza che il contenuto stilistico della stessa sia ben poco legato a ciò che piace a me, o alla tensione verso un risultato ‘perfetto’ (nel senso di senza difetti o curato come il servizio di una rivista). Io vi garantisco un matrimonio a vostra immagine e somiglianza, quindi diverso da ogni altro, e ritagliato sui vostri gusti, le vostre esigenze e le vostre personalità. Non sono una wedding designer, quindi la mia massima aspirazione è che vedendo il matrimonio i vostri ospiti pensino: “wow! È proprio il matrimonio di x e y!” non “oh, questo è chiaramente un matrimonio di fatamadrina”. Anche se mi chiederete di progettare qualcosa per voi, lo farò sempre con l’approccio del servizio di cui vi parlavo prima, quindi dando centralità a voi, non al mio gusto.

Lasciate che io sia chiara: non sto mica dicendo che tutti i wedding planner dovrebbero essere come me, offrire il servizio che offro io. È esattamente il contrario. Vi sto raccontando quello che ho deciso di fare io (e che chiamo, appunto, essere dalla parte degli sposi) perché è ciò che a me risulta più congeniale, ciò per cui sono più preparata, in breve, il tipo di servizio in cui posso offrirvi di più.

Ecco, però reclamo il diritto di poterlo fare. Di potere decidere il servizio da offrire per valorizzare al massimo le mie competenze (quindi offrirvi il servizio migliore). Se dovessi uniformarmi all’ideale professionale di altri, sabato scorso non ci sarebbe stato un allestimento, al matrimonio che ho coordinato. Se dovessi prendermela quando non fate vostra una delle mie proposte decorative, non avreste la possibilità di dare vita al vostro stile nel miglior modo possibile. Insomma, non sarei fatamadrina.

Categoria: diventare wedding planner Tag: dalla parte degli sposi, magia, offerta, perfezione, preventivo, servizio, stile, wedding planner

Pillola di fatamadrina 9 – decalogo per usare le fiere

21 Dicembre 2011 by Barbara 6 commenti

Eccoci qui, come promesso, con qualche consiglio sulle fiere. Dalla parte degli sposi, questa volta.

Nel periodo dell’organizzazione del loro matrimonio le coppie frequentano molte fiere di settore, anche tre o quattro in un mese. La struttura è simile. I contenuti, spesso, anche.

Stand IoSposa 2011

stand di Càmp di Cént Pertigh

Ci sono gli stand monumentali dei grandi catering e delle agenzie di wedding planning, con torte multipiano, confettate di svariati metri quadrati e complicati candelabri.

Ci sono gli stand dei fotografi con gigantografie di coppie innamorate e l’immancabile girasole.

Ci sono gli eserciti dei manichini addobbati con gli abiti da sposa.

E ci sono i falchi predatori, gli espositori che hanno investito migliaia di euro nella loro presenza su fiera e che sono a caccia disperata della vendita. Sono quelli che vi assalgono quando entrate nella loro zona di competenza (che sconfina ben oltre i limiti del loro stand), che vi assillano con domande pressanti (“avete già scelto il fotografo? Sì?! Sicuri-sicuri?!? E se si rompe una gamba?!?!?”), che hanno già un contratto pronto da farvi firmare, perché “siete già in ritardo” (anche se mancano 18 mesi) e hanno “già un sacco di richieste” (anche se avete fissato la data in un mercoledì di febbraio) e quindi non bisogna perdere tempo.

Stand IoSposa 2011

stand di Claraluna

Questi espositori da macchina del tempo sembrano usciti dalle fiere campionarie degli anni ottanta e mi limiterei a compatirli, se con la loro maleducazione e incompetenza non rovinassero la vostra esperienza di fiera e, di conseguenza, la mia. Per neutralizzarli ci vuole un decalogo!
Partiamo dal fatto che le fiere di matrimonio servono per tre motivi:
– mostrare nuovi trend, non solo il colore moda dell’anno (utile non come diktat forzato, ma per scoprirne le possibili applicazioni) ma anche i materiali, gli stili e gli oggetti che possono essere stati introdotti nel settore;
– offrire un’idea del panorama dei fornitori possibili, di come lavorano e con che stile si presentano al mercato;
– presentare le collezioni sposa.

Stand Io Sposa 2011

stand di QB Catering

Per essere sicuri di riuscire a trarre il massimo dalle fiere che visiterete, preparatevi così:

  1. fate una lista degli elementi che vi mancano nell’organizzazione del vostro matrimonio e organizzateli per priorità. Forse cercate idee per i centrotavola, o un fotografo che faccia vero reportage. Segnate tutto in una bella lista con i quadratini per la spunta;
  2. sfogliate il catalogo degli espositori (tutte le fiere ormai lo rendono disponibile online). Visitate i rispettivi siti e stampatevi l’elenco di quelli che offrono servizi in risposta agli elementi della lista che avete fatto al punto 1;
  3. se la fiera la rende disponibile online, stampatevi la mappa e segnatevi dove sono gli espositori che volete visitare;
  4. scegliete per la visita un giorno in cui abbiate almeno 2 ore da dedicarle. L’ideale è riservare mezza giornata in modo da non sentirvi mai di fretta. Sarebbe terribile non avere tempo di incontrare proprio quel fornitore che vi incuriosiva così tanto;
  5. cominciate il training autogeno già due giorni prima: non andate per comprare, andate per conoscere. Non vi farete mettere sotto pressione. Nessun fornitore conosce il vostro matrimonio meglio di voi;
  6. visitate la fiera con scarpe comode e una borsa capiente. Se è previsto, lasciate le giacche nel guardaroba all’ingresso;
  7. siate sicuri di voi. I fornitori che si fanno insistenti guardateli dritto negli occhi e parlate loro in modo chiaro: “sono qui per visitare la fiera e non ho intenzione di firmare accordi. Se vuole spiegarmi i suoi servizi bene, se no passo al suo concorrente dall’altra parte della stanza”. Infarcite sempre tutto con un sorriso, ma ricordate: siete voi ad avere il coltello dalla parte del manico;
  8. dosate le forze. Se vi sedete per un colloquio approfondito, conducete il gioco in modo da mantenere sotto controllo il vostro tempo. Non dedicate a ciascun fornitore più di 15 minuti (a meno che non sentiate un immediato feeling e il fornitore non offra uno dei servizi che vi servono). Fate voi le domande, senza scortesia, ma spiegando al fornitore che avete bisogno di informazioni precise. Se il fornitore non ha quello che vi serve (o l’atteggiamento che vorreste) ringraziate e congedatevi con fermezza;
  9. denunciate i soprusi e le scorrettezze. Se un fornitore vi abborda senza avere uno spazio di esposizione, se qualcuno vi fa pressioni spiacevoli, rivolgetevi alle hostess della fiera e segnalate questi comportamenti perché vengano sanzionati;
  10. lasciate l’indirizzo e-mail a tutti, il numero di telefono a pochissimi. Non sottostimate la capacità vessatoria di certi fornitori. In tempi di crisi, i professionisti che professionali non sono riversano su clienti e potenziali tutte le frustrazioni degli affari che vanno male. Alcuni vi telefoneranno anche a distanza di mesi, chiedendovi il telefono di amici che si stanno per sposare, ricordandosi il nome di battesimo di vostra nonna e la taglia dei vostri guanti, pur di darvi l’impressione di avere stabilito una connessione. Date il vostro numero solo ed esclusivamente ai fornitori con cui, dopo aver parlato, instaurate un vero feeling. Tutti gli altri si dovranno accontentare di un indirizzo e-mail. Se sono bravi, sarà più che sufficiente ad assicurare loro il vostro ingaggio.
Stand Io Sposa 2011

stand di Boscolo Wedding

E ricordate: una fiera deve essere utile. Se utile non è, prendetevi dieci minuti per scrivere un’e-mail all’ente organizzatore spiegando perché e cosa non vi è piaciuto. È con il feedback che abbiamo qualche speranza di migliorare l’esperienza di tutti.

Stand Io Sposa 2011

stand di Le Spose di Giò

E voi? Siete passati a Modena Sì Sposa in novembre? Se mi avete incontrato per la prima volta che impressione avete avuto?

Tutte le foto in questo post sono immagini dell’edizione 2011 di IoSposa by Cosmoprof. Trovate la galleria completa qui. Una curiosità: nel corso della fiera era possibile scattarsi foto buffe e stamparle sul posto, alla maniera dei photobooth americani. Io ho da tempo (quasi due anni) cercato di italianizzare il termine usando l’alternativa ‘fotobox’. Indovinate come si chiamava l’installazione presente a IoSposa?!

Categoria: organizzare un matrimonio Tag: consigli, dalla parte degli sposi, fiere, organizzazione

Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


Cerca

© 2023 · Barbara Pederzini · fatamadrina® · PIVA 03284240367
Site by Francesca Marano · Proudly powered by WordPress and Genesis · Privacy Policy

Copyright © 2023 · fatamadrina on Genesis Framework · WordPress · Accedi