Vi dico quanti fornitori, colleghi e addetti ai lavori si sono lamentati dell’allegato di CasaFacile sui matrimoni? Perché apparentemente incentiva il fai-da-te a discapito del risultato professionale?
No, non ve lo dico, immaginatelo da soli. Siamo in Italia, il paese delle corporazioni, delle posizioni di monopolio, dei “solo io sono capace”, dei “se il mercato non mi capisce è colpa del mercato” e così via.
E vi assicuro che è una cosa molto tipica nostra. MarthaStewartWeddings fa un numero all’anno (uno su quattro, dunque) dedicato al fai-da-te, ed è quello con più inserzionisti. Cioè, ci sono molti più fornitori professionisti (wedding planner, coutourier, catering, fotografi, ecc) che pagano per apparire su quel numero, perché sanno che è garanzia di maggiori contatti e contratti. Non so se mi spiego.
Così, forte di un minimo di competenza sul mio settore e sulle dinamiche di marketing e di mercato, io non ho paura del fai-da-te.
Perché:
- non c’è niente di peggio che lavorare con un cliente che non ha bisogno del servizio che offro, o pensa di non averne bisogno;
- so di non avere l’esclusiva del talento, né delle competenze di organizzazione, coordinamento, creatività, gestione del tempo, delle risorse e dei problemi;
- so di essere molto più brava della media, e so che questo emerge dal mio lavoro, quindi non ho problemi di cercare di convincere potenziali clienti riottosi. Persino l’allegato di CasaFacile è una dimostrazione delle mie capacità.
Sono cresciuta in una famiglia in cui si predicava che il vero valore trova modo di emergere. Per questo non mi sento minacciata dalla corsa al fai-da-te.
Perché ci sarà sempre qualcuno in grado di apprezzare il valore aggiunto del mio lavoro e affidarmi un incarico, perché il mio valore parla da solo, non ha bisogno di obblighi.
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