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… e altre cose che succedono!

1 Agosto 2010 by Barbara 2 commenti

Giovedì scorso, mentre osservavo le dinamiche di tre ragazze sul bagnasciuga, mi sono resa conto di avere dimenticato di parlarvi della cosa più inevitabile, tra quelle che succedono alle future spose… per rimediare, eccola qui:

8. niente di quello che sceglierete o deciderete andrà bene. Chiariamoci, questo non è necessariamente vero, anzi, il più delle volte è assolutamente falso. Ma provate a parlare dell’organizzazione del vostro matrimonio con qualche amica o parente che ci è già passata e vedrete… lei avrà sicuramente trovato un fiorista meno caro, un catering più disponibile, una villa con la vista migliore, una stagione col clima più clemente, ma soprattutto avrà speso molto meno (o molto più, a seconda della convenienza nella conversazione) di voi.* Questo è il momento buono per smettere di condividere tutto con certe “amiche”! Cercare il confronto con le persone di cui ci fidiamo è normale, ovviamente, come il desiderio di cercare rassicurazioni in quelle che ci sono già passate o anche solo di condividere le vostre decisioni sofferte con chi sapete saprà capire. Eppure io consiglio sempre alle mie spose di evitare il più possibile di parlare dell’organizzazione del matrimonio con amici e parenti. Un conto è chiedere consiglio, raccogliere informazioni sui fornitori prima di sceglierne uno, chiedere aiuto in un aspetto dell’organizzazione. Un altro è parlare delle scelte a cose fatte, quando cioè non si può tornare indietro. È solo controproducente, perché non potrete fare tesoro dei commenti ma al contrario dovrete subire lo stress dei dubbi fino al Grande Giorno. Al contrario, tenere tutti all’oscuro dei dettagli offre grandi vantaggi: favorisce l’effetto sorpresa per l’evento, aumenta l’emozione di tutti e il coinvolgimento durante l’evento stesso, sposta l’importanza dai dettagli materiali(importanti, ma non cruciali, in prospettiva) a quello che conta veramente, ovvero il significato della festa. Persino per la scelta dell’abito, se possibile, io consiglio alle mie spose di visitare gli atelier solo con una semi-estranea (per esempio proprio la vostra wedding planner), invece che con la mamma o la migliore amica. Secondo me i vantaggi sono evidenti: potete concentrarvi sui consigli di chi se ne intende veramente (l’atelierista e appunto la wedding planner) e non ha interesse a imporvi uno stile di cui non siate convinte; non dovete scontentare o accontentare a tutti costi qualcuno che ha già in testa l’immagine di come dovreste essere quel giorno; infine potete rilassarvi completamente e concentrarvi sulla vostra immagine nello specchio. Poi potete comunque invitare la migliore amica o la mamma alla prima prova, se proprio ci tenete a condividere questo momento… ma non crediate sia obbligatorio e soprattutto non sottovalutate l’enorme emozione che sarebbe per vostra madre vedervi per la prima volta quella mattina, tutta truccata e pettinata e fasciata in un abito che vi calza a pennello.

* per qualche strano motivo nel mondo gira questa convinzione che le donne non siano competitive. In realtà, quando si tratta di affrontare una delle tappe stereotipiche della femminilità tradizionale (matrimonio, maternità, gestione della casa) molte donne di fatto abbracciano una filosofia da guerra fredda nella relazione con le altre. La competizione è alle stelle e senza esclusione di colpi è il confronto tra le strategie scelte, con lo scopo di dimostrare che la propria è la migliore sotto tutti i punti di vista. Anche per questo motivo molti ospedali scoraggiano le partorienti dal farsi accompagnare in sala parto dalla madre. Pensate che io sia cinica? Allora siete un uomo che non conosce le donne o una donna che nega l’evidenza. Nella mia personale ed umile opinione, ovviamente.

Categoria: Senza categoria Tag: abito da sposa, consigli, consigli, consigli, consigli, imprevisti, wedding planner, wedding planner

Cose che succedono… e come affrontarle!

22 Luglio 2010 by Barbara 2 commenti

PREMESSA

Ad accompagnare il post ci sono le foto che Elodie Bergeron ha fatto al Labirinto di Alice a EuroDisney… le ho scelte per tre motivi: 1. anche io adoro quell’attrazione (ci passerei giorni e notti, vestita di azzurro, con un cerchietto bianco, a prendere tazze di thè e mangiare cupcake color confetto…) 2. trovo che sia un tema geniale per un matrimonio, e infatti quest’anno l’hanno proposto anche alcune riviste italiane (vi prego, vi prego, sceglietelo!) 3. Elodie stessa si è da poco sposata, organizzando una festa adorabile immortalata dalla fotografa inglese Marianne Taylor e che ha fatto il giro dei migliori blog di matrimoni che ci sono in giro.

POST

Chi legge questo blog da un po’ dovrebbe ormai sapere che la sincerità è una delle mie cifre stilistiche principali. E anche lo spirito critico, ma quella è un’altra storia!
Insomma, credo che sia mio dovere raccontarvi soprattutto cosa c’è dietro questa grande avventura che a volte affrontiamo insieme, organizzare una grande festa per il vostro matrimonio. Credo veramente che sapere anche le cose più spiacevoli sia utile. Soprattutto se le venite a sapere qui, in una specie di area protetta, lontano dal caos delle scadenze del vostro proprio matrimonio, e rese astratte dalla forma del presente storico così cara alle massime e ai luoghi comuni.

© Elodie Bergeron

© Elodie Bergeron

Ma tutti sono capaci di dirvi cosa non funziona, quali sono i problemi (anzi, è proprio una prerogativa di chiunque si incontri, quando si sta organizzando un evento importante!!! GRRR!), l’utilità è nell’aiutarvi a risolverli, nell’offrirvi delle prospettive diverse che vi permettano di superare gli ostacoli e fare funzionare tutto… utopia? No… ma forse è proprio un compito da fatamadrina!

Eccoci qui, quindi a parlare di quelle cose che quando si organizza un matrimonio succedono. Anche se non si vorrebbe. E di cosa fare per evitare che ci rovinino la festa.

Dunque, cominciamo:

1. circa un mese prima del matrimonio scoprite che la lista degli invitati si è allungata a dismisura per via di alcuni colleghi, amici, lontani parenti che i vostri rispettivi genitori hanno coinvolto a vostra insaputa. A questo si aggiungono gli autoinvitati, soprattutto vecchie zie, che incontrandovi per strada vi informano che verranno. Anche se non le avete invitate. Qui si tratta di gestire i nudi e crudi numeri con diplomazia. Sfogatevi per dieci minuti col fidanzato/a urlando e inveendo contro il parente insensibile che ha diffuso l’invito senza curarsi del vostro parere, poi mettetevi al lavoro per risolvere il tutto. La vostra location avrà una capienza massima che non può essere superata, e quello è il vostro limite invalicabile. Verificate il costo ulteriore prodotto dai nuovi ospiti e, se il genitore che li ha invitati è lo stesso che paga il rinfresco, valutate di chiudere un occhio. Fate comunque in modo che ci sia equilibrio nel rispettare le esigenze di rappresentanza di tutte e due le famiglie, che vi piaccia o no il vostro matrimonio è anche l’evento dell’anno per la vostra famiglia. Mantenete le informazioni precise su data, luogo e orario del matrimonio top secret per chiunque non sia invitato. Se la vecchia zia si autoinvita sappia che dovrà faticare per sapere dove andare.

2. solo un 10/15% degli invitati conferma esplicitamente e spontaneamente la propria presenza. E questo è un dato statistico che sospetto arrotondato per difetto. Sorvoliamo sulla maleducazione che sta dietro questa abitudine tutta italiana (le frasi “è gradita conferma” o “R.S.V.P.” sono considerati elementi decorativi degli inviti, pare), perché spesso c’è gente che non conferma in totale buona fede. Ciò che importa è che voi sappiate che due settimane prima del Grande Giorno dovrete armarvi di telefono e telefonare a tutti per estorcere una conferma precisa e definitiva della loro presenza. Per questo sarà bene che nell’elenco degli invitati voi abbiate già annotato non solo l’indirizzo ma anche tutti i numeri di telefono utili per raggiungerli. Lo stile che sceglierete dipenderà solo dal rapporto con la persona che state chiamando e dal vostro carattere. Un classico delle argomentazioni comunque è incolpare quei cerberi del catering che vi stanno sul collo pretendendo numeri certi. Io consiglio sempre ai miei sposi di dare la colpa a me, quando proprio non sono io a fare le telefonate. Unico caso in cui potete non insistere per la conferma sono le coppie con bambini piccoli, più soggette alle epidemie di influenza e quindi alle decisioni last minute… ma guarda caso sono anche quelle che di solito confermano spontaneamente.

© Elodie Bergeron

© Elodie Bergeron

3. il clima si guasta proprio il giorno del vostro matrimonio. Questa è una di quelle cose che quando succede dovete avere già risolto. Sembra un paradosso, ma per quello che riguarda il clima bisogna sempre essere pronti al peggio. Per me è la massima aurea dell’organizzazione di eventi “prepararsi al peggio, sperando per il meglio”. Non si tratta di pessimismo ma di buon senso. Sfidare gli eventi atmosferici non è una dimostrazione di coraggio, ma di incoscienza. Per cui, anche se vi siete innamorati di un giardino cittadino disponibile per gli eventi, organizzate sempre anche un’alternativa al chiuso che tenga conto della stagione e della zona. Se c’è caldo le tensostrutture mobili sono sconsigliate per l’effetto serra tremendo che generano senza adeguata climatizzazione. Se c’è vento idem.

4. il fiorista ha fatto un errore nel bouquet o in un dettaglio dell’allestimento. Se avete organizzato tutto da soli fate un bel respiro profondo e, per il momento, fregatevene. C’è poco che potete farci nel pieno della festa, e con ogni probabilità pochi noteranno la differenza. Però fate in modo che tutto venga fotografato e portatevi dietro le foto per il momento del saldo. A questo punto protestate col fornitore per il servizio non conforme agli accordi ed esigete uno sconto. Il discorso vale ovviamente solo per errori inconfutabili (resta famoso un arco di rose più basso di 50 cm del vano della porta che doveva orlare…) e a fronte di accordi preliminari chiari. Se invece avete un wedding planner, lasciate che sia questa persona a risolvere tutto. Con ogni probabilità avrà già notato l’errore in anticipo (un buon coordinatore è sul posto ore prima dell’inizio dell’evento proprio per verificare ogni dettaglio) e avrà già provveduto a tentare di risolverlo o dissimularlo il meglio possibile.

© Elodie Bergeron

© Elodie Bergeron

5. il cantante perde la voce, un fornitore fondamentale subisce un infortunio o una malattia proprio quel giorno, insomma, qualcuno si ammala e non è disponibile. Anche questo è un imprevisto che si risolve giocando d’anticipo e con la pazienza. Tenete comunque presente che qualsiasi fornitore ha di solito una rete di conoscenze che possono sostituirlo proprio per queste evenienze… e quando non ce l’ha lavora anche con la febbre a 40! L’unico caso “delicato” è quello dei fornitori-amici, cioè di un amico a cui si chiede di prestare un servizio, spesso proprio nell’ambito artistico. Per questi casi è sempre bene essere preparati al peggio, magari con uno stereo e una playlist di emergenza che possano sostituire un cantante senza voce o un chitarrista col braccio ingessato.

6. una vecchia “amica” decide di sposarsi il vostro stesso giorno… segue dramma secessionista per il gruppo di amici in comune, costretti a scegliere a quale evento partecipare. Siate superiori. Contattate personalmente tutte le persone che sapete potrebbero essere in imbarazzo liberandole dal dovere di partecipare al vostro matrimonio e organizzate con loro un brunch o una cena al ritorno dal viaggio di nozze per poter rimediare alla loro assenza. Quando una persona è così meschina da pianificare di proposito il proprio matrimonio per rovinare il vostro non ha senso scendere al suo livello. In ogni caso il vostro matrimonio sarà sicuramente più bello!

© Elodie Bergeron

© Elodie Bergeron

7. improvvisamente vi accorgete di non essere più così convinti di volervi sposare. Succede. Anche ai migliori di noi. O a quelli che sono fidanzati da 10 anni. Il punto è capire questo sentimento e chiarirne la natura. Se desiderate scappare a sposarvi alle Fiji lontano da tutto e da tutti forse non vi riconoscete più nella festa che state organizzando. Fermo restando che potete poi sempre effettivamente scappare alle Fiji, parlatene con chi vi aiuta ad organizzare e cercate di riprendere in mano le redini delle decisioni. Se avete dei dubbi sulla vostra relazione, potrebbe semplicemente essere che non vi era mai capito prima di dover confrontarvi su tante decisioni e che dai confronti siano nati litigi. E’ assolutamente normale, con i nervi tesi che precedono le nozze. Mettete in prospettiva i litigi sul gusto della torta e provate a confrontarvi su cose più importanti per verificare la vostra sintonia. Se i dubbi restano, aumentano, sono supportati da incompatibilità reali che emergono e in generale se non ve la sentite veramente più… siate onesti e annullate tutto. Meglio versare le penali piuttosto che legarsi a una persona che non amate.

Categoria: Senza categoria Tag: consigli, faidate, fatamadrina, galateo, idee, imprevisti

Wedding… che?!

23 Maggio 2010 by Barbara Lascia un commento

Questo post è un po’ per addetti ai lavori e un po’ per tutte le sposine alla ricerca della scelta perfetta e sommerse da input di ogni genere.

Da un lato, infatti, a chi fa il mio lavoro e si presenta come “wedding planner” capita spesso di sentirsi rispondere proprio come nel titolo di questo post. Anche se la professione prolifera ci sono ancora molti, soprattutto in provincia, che ne sanno poco o non ne hanno mai sentito parlare.

E qui veniamo all’altro aspetto. Proprio per via dell’aumentare dei professionisti (o aspiranti tali) in circolazione, si moltiplicano i distinguo e le definizioni. Ci sono quelli che vogliono essere definiti “coordinator”, quelli che puntano sul fare i “consultant”, quelli che dicono di essere più che semplici “planner”, quelli che si vantano di essere veri e propri “designer” e chi più ne ha più ne metta. Ma quale “wedding” ecc fa per voi, e come scoprirlo?

"what wedding planning lokks like" © {un}veiled vows

“what wedding planning looks like” © {un}veiled vows

Come dovrebbe essere in ogni aspetto della nostra esistenza (secondo me), il trucco è infischiarsene delle etichette e guardare alla sostanza. Quando incontrate un/a professionista non chiedete loro di definirsi, ma di dirvi quali servizi offrono e come lavoreranno con voi. Chiedete che rapporto hanno con i fornitori, fatevi elencare le prestazioni incluse nell’accordo, pretendete che venga specificato tutto ciò di cui non si occuperanno (e che dovrete quindi curare voi). Ma soprattutto, chiedete di firmare un accordo scritto che disciplini i rispettivi diritti e doveri, e che tuteli entrambe le parti in caso di problemi.

A prescindere dalla definizione che uno sceglie, ci sono sfumature di interpretazione che variano da persona a persona, ma alcuni dettagli sono un criterio oggettivo in base al quale fare le proprie valutazioni. Per esempio:

– un consulente può essere a servizio completo, cioè occuparsi di tenere le fila di tutti gli aspetti coinvolti nell’evento, oppure curare solo alcuni dettagli creativi (per esempio solo l’allestimento ma non coordinare catering e fotografo, per dire), oppure offrire una mera intermediazione fornendo agli sposi un elenco di fornitori a cui rivolgersi;
– il rapporto con i fornitori può essere in esclusiva (il fornitore lavora solo con quel consulente), o disciplinato da convenzioni (per le quali il consulente di solito percepisce una percentuale dal fornitore, in cambio del contratto che gli procura), o libero (in cui il consulente lavora con qualsiasi fornitore senza percepire commissioni).
– un consulente può essere creativo (proporre una visione complessiva dell’evento in cui ogni dettaglio è coordinato in base a un tema, colore, idea visiva e poi lasciare che siano gli sposi a gestire i fornitori) o organizzativo (gestendo gli aspetti logistici e organizzativi e tenendo le fila dei fornitori) o entrambi.

Insomma, contrariamente a quanto potete aver sentito in giro, non c’è un “wedding qualcosa” meglio degli altri, ci sono solo professionisti che offrono i loro servizi e a voi spetta di scegliere quello che vi ispira maggiore fiducia e che può offrirvi ciò di cui avete bisogno. Più wedding easy di così…

Categoria: Senza categoria Tag: wedding planner

La cultura del buon costume

4 Maggio 2010 by Barbara Lascia un commento

Prendo spunto da un articolo appena letto su Corriere.it in cui si interpella anche una collega (Valeria Fragola) sugli usi e costumi dei doni di nozze nell’Italia contemporanea. L’articolo l’ho letto per dovere di cronaca e con un pizzico di curiosità.

Nel mio piccolo trovo che la lista nozze in ogni sua forma (dal viaggio, al corredo classico, alla lista d’arte o di libri) sia ancora la pratica più largamente diffusa. Eppure credo che in Italia l’abitudine della cosiddetta “busta” non sia mai tramontata. C’è chi la dona per pigrizia (o vanità), chi ci conta perché ha fatto i conti del matrimonio con troppa esuberanza, chi si trova a disagio quando la riceve, chi trattiene a stento la delusione se non la trova tra i regali. Ma la busta e i contanti sono da sempre una caratteristica propria dei matrimoni all’italiana.

Però quali che siano i desideri, le necessità e i costumi degli sposi, questi non dovrebbero mai infrangere le regole minime del buon costume. E qui, un commento della collega Fragola mi ha lasciato perplessa: “a volte, mi è anche capitato che qualche sposina mi abbia chiesto di poter inserire il codice IBAN direttamente sulla partecipazione: pratica che tento sempre di dissuadere, perché non mi sembra molto elegante”.

Prima di tutto non condivido la connotazione di stile data a un gesto che è invece oggettivamente maleducato perché manca di rispetto e sentimenti. Inserire nella partecipazione le indicazioni relative al regalo che ci si aspetta è una contraddizione in termini: state invitando qualcuno a prendere parte a un momento importantissimo della vostra vita perché si presuppone che ci teniate. Presentargli il conto in una forma impersonale è come ammettere che la sua presenza è per voi di nessuna importanza, al contrario del regalo, che volete scegliere voi e che date per scontato di ricevere.

Se ci tenete così poco, è lecito chiedersi, perché scomodarvi a invitare questa persona e pagarne il pranzo? Ma questa non è una questione di eleganza. La buona educazione non è un privilegio dell’aristocrazia e non andrebbe osservata per farsi belli. E’ una forma di rispetto nei confronti dei nostri simili, un insieme di norme comportamentali che ci aiuta a dimostrare agli altri il nostro rispetto e il nostro affetto.

Secondo, come wedding planner considero mio dovere mettere a disposizione dei miei clienti le mie conoscenze e la mia esperienza per evitare loro errori e situazioni imbarazzanti. Se mi chiederete di fare qualcosa che è maleducata, io vi dirò esplicitamente quello che penso e vi aiuterò a trovare un’alternativa che vi aiuti a raggiungere gli stessi obiettivi senza offendere nessuno. E farò di tutto perché seguiate il mio consiglio.

Qualche esempio di gesti maleducati, che neanche la frequenza con cui vengono compiuti può sdoganare?

– infilare i dettagli della lista nozze nella busta dell’invito. Vedi sopra;
– indirizzare la partecipazione o l’invito a un solo membro di un nucleo famigliare. Equivale a chiedergli di lasciare a casa la sua famiglia;
– non ringraziare formalmente (a parole o per iscritto) tutti quelli che sono intervenuti E quelli che hanno inviato un regalo;
– fare due feste, una di serie A, più ricca, con un centinaio di invitati (tra cui lontani cugini), l’altra con cibo di serie B e 200 invitati per fare baracca. La pratica della doppia festa è accettabile solo se una delle due è veramente ristretta a pochissimi intimi e se l’altra ha uno stile completamente diverso. Insomma, se è evidente che sarebbe stato impossibile far coinvivere i due gruppi di invitati nella stessa situazione;
– il bar a pagamento. Piuttosto non mettete il bar.

Perché per quanto le persone intorno a noi possano trattarci male e comportarsi come se non esistessero regole, è sempre nostro dovere contribuire a diffondere una cultura del buon costume, dare il buon esempio e trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi stessi. Anche nel matrimonio.

Categoria: organizzare un matrimonio, organizzare un matrimonio, organizzare un matrimonio, organizzare un matrimonio, organizzare un matrimonio Tag: galateo, lista nozze, mode, regali

Chi più spende… più spende!

26 Aprile 2010 by Barbara Lascia un commento

Mia nonna amava dire che “chi più spende meno spende”, un po’ come dire che se si investe una grande somma in un oggetto questo durerà di più e quindi ci risparmierà ulteriori acquisti in seguito.

Di questi tempi non so quanto mi fiderei della saggezza di mia nonna… pensate a tutti quei capi di prêt-à-porter che poi si scopre vengono confezionati a Mauritius, o a certi “bravi” imprenditori che se calano i clienti aumentano i prezzi per mantenere inalterato il fatturato… Insomma, sempre più spesso staccare un assegno con tanti zeri fornisce ben poche garanzie sulla qualità del servizio acquistato.

Per questo quando intervisto i fornitori il prezzo è sempre l’ultima informazione che chiedo, in fondo a una lunga lista di domande sugli strumenti usati, le esperienze passate, la flessibilità, il processo creativo, le materie prime impiegate. E per questo nel mio database il campo prezzo non è criterio di ricerca.

Certo per chi vuole organizzare bene un evento il prezzo è un elemento imprescindibile, e il budget una specie di divinità pagana di cui non ci si può mai dimenticare! Ma prendere decisioni importanti solo in base al cartellino del prezzo sarebbe un errore madornale.

per dire... questa roulotte fotografata da Jose Villa è una locationmeravigliosa con un piccolissimo cartellino del prezzo

per dire… questa roulotte fotografata da Jose Villa è una location
meravigliosa con un piccolissimo cartellino del prezzo

Facciamo qualche esempio, che aiuta sempre! Location per un matrimonio estivo: chiaro che sembra stupido spendere 2000 euro per una grande villa quando prevedete di utilizzare solo il giardino, e magari una location con una piccola saletta e un bel parco vi chiede solo 1500 euro. Ma la location a 2000 euro vi mette al riparo da qualsiasi incidente metereologico… che è molto meglio che correre a ordinare una tensostruttura da 1500 euro all’ultimo momento, portando il costo finale a 3000!

Insomma, ci siamo capiti: prima di rincorrere il risparmio a tutti i costi, assicuratevi di avere considerato tutte le conseguenze della vostra decisione.

E nel dubbio, un classico: chiedete a fatamadrina!

Categoria: Senza categoria Tag: budget, prezzi, priorità, risparmio

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Destination wedding planner basata a Modena, fino al 2016.


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